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Trading: le tipologie di ordini

Di Gabriele Brambilla

Le tante tipologie di ordini nel trading possono confondere. Ecco un approfondimento dedicato ai principali, dal market order allo stop loss, passando per i limit order

Trading: le tipologie di ordini

Ordini nel trading: quali sono?

La conoscenza delle tipologie di ordini nel trading azionario e crypto è un punto irrinunciabile per ogni investitore. Impostare ingressi e uscite in maniera efficiente è infatti uno dei pilastri del successo.

Gli ordini nel trading adottano però nomi simili e che possono confondere i meno esperti. Un errore dovuto alla scarsa consapevolezza potrebbe costare parecchio; una situazione simile va quindi evitata a ogni costo.

In questo articolo descriveremo i principali tipi di ordini del mercato azionario. Essi si trovano anche facendo trading sulle criptovalute, sugli strumenti derivati e nel settore delle commodities (materie prime). Perciò, una volta compresi saremo a posto per sempre.

Da segnalare però che i diversi broker di trading, siano essi exchange crypto (come Binance e Bybit) o tradizionali, impiegano spesso terminologie differenti e/o propongono ordini particolari. Nell’approfondimento cercheremo quindi di studiare quelli universali.

L’argomento potrebbe sembrare complesso ma non è così. Gli ordini nel trading hanno sempre l’obiettivo di comprare o vendere un asset. Ciò che cambia è la modalità e tutto ciò che ne consegue (prezzo, timing, size, ecc.).

Tra pochi minuti sarà tutto molto più chiaro. Iniziamo il percorso con l’ordine di trading più semplice: il market order.

Market Order trading

Partiamo dalle basi con il Market Order.

Come suggerisce il nome, si tratta di un ordine di acquisto o vendita eseguito immediatamente e al prezzo di mercato.

Disponendo un market order non si impostano limiti di alcun tipo. Di fatto è come se dicessimo “voglio acquistare le azioni ABC adesso, ecco i miei XXX euro” oppure “voglio vendere le mie azioni ABC ora e nella quantità XXX”.

Dobbiamo tenere presente che non c’è alcuna garanzia di comprare o vendere all’ultimo prezzo visualizzato, soprattutto se abbiamo a che fare con un asset volatile. Il market order dà la sola certezza di completare l’ordine; se poi il prezzo di acquisto o vendita dovesse essere diverso rispetto a quello che pensavamo, beh, sarebbe solo un nostro problema.

Questa tipologia di ordine di trading è perfetta per entrare o uscire senza ritardi. Ideale per chi volesse operare in quel preciso istante, al netto di altre considerazioni.

Accade spesso che il market order venga abusato dai neofiti. Ciò è dovuto a una scarsa conoscenza dell’analisi tecnica e delle tipologie di ordini. In situazioni particolari ci si può fare male perché ci si posiziona casualmente, senza valutare la fase del mercato.

Il trader professionista usa il market order con più attenzione, impostando l’azione con il timing corretto.

Anche per i non professionisti sarebbe meglio studiare le basi del trading, così da poter stare alla larga da perdite evitabili. Ecco quindi la prima puntata del Corso di Trading Consapevole; se ti piace, nel sito trovi tutti gli episodi, totalmente gratuiti e senza dover effettuare alcuna iscrizione.

Limit Order trading

Con il termine Limit Order identifichiamo una categoria di ordini differenti e più complicati rispetto al semplice market order.

Il limit order prevede un livello di prezzo (da qui appunto il termine limit) che fa scattare l’ordine stesso. Finché la cifra indicata non viene raggiunta, l’ordine resta in attesa.

Possiamo individuare quattro ordini limite. Elenchiamoli e scopriamoli uno per uno.

