La psicologia dei mercati finanziari
Di Gabriele Brambilla
Nei mercati finanziari, la psicologia ricopre un ruolo importantissimo ed è capace di determinare successi o fallimenti
Introduzione alla psicologia dei mercati
Nel mondo della finanza, numeri e grafici dominano la scena, ma dietro ogni decisione c’è un elemento spesso sottovalutato: la psicologia.
Comprendere come gli investitori reagiscono alle notizie, alle perdite e ai guadagni è essenziale per capire davvero i movimenti dei mercati. La psicologia dei mercati finanziari è infatti la chiave per interpretare non solo le fluttuazioni dei prezzi, ma anche le grandi bolle speculative e i crolli improvvisi che hanno segnato la storia economica.
Oltre a leggere l’articolo, ti consigliamo di guardare anche il video sulla finanza comportamentale dal nostro corso di macroeconomia (lo trovi su TCG Learn anche in versione testuale).
Indice
Basi della finanza comportamentale
Partiamo da un assioma: gli investitori non sono macchine razionali. La finanza comportamentale (behavioral finance) ha dimostrato come paura, avidità, eccesso di fiducia e avversione alle perdite influenzino le decisioni d’investimento, portando spesso a risultati irrazionali.
Quando i mercati salgono prevale l’entusiasmo: molti comprano per non “perdere il treno”, alimentando hype e FoMO. Quando invece i prezzi crollano domina la paura e si vende anche a valori troppo bassi. Tutto a causa della psicologia, esatto.
Questi schemi si ripetono ciclicamente e spiegano perché il mercato tende a sovra-reagire nel breve periodo.
Bias cognitivi come il confirmation bias (cercare solo informazioni che confermano le proprie idee) o l’herd behavior (comportamento da gregge) sono tra i più comuni e pericolosi per un investitore. Si tratta di dinamiche che vanno oltre il mondo della finanza; i bias appena menzionati esistono anche in altri campi, ma qui ci concentreremo solo sulla sfera degli investimenti. Puoi comunque approfondire mediante altre letture: si tratta di meccanismi davvero interessanti.
La mentalità collettiva
Ogni mercato attraversa fasi emotive collettive.
Dalla Bolla dei tulipani del Seicento fino alla Crisi del 2008, gli stessi meccanismi psicologici si ripetono. In un primo momento, pochi investitori intravedono un’opportunità e guadagnano; poi la notizia si diffonde, l’ottimismo dilaga e i prezzi salgono ben oltre il valore reale. Quando l’euforia raggiunge il picco, basta un evento negativo per innescare il panico; conseguenza: il mercato implode e i partecipanti si fanno parecchio male, soprattutto gli ultimi arrivati.
Molti analisti sintetizzano questo ciclo con la cosiddetta emotional curve: entusiasmo, euforia, negazione, paura, disperazione e infine speranza. Riconoscere in quale fase ci si trova è difficile, ma chi riesce a farlo può adottare strategie più consapevoli e difensive.
"Ogni mercato attraversa fasi emotive collettive che si ripetono nel tempo"
L’importanza della disciplina mentale
Gestire le emozioni è una delle sfide più grandi per chi opera sui mercati. I trader professionisti lo sanno bene: la disciplina mentale è tanto importante quanto la competenza tecnica. Creare un piano d’investimento e rispettarlo, anche nei momenti di volatilità, è ciò che distingue un investitore esperto da uno impulsivo.
Tecniche come il journaling (annotare le proprie operazioni e stati d’animo), la diversificazione del portafoglio e l’uso di stop loss aiutano a mantenere lucidità. La regola aurea resta sempre la stessa: non lasciarsi guidare dalle emozioni, ma dai dati.
La chiave è stabilire a priori un piano che preveda vari sviluppi e seguirlo alla lettera, mettendo da parte le considerazioni che potremmo fare a mente non lucida. Chiaramente, sempre che non siano in corso fatti imprevisti, che necessitano di nuovi ragionamenti difficili da fare nel bel mezzo dell’azione.
Leggi di più: che cos’è lo stop loss?
"Creare un piano d’investimento e rispettarlo è ciò che distingue un investitore esperto da uno impulsivo"
Psicologia, mercati e social network
Con l’avvento dei social media, la componente psicologica dei mercati si è amplificata.
Forum, community online e piattaforme di social trading alimentano il sentiment di mercato, spesso in tempo reale. Episodi come il caso GameStop nel 2021, dove piccoli investitori coordinati online hanno messo in difficoltà grandi fondi speculativi, mostrano come la psicologia collettiva possa ormai muovere miliardi di dollari in poche ore. Interessante il documentario di Netflix Eat the rich: la saga GameStop, che spiega anche mediante testimonianze cosa accadde.
Questo nuovo scenario impone agli investitori di essere ancora più critici verso le informazioni che ricevono e consapevoli dei rischi di farsi trascinare da mode o tendenze del momento. Una missione non facile e che crea un paradosso: in un mondo sempre più connesso, in cui siamo bombardati di informazioni (vere o false), dobbiamo riuscire a isolarci ancor più di prima per prendere le decisioni di investimento, sfruttando fonti autorevoli e analisi personali.
Consiglio: i numeri non mentono (quasi) mai, impariamo a leggere tutti i dati che possiamo reperire, così da impostare le strategie nel modo più analitico possibile.
Conclusioni
La psicologia dei mercati non è un aspetto marginale, ma uno dei pilastri fondamentali dell’economia reale.
Capire come le emozioni influenzano i prezzi significa comprendere meglio il funzionamento stesso del capitalismo moderno. In un’epoca in cui le informazioni circolano a velocità mai viste, mantenere un approccio razionale, paziente e disciplinato è forse l’unico vero vantaggio competitivo rimasto agli investitori.