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THORChain: DEX multi-chain nativo

Di Gabriele Brambilla

THORChain (RUNE) è una blockchain dall'obiettivo principale ambizioso e innovativo: rendere possibile lo swap di criptovalute native tra diverse chain

THORChain: DEX multi-chain nativo

Come rivoluzionare lo swap crypto?

Swap di criptovalute provenienti da diverse blockchain? L’obiettivo di THORChain è proprio questo.

Operando nella finanza decentralizzata (e non solo) capita frequentemente di dover spostare una coin o token tra network differenti. Ad esempio, potremmo voler muovere bitcoin su chain Ethereum, oppure quest’ultimo su Solana.

Tecnicamente la cosa non è possibile in quanto si tratta di blockchain diverse e non comunicanti tra loro. Come aggirare il problema?

La soluzione più gettonata è quella dei token sintetici e wrappati, ovvero degli asset che seguono fedelmente l’andamento del prezzo di un altro.
Per esempio, WBTC (wrapped bitcoin) è il principale sostituto di BTC all’esterno della blockchain nativa. Ne abbiamo descritto il funzionamento in un articolo dedicato a WBTC.
Oppure, ETH su Solana diventa soETH. Il concetto di base è sempre lo stesso: fare in modo che una crypto abbia il suo corrispettivo anche su altre chain.

Nascono però implicazioni di varia natura.

I token sintetici devono disporre di un collaterale che ne garantisca il valore, altrimenti sarebbero carta straccia. Ecco perché esistono speciali contratti che fungono da cassaforte per le somme destinate alla copertura.
Il problema è che a volte i contratti vengono attaccati e bucati; talvolta la piattaforma che li ospita ha dei bug o fallisce; in altri vi è un team malevolo dietro le quinte; in altri ancora, la complessità allontana i neofiti.

Diventa imperativo trovare una soluzione. Eccoci quindi arrivare a THORChain.

Non resta che capire che cos’è e come funziona… si comincia!

Che cos'è THORChain (RUNE)

THORChain (RUNE): L’unico vero DEX, ma a che prezzo?

Ecco come definisco questa blockchain nel video che troverai al termine dell’articolo.

Di fatto, THORChain è un’infrastruttura che dà vita a un DEX multi-chain nativo. Perciò, seppur esistano per completare l’offerta, gli asset wrappati e sintetici non sono necessari per scambiare crypto tra network diversi fra loro.

Il funzionamento dell’exchange decentralizzato è di tipo AMM, Automated Market Maker: nessun order book, tutto è governato da specifici algoritmi e pool di liquidità. Per intenderci, il comportamento è simile a quello di Uniswap.

I pool hanno la particolarità di ospitare sempre il 50% del valore in RUNE, la coin di THORChain. Troveremo quindi coppie tipo BTC-RUNE, ETH-RUNE, AVAX-RUNE e via dicendo.

Ok, magari può generarsi un po’ di confusione, perciò facciamo subito presente un punto fondamentale: THORChain è il backend del DEX AMM, ovvero ciò che non possiamo vedere. La nostra esperienza d’uso con il network avviene mediante delle interfacce differenti, fra cui spicca il portale THORSwap (ne parleremo a fine articolo).

THORChain è una blockchain a tutti gli effetti, creata sfruttando il celebre Cosmos SDK. In poche parole: anziché costruire tutto da zero, il team di sviluppo ha preso un pacchetto preconfezionato, personalizzabile ed espandibile tramite moduli dedicati.

Essendo un progetto ambizioso e molto complesso, i rischi sono superiori rispetto a quelli di altre realtà. Il network ha una storia di attacchi non invidiabile e per un certo periodo è stato mantenuto offline proprio per sistemare le criticità principali. Sotto questo aspetto la situazione è migliorata, ma occorre comunque la giusta attenzione; inoltre, ci sono delle problematiche economiche che andremo a scoprire in seguito.

Il sito thorchain.org contiene informazioni per approfondire ancor di più le proprie conoscenze. Saranno soprattutto i più smanettoni a essere felici: i materiali dedicati agli sviluppatori abbondano.

Solo spostando il focus su una transazione potremo capire qual è il concetto su cui ruota THORChain. Perciò, scopriamo i passaggi che avvengono in uno swap fra due criptovalute di blockchain differenti.

Che cos'è THORChain (RUNE)

Swap su THORChain: un esempio

Prendiamo in analisi una transazione tipo di THORChain e scopriamo come opera il meccanismo a noi non visibile.

Cercheremo di semplificare il più possibile ciò che in realtà è molto complesso. Per fare ciò ci aiuteremo con un’immagine presa dal nostro video dedicato alla scoperta di THORChain.

