Inflazione USA: il CPI di ottobre
Di Gabriele Brambilla
Tutti pronti a scoprire gli aggiornamenti sull'inflazione americana? Sono finalmente disponibili i dati su CPI e Core CPI riferiti al mese di settembre
CPI e Core CPI: occhio all'inflazione negli Stati Uniti
CPI e Core CPI americani: arrivano i tanto attesi aggiornamenti basati su quanto rilevato lo scorso mese.
Non occorre più presentare dal principio il contesto in cui ci troviamo. Gli aumenti ai tassi d’interesse operati dalla Federal Reserve iniziarono nell’ormai lontana primavera del 2022, susseguendosi in una serie che li ha portati a livelli elevatissimi: 5,5% (dallo 0,25% di partenza, ricordiamolo).
La Banca Centrale Europea si è invece mossa un po’ dopo; di conseguenza, gli attuali tassi sono più bassi, al 4,5%. Se questa istituzione ha ancora qualche movimento in serbo, situazione differente per la FED, che seppur abbia espresso la volontà di procedere a nuovi aumenti, deve prestare molta attenzione a non stressare eccessivamente l’economia.
Sappiamo bene che la lotta all’inflazione richiede sacrifici e attenzione: esagerando si penalizzano mercati, investimenti e lavoro, provocando rallentamenti e recessioni; dall’altro, una guardia bassa troppo in anticipo può causare il ritorno dell’inflazione e problemi ben più grandi, tra cui la stagflazione.
Nel complesso, i recenti CPI hanno mostrato dei miglioramenti. Tuttavia, guardando il Core CPI, che è privo del costo dell’energia, i prezzi rimangono su quote troppo alte.
Il Consumer Price Index di ottobre apre la strada al prossimo meeting FOMC, previsto per dal 31/10 al 01/11. Sicuramente i risultati appena pubblicati avranno un ruolo primario nel delineare le politiche della Federal Reserve.
Guardando alle previsioni, ci si aspettavano questi dati:
- Core CPI MoM: 0,3%;
- Core CPI YoY: 4,1%;
- CPI MoM: 0,3%;
- CPI YoY: 3,6%.
Passiamo quindi ai numeri reali, piuttosto simili. Per il Core CPI troviamo cifre identiche, mentre c’è un +0,1% rispetto alle previsioni per entrambi i dati del CPI (YoY a 3,7%, MoM a 0,4%). Che cosa significa? I dati sono superiori di poco alle attese e l’inflazione resterà sotto la lente d’ingrandimento delle istituzioni. Possibile altro aumento da 25 punti base in arrivo? Lo scopriremo tra una ventina di giorni.
Confermate le attese dell’Initial Jobless Claims, il dato che mostra quanti individui hanno richiesto per la prima volta il sussidio di disoccupazione nella settimana precedente. Ancora una volta, mercato del lavoro molto resiliente.
Diamo un’occhiata a come si muovono i mercati alle ore 14:30 circa.
Benissimo l’Asia, con tutte le principali piazze in verde. Migliore di tutti l’indice Hang Seng di Hong Kong (+1,93%), seguito dal Nikkei di Tokyo (+1,75%) e dal Kospi coreano (+1,21%). Bene anche Shanghai a +0,94%.
Tutto positivo anche in Europa, dove Borsa Italiana guida per l’ennesima volta la classifica: l’indice FTSE MIB è a +1,05%. FTSE di Londra a +0,71%, mentre CAC 40 di Parigi e DAX di Francoforte si posizionano un po’ più indietro (rispettivamente +0,44% e +0,55%).
Mercati americani in apertura, attenzione quindi alla volatilità.
Criptovalute in perdita con bitcoin ed Ethereum che lasciano per strada intorno all’1%. Male Solana (-2,8%) e Polkadot (-2,6%), mentre salgono CRO (+2,8%) e ApeCoin (+2,5%). In pareggio Shiba Inu Coin. NB: Dati aggiornati alle 14:30.
Che cos'è il CPI?
Ecco le consuete due righe atte a spiegare in pillole che cos’è il Consumer Price Index.
Il CPI è un dato composto da un paniere di beni e servizi acquistati dalle famiglie americane. Essi sono molto differenti tra loro: si passa da bevande e cibo a trasporti, assistenza medica e altro ancora. Questo numero mostra le variazioni di spesa sostenute dai consumatori, dando quindi la possibilità di valutare l’impatto dell’inflazione e la sua evoluzione. Il Core CPI esclude invece il costo dell’energia.
La Federal Reserve basa le decisioni anche sul Consumer Price Index, soprattutto in periodi delicati come quello attuale.
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