Ho fatto un sogno: tutti usavano Tron...
Di Gabriele Brambilla
A che punto si trova il network Tron nel 2025? Analizziamo alcuni aspetti di primo piano e capiamo come si è evoluto nel tempo

Introduzione
Questa notte ho fatto un sogno: tutti utilizzavano con naturalezza le criptovalute per fare acquisti online da una piattaforma dedicata su base Tron. No, non sono ossessionato dalla nostra industria (o almeno credo!) e non sto inventandomelo, è successo davvero. Questo sogno mi ha fatto realizzare che non parliamo del network di Justin Sun da un po’ di tempo.
Personalmente, ho sempre avuto una posizione abbastanza neutrale sul progetto. Trovo infatti che ci siano punti di forza e criticità, in un mix che può piacere a molte persone. In effetti, il network ha vissuto un periodo di forte crescita, ritagliandosi un posto tra le blockchain più importanti del panorama.
Giunti praticamente a metà 2025 (davvero, il tempo vola), vediamo a che punto si trova Tron analizzandone diversi aspetti. Non mancherà una breve disamina sull’andamento della criptovaluta nativa TRX.
Buona lettura!
Indice
Panoramica su Tron
Tron è un progetto con diversi anni di storia sulle spalle e con una figura chiave che fa parlare spesso di sé: Justin Sun, imprenditore cinese molto attivo nell’industria.
La piattaforma Tron mette al centro due punti di forza:
- Rapidità delle transazioni
- Costi irrisori delle gas fee
Ci sono poi altri punti distintivi che premiano il progetto, come ad esempio il buon numero di transazioni per secondo e il supporto agli smart contract.
Proprio i contratti intelligenti, uniti alle altre caratteristiche interessanti, rendono il network perfetto per sviluppare pressoché qualsiasi progetto capace di sfruttare in qualche modo la blockchain. Si spazia dalle soluzioni per le aziende fino a protocolli capaci di richiamare miliardi di liquidità, con nel mezzo tante interessanti sfumature.
A livello tecnico, Tron integra l’algoritmo di consenso Delegated Proof-of-Stake, che riesce a mettere abbastanza d’accordo sicurezza, scalabilità e decentralizzazione. Su quest’ultimo punto, ci sono però alcune riserve: data la natura del Delegated Proof-of-Stake, i validatori dalla migliore reputazione sono sempre più premiati rispetto agli altri; in questo modo, la decentralizzazione non trova piena applicazione, nodo critico ancora irrisolto.
Se però parliamo di decentralizzazione intesa come assenza di un’autorità centrale, il network è così già da tempo. Tutte le decisioni sono prese dalla Tron DAO, che è composta dalla community. In ogni caso, anche qui vi è una nota stonata: più fondi si posseggono, più si ha potere di voto.
Tron è quindi un progetto con luci e ombre, come spesso accade nella nostra industria. In ogni caso, negli ultimi anni la crescita è stata elevata e le applicazioni si sono moltiplicate. Tra queste, spiccano DeFi e stablecoin, aree dove lo stesso Justin Sun ha calcato il più possibile la mano.
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"Transazioni rapide ed economiche con qualche ombra"
DeFi e stablecoin di Tron
Per tutto il 2023 e nella prima metà del 2024, la finanza decentralizzata del network è costantemente cresciuta in termini di liquidità depositata, arrivando a superare senza troppi problemi i 10 miliardi di dollari.
Questo successo deriva soprattutto da JustLend, il protocollo di lending leader del progetto. Assieme a esso, menzioniamo poi Sun, DEX, yield farming e self governance platform.
In seguito, vi è stato un calo continuo delle cifre in gioco, fino ad arrivare ai 4,84 miliardi di dollari odierni (fonte DefiLlama). Questa decrescita segue di pari passo quella della DeFi in generale: picco nella primavera del 2024, calo per il resto dell’anno, recupero parziale da marzo 2025 in poi.
Spostiamoci sulle stablecoin, uno dei punti su cui il progetto sta spingendo maggiormente.
La market cap totale delle criptovalute dal valore stabile è in costante aumento da anni, ormai vicina agli 80 miliardi di dollari totali. La dominance parla praticamente una sola lingua: il 99% dei capitale è su USDT, la valuta di Tether ancorata al dollaro americano.
La seconda stablecoin più capitalizzata è USDD, nativa del progetto. A oggi, Tron è la blockchain con il TVL maggiore in USDT, seguita da Ethereum e dalla BSC.
Le stable sono uno degli asset crypto più promettenti in assoluto per quanto riguarda l’adozione di massa. Il trend espansionistico è già in atto da tempo e Tron sta puntando molto su questo comparto per crescere il più possibile.
A livello fondamentale, nonostante gli alti e bassi, il network si presenta come una soluzione valida e già apprezzata dal pubblico, compresi gli attori istituzionali. Il futuro riserverà con buona probabilità il consolidamento di questi risultati, a patto che non sorgano problematiche o nuove sfide in grado di minare il progetto Tron.
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Account e volumi sulla blockchain
Tron ha di recente sorpassato i 310 milioni di account totali. Si tratta di una delle chain layer 1 più diffuse e utilizzate in assoluto. Impressionanti i quasi 198mila nuovi account registrati in sole 24 ore lo scorso 29 maggio.
La crescita prosegue di buon grado anche se la fase attuale resta incerta. I nuovi arrivi potrebbero dare un’iniezione di fiducia a tutti: dai comuni investitori e/o utenti agli sviluppatori interessati a dar vita a un progetto.
Il network Tron resta in una posizione outperform su diverse metriche rispetto alla concorrenza. Oltre a quanto abbiamo già detto su USDT e sul numero totale di account, mettiamo infatti in evidenza il grande sviluppo di smart contract in atto.
Quanto ai volumi, vi è sempre una certa vivacità. Colpisce però l’attività sulla criptovaluta nativa TRX, che a maggio ha sperimentato dei volumi di trasferimento pari a 490 miliardi di esemplari. Scopriamo a che punto siamo.
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"Vivacità è la parola chiave per TRX e il network"
Analisi coin TRX
Tutti spostano TRX, che si conferma una valuta molto dinamica e apprezzata, ma non solo.
Dopo un periodo piuttosto noioso, a maggio la coin ha ripreso a crescere, passando da un valore di 0,21 dollari agli attuali 0,27. Da metà maggio ci troviamo in un’area stabile, laterale, in attesa di individuare la direzione da intraprendere.
Al di fuori della price action, resta solida la quota in staking, che ammonta al 46% della supply (43,7 miliardi di TRX), perlopiù bloccati in smart contract a lungo termine. Questo aspetto premia gli investimenti di lungo periodo e mantiene un sentimento positivo, a prescindere dai trend di breve periodo che possono manifestarsi. Altro dato interessante: il 64% degli holder di TRX detiene la coin da almeno un anno.
In aggiunta, seppur la supply massima sia infinita, nelle ultime due settimane c’è stata una leggera contrazione del circolante, buona per migliorare il clima.
Attenzione però: secondo i dati di CMC, il 72% dei TRX esistenti è nelle mani delle whale; una percentuale piuttosto considerevole, anche se altre crypto la superano di diversi punti percentuali.
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