Come funziona THORChain

Poniamo di voler scambiare bitcoin per Ethereum.

La prima transazione (Tx chain A) si svolgerà sulla blockchain Bitcoin. In pratica dovremo inviare l’ammontare all’address che ci verrà indicato. Questa procedura comporta l’interazione con una sorta di vault BTC, connesso e gestito mediante la THORChain.

Dopo il primo passaggio, i nodi validatori si mettono all’opera, analizzando tutti i movimenti in entrata. Incrociando i dati a disposizione, ecco che potranno dire “questo utente vuole scambiare 0,1 BTC con ETH. L’importo è giunto a destinazione nel vault, si può procedere”.

A questo punto la procedura prosegue e si conclude con l’invio di ETH al nostro wallet. Anche gli Ether sono depositati in un vault riservato.

Quanto alle gas fee, interagendo con due blockchain differenti dovremo pagarle su entrambe. I costi variano: in alcuni casi saranno irrisori, in altri più significativi. Le fee di THORChain sono invece contenute e pagate in coin RUNE.

Possiamo immaginare THORChain come una sorta di coordinatore. Un lavoro molto complesso che testimonia sia la difficoltà che la bontà della soluzione messa in atto.

"THORChain elimina bridge, asset wrappati e sintetici, procedure di KYC sugli exchange e commissioni elevate"

Nodi validatori di THORChain

Parliamo un po’ dei nodi validatori, al momento della revisione 117. Creare il proprio nodo validatore non è così semplice.

Tralasciando gli aspetti tecnici, il problema principale sta nella quantità di RUNE da depositare per poter partecipare attivamente al network. Questo perché la lista di attesa premia gli importi maggiori: versi più RUNE? Hai diritto a una posizione più alta in classifica. Perciò, è impossibile dare vita a un nodo senza un investimento consistente.

In aggiunta, la somma degli importi depositati dai validatori (Bond) deve coprire la liquidità nei pool. Perciò, coloro che sono dietro a un nodo potrebbero dover aggiungere RUNE nel caso mutassero le condizioni.

Con questi dati alla mano, riflettiamo sul discorso decentralizzazione. In verità c’è ben poco da dire: è evidente che THORChain non brilla in questo senso. Il numero di nodi è piuttosto ridotto e le barriere d’ingresso non aiutano di certo.

Se la decentralizzazione viene meno, vi è la nota positiva dell’efficienza: meno nodi, meno problemi sotto questo punto di vista.

Proseguendo, lo slashing di questa chain “picchia duro”.

Ciascun validatore ha pieno interesse a far sì che le transazioni prese in esame e proposte siano corrette. In caso contrario scatta nei suoi confronti una punizione, denominata appunto slashing, che ammonta a 1.5X della somma coinvolta. Ad esempio, se un nodo provasse a rubare o far passare qualcosa di errato per una somma di 1000$, ecco che vedrebbe sottratti 1000 x 1.5 = 1500$ dal proprio bond. Così facendo si disincentiva qualsiasi malintenzionato a procedere.

Quanto ai guadagni, i validatori hanno ovviamente diritto a un certo ritorno.

La percentuale di rendita varia in funzione dei depositi e influenza anche i normali staker e fornitori di liquidità.

Il meccanismo che regola le reward si chiama Incentive Pendulum. Esso si comporta proprio come un pendolo, facendo oscillare le rendite in maniera funzionale. Per capirci, i fondi in un pool di liquidità incrementano improvvisamente? Aumenterà la reward per i validatori e decrescerà quella per gli staker. Così facendo si incentivano e disincentivano gli attori a fornire o prelevare, riportando tutto in equilibrio.

Concludiamo con il concetto di Churning, ovvero l’atto che porta alla sostituzione forzata o volontaria di un nodo validatore. A esso ne subentrerà uno tra quelli in standby, nello specifico il primo della lista di attesa.

Ogni tot vi è un eventuale ricambio. Lista di attesa, situazione e tempistiche di churning sono liberamente consultabili sul portale. In un paragrafo che segue vedremo dove si collocano queste voci in THORSwap.

Nodi validatori di THORChain

Casi d'uso e tokenomics RUNE

Abbiamo già chiamato in causa RUNE: è il momento di conoscerla.

RUNE è la coin nativa di THORChain.

La supply totale è  per ora di 426 milioni di esemplari, di cui 351 (gennaio 2025).

L’emissione di RUNE segue una curva esponenziale al ribasso: alta inflazione nei primi mesi per poi decrescere sempre più. Nell’immagine a fine paragrafo possiamo osservarne l’andamento in 10 anni.