  • Ordine Buy Limit: acquisto di un asset a un certo prezzo, oppure al di sotto dello stesso. Il trader indica quindi il massimo che è disposto a spendere. Esempio: bitcoin a prezzo di mercato di 30.000$; un Buy Limit a 25.000 non scatterebbe fino al raggiungimento di questo prezzo. Ottimo per comprare criptovalute (o altro) se si vuole approfittare di un possibile ribasso.
  • Ordine Sell Limit: esatto opposto del punto precedente. Il trader imposta un prezzo minimo di vendita, sotto il quale non è disposto a cedere l’asset. Esempio: bitcoin a prezzo di mercato di 25.000$; un Sell Limit a 30.000 inizierebbe a vendere solo a un prezzo di mercato >= 30.000$.
  • Ordine Buy Stop: acquisto di un asset a un certo prezzo, superiore a quello del mercato attuale. Esempio: bitcoin scambiato a 30.000$ a mercato; un Buy Stop a 32.000 inizierebbe ad acquistare bitcoin al raggiungimento di questo prezzo. Adatto nelle situazioni di forte trend rialzista in cui si vuole comunque incrementare la posizione.
  • Ordine Sell Stop: il contrario del Buy Stop. Trattasi di un ordine di vendita a un prezzo inferiore a quello in vigore. Esempio: bitcoin scambiato a 30.000$; un Sell Stop impostato a 25.000 venderebbe da questa cifra in giù.

I limit order aiutano il trader nel portare avanti la sua operatività. Se impostati dopo un attento studio, essi possono fare la differenza tra vittoria e sconfitta.

Sul tema perdite, passiamo agli stop loss, fondamentali per una corretta gestione del rischio nel trading.

"Gli ordini con limite scattano al raggiungimento di un determinato livello"

Stop Loss Trading

Lo citiamo spesso ed eccoci qui a parlarne ancora: lo stop Loss.

Senza troppi giri di parole, questo tipo di ordine nel trading è fondamentale. Sappiamo bene quanto sia brutto sbagliare un’analisi e vedere il mercato andare nella direzione opposta. La tentazione di restare posizionati per recuperare è sempre forte ma ragioniamo:

  • Non sappiamo quando il mercato si muoverà come avevamo pensato.
  • Soprattutto, non ci è dato sapere se andrà mai dove avevamo immaginato.
  • I capitali non possono restare in balìa degli eventi.

Se messa in conto e calcolata, una perdita fa parte del gioco. Lo stop loss è qui per aiutarci.

Anche questa tipologia di ordine possiede un limite che ne prevede l’attivazione. Vi è però una differenza importante dai limit order: mentre questi ultimi sono da subito attivi, in attesa di completarsi, lo stop loss non lo è. Esso è lì, assopito ma pronto a risvegliarsi non appena dovesse “suonare la sveglia”.

Lo stop loss può essere sia in vendita che in acquisto. I nomi solitamente utilizzati sono Stop Sell e Stop Buy.

Il primo è impiegato quando ci si posiziona long su un asset. Comprando azioni Apple convinti che salgano, uno stop loss piazzato in prossimità di un supporto chiave ci darebbe tutta la protezione necessaria se ci fossimo sbagliati.

Lo stop loss in acquisto è invece utilizzato nell’operatività short. In una vendita allo scoperto delle azioni Tesla motivata dal pensiero di un’immininente discesa, se queste invece continuassero a salire lo stop loss potrebbe acquistarle e ridurre le perdite.

"Lo stop loss liquida la posizione e limita le perdite in caso di sconfitta"

Stop Limit Order trading

Ecco un parente strettissimo dello stop loss: lo Stop Limit Order.

Il nome stop limit order dovrebbe farci suonare un campanello. Fondamentalmente si tratta di ordini stop loss, dotati però di due prezzi differenti:

  • Stop price, ovvero l’innesco che fa passare lo stop limit order da dormiente ad attivo.
  • Limit price, una soglia minima di acquisto o vendita che agisce secondo le dinamiche dei limit order visti in precedenza.

