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Pool di liquidità crypto: cosa devi sapere

Di Gabriele Brambilla

Molti exchange decentralizzati fondano le funzionalità di scambio sui pool di liquidità. Capiamo che cosa sono e come funzionano

Pool di liquidità crypto: cosa devi sapere

Introduzione a un pilastro della DeFi

La finanza decentralizzata si fonda su alcune caratteristiche e funzionalità che la rendono unica nel suo genere; una di queste è il pool di liquidità.

Quando si investe, solitamente ci si interfaccia con un order book, strumento in grado di mettere in contatto domanda e offerta. Tuttavia, non sempre ciò porta a un mercato realmente efficiente.

Nella continua ricerca di alternative che superano le limitazioni esistenti, la DeFi ha ideato in questo senso i pool di liquidità, che andremo ad approfondire in questo articolo. Dopo aver scoperto che cosa sono e come funzionano, li confronteremo agli order book. Infine, ne analizzeremo pro e contro.

Che cos'è un pool di liquidità?

Il pool di liquidità è lo strumento che consente alla maggior parte dei DEX (exchange decentralizzati) di funzionare regolarmente.

Pool è un termine inglese che, come molti sapranno, si traduce in piscina. E se ci pensiamo, assomiglia davvero a una grande vasca, vediamo in che senso.

Il pool di liquidità è il luogo virtuale che ospita una certa quantità di fondi crypto. Solitamente è composto da due coin/token differenti, come ad esempio BTC-ETH, SOL-USDT o USDC-DAI; esistono però anche pool da tre o più criptomonete: dipende dalle piattaforme (vedi Curve).

Lo scopo di queste “piscine” è di favorire degli scambi di monete virtuali rapidi, in qualsiasi momento e a costo contenuto. Scopriamo in che modo.

Prendiamo come esempio uno dei DEX più importanti in circolazione (Uniswap), tenendo però in mente che il meccanismo che opera dietro le quinte è identico per tantissime altre piattaforme.

In questi protocolli DeFi non esiste l’order book (di cui parleremo nel prossimo paragrafo). Perciò, quando desideriamo scambiare degli Ethereum in cambio della stablecoin USDT, non avremo modo di interagire con una controparte umana. Per portare a compimento lo scambio ci interfacceremo con il pool di liquidità dedicato proprio a questa coppia, ossia quello ETH-USDT. In pratica, da esso preleveremo una quantità di USDT pari a quella degli ETH che cederemo in cambio; questi ultimi finiranno nel pool.

Quindi:

  • Deposito 500$ in ETH nel pool ETH-USDT;
  • Nello stesso momento, prelevo 500$ in USDT dal pool ETH-USDT.

Fin qui tutto chiaro, ma da dove arrivano i fondi disponibili nel liquidity pool (traduzione inglese di pool di liquidità)? Semplice: ci sono degli utenti che decidono di mettere a disposizione della piattaforma dei fondi proprio per questo scopo. Ad esempio, potremmo depositare 1000$ in ETH e USDT nel relativo pool (solitamente in proporzione 50/50), divenendo dei fornitori di liquidità (liquidity provider).

Il motivo dietro la volontà di mettere a disposizione dei fondi va oltre la bontà di cuore. Infatti, i liquidity provider hanno diritto a una parte delle commissioni (proporzionale a quanto depositato) che ciascuno scambio in quel pool andrà a generare. Questo perché gli utenti che effettuano dei movimenti di acquisto e vendita dovranno pagare per il servizio ricevuto (solitamente una cifra molto contenuta).

Ricapitolando:

  • Il pool di liquidità esiste grazie ai liquidity provider che mettono a disposizione i capitali;
  • Gli utenti possono scambiare le crypto utilizzando le coppie di scambio dei vari pool, pagando una commissione di servizio;
  • I liquidity provider guadaganano una parte delle commissioni (qui il motivo per cui mettono a disposizione i propri fondi);
  • La piattaforma tiene l’altra parte delle commissioni per sé stessa.

Essendoci molta competizione, i DEX cercano di attirare più liquidità possibile (indispensabile per il funzionamento) fornendo degli incentivi extra e rendite superiori. Spesso questo modello non è sostenibile e non evita il fenomeno della liquidità mercenaria, ovvero quando i liquidity provider spostano in continuazione i fondi verso lidi che offrono guadagni migliori.

