Arbitrum: un nuovo crypto “drama” infiamma la community
Di Davide Grammatica
Il Layer-2 Arbitrum è finito al centro della polemica riguardo al suo primo voto di governance, e di come la nuova crypto sia stata “spesa” dalla Foundation senza approvazione della DAO
Il crypto “drama” Arbitrum
Dopo l’airdrop del token ARB e la conclusione della prima vera fase di voto della governance, il Layer-2 Arbitrum è già finito in mezzo alle polemiche della community crypto.
La vicenda riguarda nello specifico l’Arbitrum Improvement Proposal (AIP-1), ovvero alcune domande in merito a 750 milioni di token ARB destinati alla Arbitrum Foundation, i quali sono stati in parte venduti nonostante il voto contrario della DAO, rendendo di fatto inutile il processo democratico del protocollo.
Il voto su questo fondo da quasi un miliardo di dollari, a seguito di comunicazioni ufficiali tramite tweet e forum, è stato quindi ribattezzato come “ratifica”, per giustificare (forse goffamente) il corretto funzionamento della governance decentralizzata. Come per quanto riguarda la gestione dei dipendenti, oppure quella dei vari organi di potere e dei loro membri (il Security Council).
Il problema non nasce dalla quantità di crypto destinata alla Foundation, quanto per una decisione già presa su 50 milioni di token di governance. I quali, secondo le comunicazioni, non sarebbero stati “spesi”, quanto piuttosto “stanziati” come prestito a un “attore sofisticato nello spazio dei mercati finanziari” per attività di marketing. Altri 10 milioni, invece, sarebbero stati destinati a coprire costi operativi e convertiti in stablecoin.
Non tutto può essere on-chain?
Le preoccupazioni, se si pensa anche al fatto che l’airdrop è risultato essere uno dei più importanti dei tempi recenti (più di 300mila wallet hanno ricevuto il token), non sono state poche. La community si è infatti subito rivolta alla Foundation per esprimere i propri dubbi sul corretto funzionamento della struttura decentralizzata, ravvisando solo delle scuse per coprire la vendita dell’asset.
Arbitrum, tuttavia, ci ha tenuto a sottolineare come l’ecosistema sia integro, e soprattutto che, perché la governance possa essere realmente decentralizzata, si debba passare da alcuni parametri prestabiliti.
Inoltre, queste “sovvenzioni speciali” contribuirebbero a sopperire al problema della “pigrizia degli elettori”, essendo quindi cruciali per le prospettive del progetto a maggior ragione se in relazione alla concorrenza.
Del resto, per operazioni che possano coinvolgere altre società, potrebbe essere necessario un ente centrale come la Foundation che possa fungere da tramite. Ma il tutto apre comunque un dibattito rispetto alle possibilità di una DAO di poter competere con realtà centralizzate, soprattutto in merito a partnership e operazioni di marketing.
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