Veniamo però alla domanda da un milione di euro: potrebbe valere la pena investire su RUNE?

Come diciamo di frequente, queste considerazioni sono assolutamente personali e derivano da analisi specifiche che dovremmo fare per qualsiasi token o coin di nostro interesse.

Fatta questa precisazione, un’idea del potenziale la possiamo ottenere volgendo lo sguardo ai casi d’uso.

In primis, RUNE è la coin con cui si pagano le gas fee per l’utilizzo di THORChain. Più il network viene impiegato, maggiore è la richiesta di questa crypto.

Proseguendo, il caso d’uso più rilevante prende vita dal meccanismo che regola liquidità e funzionamento della chain.

Innanzitutto, ogni pool di liquidità prevede che in abbinata con una coin ci sia RUNE. Non importa poi se stiamo parlando di BTC, ETH o altro: saranno sempre in coppia con RUNE. Ciò ovviamente rende questa crypto indispensabile per chiunque volesse mettere a rendita uno o più asset su questo ecosistema.

Poi c’è la questione nodi validatori. Il bond da essi fornito è esclusivamente in RUNE; il totale dei bond deve coprire l’interà liquidità depositata. Viene da sé fare 2+2 e capire quanto questo procedimento possa creare domanda.

Da considerare poi il progetto nel suo complesso.

THORChain è qualcosa di molto complesso ma al tempo stesso estremamente innovativo. Il potenziale si scontra con dei rischi elevati, non adatti a tutti.

Quando si valuta un investimento è indispensabile ragionare sul progetto che c’è dietro, un po’ come se stessimo acquistando le azioni di una società quotata in borsa.
Idee, persone di valore e prospettive positive ci spingerebbero a dire “sì”; al contrario, chi vorrebbe mettere i propri soldi su realtà non solide, poco innovative e governate da incapaci? Per quanto i soggetti dell’analisi siano diversi, il succo non cambia: investiamo solo su ciò che ha del valore, altrimenti decade il concetto stesso di investimento.

THORChain ha valore? Il potenziale c’è, così come i punti critici. Ragioniamo e valutiamo se investire in RUNE o lasciar perdere.

Per agevolare il compito, diamo uno sguardo a pro e contro del progetto nel prossimo paragrafo.

Casi d'uso e tokenomics RUNE

THORChain: punti di forza e criticità

Trattando di un progetto così complesso non possiamo evitare di elencare ciò che convince e ciò che invece lascia perplessi.

Iniziamo dai punti di forza.

THORChain è un progetto innovativo, su questo non ci sono dubbi. La possibilità di swappare coin e token di chain diverse senza l’utilizzo di sintetici o asset wrappati fa davvero gola. L’adozione di massa passa anche dal ridurre il più possibile i passaggi complessi; l’idea alla base di THORChain va verso questa direzione.
Chiaramente servono ancora molte rifiniture e una “lucidata” finale prima di avere un prodotto usufruibile dalla massa. La strada imboccata è però quella giusta.

Legato a quanto appena detto, se THORChain riuscisse a raggiungere gli obiettivi diverrebbe la chain definitiva per lo swap crypto. Perché complicarsi la vita con wrapping e token sintetici quando hai la possibilità di muovere e scambiare quelli nativi?

Un altro punto di forza è il team, preparato e serio. Sul primo punto, già concepire e riuscire a dar vita a un’idea così complessa denota grande competenza.
Quanto alla serietà, i numerosi hack subiti in passato dal network sono sempre stati rimborsati. Non una cosa da tutti, anzi: non di rado sentiamo parlare di addetti ai lavori che scappano con i soldi degli utenti.

Infine, è da evidenziare la volontà di costruire un ecosistema DeFi completo chiamato THORfi. Una visione che se dovesse prendere forma porterebbe ulteriore valore all’intera blockchain.

Dopo avere evidenziato alcuni dei punti di forza di THORChain, eccoci alle note dolenti.

Lo abbiamo detto e ripetuto più volte: il progetto è ambizioso e quindi molto complesso. Ciò rende la realizzazione dell’intera visione ardua, con i possibili ritardi e cambiamenti che ne derivano. Non possiamo avere alcuna certezza sul successo finale di tutto ciò che è stato pensato.

La complessità è poi direttamente proporzionale alla criticità. Alzando l’asticella della difficoltà, seguirà a ruota quella relativa ai potenziali problemi. Non a caso, THORChain ha subito numerosi hack, portando anche a una lunga pausa dell’intero network.