Che cos'è un pool di liquidità?

Pool di liquidità e order book

Questi due strumenti sono agli antipodi.

I pool abbiamo compreso come funzionano e, se dispongono di fondi sufficienti, consentono di effettuare scambi senza che dall’altra parte ci sia un umano disposto a compiere un’operazione opposta rispetto alla nostra.

Gli order book mettono invece in contatto almeno due soggetti. Se Tizio vuole vendere 100$ in ETH e ottenere in cambio 100$ in XRP, ci dovrà essere qualcuno con l’intenzione di vendere 100$ in XRP e comprare 100$ in ETH. Ovviamente detta così si semplifica molto, perché esistono anche i market maker che rendono tutto più fluido, ma a grandi linee il concetto è questo.

L’order book ha quindi i suoi limiti, perché senza una controparte diventa difficile (se non impossibile) procedere con le operazioni desiderate. Il pool di liquidità cerca di superare il problema e per certi versi ci riesce. Tuttavia, anche questo strumento ha i suoi punti critici: scopriamoli.

"Order book e liquidity pool sono due strumenti completamente differenti"

Pro e contro dei pool di liquidità

Diamo quindi uno sguardo a pro e contro dei pool di liquidità; per facilitare la comprensione, li suddividiamo in base agli attori coinvolti: utente e fornitore di liquidità.

Utente

PRO

Gli scambi di criptovalute sono molto rapidi e non richiedono alcuna controparte umana per avvenire.

Il costo del servizio è per la maggior parte delle piattaforme molto contenuto. Attenzione però alle gas fee, variabili di molto in funzione della blockchain su cui stiamo operando.

CONTRO

C’è il rischio che ci sia poca liquidità in un determinato pool. In questi casi, gli scambi diventano difficili (se non impossibili) da portare a termine. Inoltre, minore la liquidità, maggiore potrà essere lo slippage, impattando negativamente sull’operazione.

Da non dimenticare poi i rischi tipici della finanza decentralizzata, come ad esempio un bug dello smart contract che potrebbe farci perdere del denaro. In aggiunta, anche l’utente potrebbe sbagliare qualcosa e, come sappiamo, le transazioni su blockchain sono irreversibili.

Liquidity provider

PRO

Il liquidity provider può ottenere guadagni anche elevati senza sforzo: gli basta depositare i fondi nel pool e il gioco è fatto. Inoltre, grazie agli incentivi extra che spesso vengono offerti, i guadagni possono essere ancor più alti.

Un altro vantaggio, strettamente collegato al punto precedente, è la possibilità di mettere a rendita i propri fondi. Senza i pool di liquidità ci sarebbero meno possibilità per far lavorare le proprie criptovalute (tra cui lo staking, non disponibile per tutte le realtà).

CONTRO

Uno dei pericoli principali per un LP si chiama impermanent loss. In caso di variazioni di valore di senso opposto tra gli asset nel pool, oppure anche solo se uno sale/scende e l’altro resta fermo, si può incassare questa particolare perdita, chiamata appunto impermanent loss. Consigliamo di approfondire il tema con l’articolo appena linkato.

Anche i liquidity provider si assumono i rischi della finanza decentralizzata. Per esempio, un attacco esterno che sfrutta una vulnerabilità potrebbe sottrarre i fondi depositati proprio dai LP: è capitato e purtroppo accadrà ancora.

In aggiunta, anche la poca liquidità può essere un problema. I pool con pochi capitali offrono ritorni enormi in termini di APR/APY, con il rischio però che il LP si ritrovi con i fondi bloccati in caso di operazioni consistenti o mercato volatile.

Conclusioni

I pool di liquidità sono un concetto davvero interessante e innovativo, che ha contribuito parecchio al successo ottenuto dalla DeFi.

Tuttavia, limiti e problematiche persistono, anche se è piuttosto naturale; dopotutto si tratta di un’idea giovane e ancora in via di sviluppo.

Alcune piattaforme adottano un approccio ibrido che fonde order book e pool. In questo modo si sfruttano i punti di forza di entrambi, eliminando al contempo le loro problematiche.

Insomma, l’ambiente decentralizzato conferma di essere una fucina di novità ed esperimenti.


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