Rockstar Games banna gli NFT dai server di terze parti
Di Gabriele Brambilla
Il brand Rockstar Games banna gli NFT dai server di terze parti di Grand Theft Auto, allineandosi ad altre famose case del mondo gaming
Ban agli NFT sui third-party server di GTA V
Rockstar Games, celebre brand nel mondo del videogaming, ha bannato gli NFT dai server di terze parti dell’altrettanto famoso gioco Grand Theft Auto.
I server di terze parti permettono agli utenti di vivere un’esperienza differente rispetto allo standard: sono il regno dei giochi di ruolo, dove è possibile creare un personaggio con cui vivere un’esistenza alternativa.
Qui non è raro imbattersi in criptovalute e NFT, utilizzati per fornire all’economia di gioco caratteristiche simili alla realtà.
In uno statement, Rockstar ha dichiarato l’impossibilità di fornire supporto ad asset crypto, Non-Fungible Tokens inclusi. Con l’occasione, sono stati attivati (o ricordati) altri divieti, fra cui quello di non creare oggetti riferiti a marchi reali e/o soggetti a copyright (come delle canzioni).
Rockstar ha comunque dichiarato che continuerà a sostenere i server di terze parti, ritenuti fondamentali per donare ancor più complessità al gioco.
Sicuramente non saranno felici in MyMetaverse, compagnia australiana che con Grand Theft Auto ha trovato una vera gallina dalle uova d’oro. L’azienda gestisce infatti uno dei più noti server di GTA V e in cui gli NFT hanno un ruolo centrale.
Al momento non è noto cosa accadrà ai server che integrano Non-Fungible Tokens.
Da Minecraft a Valve, tendenza NO NFT
Rockstar Games si allinea al punto di vista di altre compagnie del settore gaming, fra cui spicca Mojang Studios, casa creatrice di Minecraft. Quest’ultima ha bannato gli NFT pochi mesi fa, stressata soprattutto dal fatto che diverse aziende sfruttassero la propria creazione per incassare introiti elevati.
Valve, compagnia nota per la piattaforma Steam, ha da tempo chiuso la porta in faccia ai Non-Fungible Tokens.
Più neutrale Epic Games: diversi titoli ospitati integrano gli NFT. L’azienda stessa non ha però investito in alcun modo sulla tecnologia, almeno per quello che ne sappiamo.
La tendenza NO NFT è viva soprattutto nelle case con sede negli States e include nomi come Microsoft.
Non mancano però esempi che la pensano diversamente, vedi Square Enix. Il braccio di ferro è appena iniziato.