"I punti di forza sovrastano le criticità? Dipende dalla nostra propensione al rischio"

Cenni su THORSwap

THORSswap è la principale interfaccia di THORChain. Facciamo quindi una panoramica generale sulle sue funzionalità e di come si presenta.

La DApp è raggiungibile all’indirizzo app.thorswap.finance/dashboard. In alto a destra del portale troveremo il pulsante Connect, tramite cui collegare il nostro wallet.

Tra i vari software supportati, XDEFI Wallet è quello consigliato. Potremo utilizzare anche l’hardware wallet Ledger, a patto di utilizzare la modalità avanzata. Se desideri migliorare la sicurezza delle tue criptovalute, acquista un Ledger.

Sulla sinistra dello schermo ci sarà sempre in bella mostra il menu. Rispetto ad altre piattaforme esplorate nel tempo non cambia nulla; non dovremo quindi ripartire da zero né sforzarci di capirne il funzionamento.

La prima voce del menu è SWAP, tramite cui potremo scambiare le nostre criptovalute con altre che desideriamo ricevere.

Subito sotto ecco la voce DEPOSIT , mediante la quale avremo modo di depositare coin nei pool di liquidità. Ricordiamo però che versando un solo asset la chain procederà in automatico a swapparne metà del valore con RUNE. Per esempio, depositando 1000$ in BTC, la piattaforma ne convertirà 500 in RUNE.
Questo modo di operare è dovuto al fatto che i pool di liquidità sono tutti composti da una coin e RUNE. Perciò, versando dei fondi dobbiamo tenere conto di questo meccanismo di conversione.

Vedremo poi la voce LIQUIDITY : se avessimo aperte delle posizioni è lì che potremo gestirle.

La sottosezione WALLET suggerisce la sua funzione. Qui potremo visualizzare gli asset in nostro possesso nonché inviarli a un altro wallet se lo desiderassimo.

DASHBOARD è l’area informativa della piattaforma. Essa ospita dati relativi a TVL, liquidità, bond e via dicendo, tutti preziosi per avere un’idea sullo stato di salute del protocollo.

THORYield propone numeri ancor più completi su pressoché tutto ciò che riguarda THORChain. L’investitore in questo ambiente vorrà consultare spesso questa pagina.

Sotto la voce THORNode saremo in grado di informarci sui nodi validatori, siano essi attivi o in standby.

Infine STAKING, la sezione che ci permetterà di mettere in stake il token THOR e ricevere sia una rendita passiva che degli sconti sulle commissioni di trading.

Abbiamo condensato tutto in poche righe per non uscire troppo dai binari. THORSwap è un protocollo come tanti, non complesso e utilizzabile anche da persone meno esperte.

Nel caso non ci convincesse esistono comunque altri portali che consentono agli utenti di interfacciarsi con THORChain. Oltre l’aspetto non cambia assolutamente nulla.

Cenni su THORSwap

Problemi economici per THOR, gennaio 2025

 

A gennaio 2025, il protocollo THORChain ha sospeso i prelievi su BTC ed ETH presenti sui programmi lending e savers. L’azione è stata necessaria per prevenire il potenziale rischio di insolvenza; infatti, da ciò che sappiamo, la piattaforma potrebbe avere circa 200 milioni di dollari di passività, con solo 107 milioni di liquidità effettivamente presente nei pool.

In caso di prelievi di massa, THORChain non sarebbe in grado di ripagare il debito. Da qui la decisione di sospendere i prelievi per 90 giorni, così da poter sviluppare un piano di ristrutturazione.

Gli swap cross-chain, servizio principale del network, restano totalmente operativi. Sospesi invece i servizi di ThorFi.

RUNE, la coin del progetto, non se l’è passata bene, perdendo nell’ultima settimana di gennaio circa il 30% del suo valore.

Restiamo in attesa di aggiornamenti, nella speranza che un progetto così interessante possa trovare un punto di equilibrio e preservarsi.

THORChain: considerazioni finali

Innovazione è la parola d’ordine quando si parla di questo progetto, partendo dall’idea su cui si fonda fino alle soluzioni tecniche adottate.

La blockchain è però un ambiente giovane, a volte sperimentale. Perciò, andando troppo oltre si va incontro a rischi sempre più rilevanti. A supporto di questa affermazione, THORChain ha già sperimentato hack, bug e interruzioni del servizio. Finora però, seppur non senza problemi, il team è sempre riuscito a superare gli ostacoli sul proprio cammino. Vedremo se sarà così anche per quelli di natura economica.

Il tempo potrà dirci quale sarà la collocazione di questa idea, ammesso che ci sarà. Restano comunque le basi per riuscire a costruire qualcosa di importante.


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