Che sia semplice o con limite, il consiglio è quello di utilizzare sempre lo stop loss.

Non avrebbe senso continuare a vedere l’investimento andare in rosso: la nostra analisi sarebbe invalidata, accettiamo la cosa e salviamo il capitale restante.

Attenzione: per proteggerci dalle perdite è comunque sempre meglio optare per uno stop loss semplice. Gli ordini con limite potrebbero infatti non chiudere completamente la posizione in caso di crash, in virtù proprio delle soglie minime. Ciò porterebbe a “tenersi sul groppone” un asset che invece andava liquidato.

"Mai rinunciare allo stop loss: può salvarci da perdite ben peggiori!"

Take Profit Trading

Dopo gli strumenti per contenere le perdite, dedichiamoci a qualcosa di più piacevole: il Take Profit.

Chi mastica l’inglese ha già capito di cosa stiamo parlando. Tradotto in “prendere profitto” il take profit fa proprio questo: chiude totalmente o parte della posizione e mette in cassaforte il profitto conseguito.

Ad esempio, se avessimo acquistato azioni Amazon a 100$ l’una convinti di una potenziale scalata fino ai 120, un take profit piazzato proprio lì potrebbe fare al caso nostro.

Certo, poi il trading è metamorfosi continua e potremmo riconsiderare il prezzo obiettivo al rialzo (o al ribasso). Il take profit può essere tranquillamente eliminato o modificato per andare incontro ai cambiamenti, così come seguire il trend.

Inoltre, un take profit può anche solo coprire parte della posizione, lasciando attiva un’altra quota. In verità questa caratteristica vale anche per gli stop loss.

Usiamo il take profit e non facciamoci ingolosire troppo dalle promesse di guadagni mostruosi. Analizziamo attentamente l’asset, l’andamento, le resistenze, i volumi e via dicendo. Individuiamo un obiettivo e poi tuteliamo l’eventuale guadagno: non c’è cosa peggiore che vedere sfumare un profitto e addirittura chiudere in perdita!

"Il take profit mette al sicuro i profitti ottenuti in un trade"

Altri ordini nel trading

Abbiamo elencato tutte le principali tipologie di ordini nel trading. Ne restano altre più o meno fantasiose, non così diffuse tra i broker retail.

Diamo comunque uno sguardo per pura sete di conoscenza; nel caso poi dovessimo imbatterci in uno di questi ordini, sapremo già di cosa si tratta.

Nell’Immediate or Cancel, il trader vuole che l’ordine sia completato in un determinato intervallo temporale, solitamente ridotto a pochissimi secondi. Può essere sia a mercato che limite. L’ordine viene cancellato se la condizione del tempo non viene soddisfatta.

L’All or None è solitamente impiegato da chi opera su azioni dal prezzo contenuto, al di sotto dei 5$ l’una. L’ordine viene piazzato su quantitativi in genere elevati ed è completato solo se l’offerta è in grado di riempirlo completamente. Ad esempio, se volessimo 5000 azioni della società ABC, un All or None non verrebbe eseguito sotto quel numero.

Infine il Fill or Kill. Prendiamo l’ Immediate or Cancel e fondiamolo con l’All or None: ecco che avremo ottenuto il Fill or Kill. Trattasi di un ordine che esige un intervallo temporale ridotto per essere completato, unito alla condizione di soddisfare l’intera quantità.

Potremmo proseguire ma non è proprio il caso, c’è già tanto da capire e memorizzare.

Questo articolo può essere di supporto ogniqualvolta ci sia della confusione da dissipare, soprattutto per coloro che frequentano da poco il mondo del trading.

Ripetiamo che le varie piattaforme adottano non di rado dei nomi un poco diversi; la sostanza comunque non cambia.

Il viaggio è appena iniziato: se lo desideri, consulta tutti i nostri articoli sulle basi del trading e prosegui con i livelli successivi.

Buona lettura!


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