Indice NFIB: l'economia USA dalle piccole imprese
Di Gabriele Brambilla
Forse non ne hai mai sentito parlare, ma l'indice NFIB puà aiutarti a comprendere meglio l'economia USA: approfondiamo!

Introduzone all'indice NFIB
Tra gli indicatori economici meno conosciuti c’è l’indice NFIB, dedicato alla piccola imprenditoria americana.
Poco conosciuto ma dal valido potenziale, questo indicatore merita di essere approfondito. Nell’articolo che stai leggendo troverai tutti gli elementi di base da sapere per valutare se aggiungerlo al corredo degli strumenti da seguire.
Buona lettura!
Indice
Che cos’è l’Indice NFIB?
L’Indice NFIB (National Federation of Independent Business) è un indicatore mensile che misura la fiducia delle piccole imprese statunitensi.
Pubblicato regolarmente dalla NFIB, questo indice rappresenta una voce cruciale nel coro degli indicatori economici americani. A differenza di altri strumenti che si focalizzano su multinazionali e grandi corporation, l’NFIB riflette il sentiment delle aziende con meno di 500 dipendenti, ovvero la spina dorsale dell’economia statunitense. Grazie ai dati raccolti, possiamo quindi avere una visione più capillare di cosa sta accadendo nell’economia USA, senza concentrarci unicamente sulle società enormi.
Il valore dell’indice si basa su un sondaggio condotto tra circa 600 piccole imprese in tutti gli Stati Uniti, che vengono interrogate su aspetti chiave del loro business quali vendite, assunzioni, condizioni del credito, disponibilità di manodopera, aspettative su inflazione e tasse.
Ogni componente contribuisce alla valutazione finale, espressa come punteggio complessivo. Un numero sopra la media storica suggerisce fiducia e solidità economica, mentre un punteggio in calo può segnalare incertezza o preoccupazione.
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"L’Indice NFIB è un indicatore mensile che misura la fiducia delle piccole imprese statunitensi"
L'importanza dell'indice NFIB
Anche se spesso trascurato dai riflettori rispetto a indicatori come il PIL o il CPI, l’indice NFIB è fondamentale per comprendere lo stato di salute reale del tessuto produttivo americano.
Le piccole imprese rappresentano oltre il 40% del PIL statunitense e impiegano quasi la metà della forza lavoro privata. Quando queste aziende sono ottimiste, tendono a investire, espandersi e assumere, generando un effetto moltiplicatore sull’economia. Il peso di quanto accade negli ambienti più piccoli è notevole e può condizionare non poco la vita economica del Paese.
Fonte grafico: Small Business Administration, Office of advocacy, sba.gov
In aggiunta, le piccole imprese sono spesso le prime a percepire cambiamenti macroeconomici, perché vivono il mercato “sul campo”, a stretto contatto con clienti e fornitori. Se l’ottimismo cala, può voler dire che l’inflazione sta erodendo i margini, che il costo del credito è troppo alto o che le politiche fiscali non favoriscono lo sviluppo. Oppure esattamente l’opposto. In questo senso, l’NFIB funge da indicatore anticipatore, utile per investitori, economisti e politici.
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Lettura dei dati e impatto sui mercati
Approfondiamo la questione riguardo la lettura dei dati e il relativo impatto che questi hanno sul mercato.
Un calo dell’indice NFIB può sollevare segnali di allarme nei mercati, specialmente in settori come quello bancario, delle materie prime o dei consumi interni. Se le piccole imprese segnalano difficoltà a trovare manodopera o ottenere prestiti, questo può riflettersi rapidamente sulla crescita futura e influenzare le decisioni della Federal Reserve in materia di tassi di interesse. Sì perché la FED non decide come muoversi basandosi solo sull’inflazione, ma tiene conto di tutto ciò che osserva.
Allo stesso tempo, un aumento dell’ottimismo può sostenere l’azionario, in particolare i segmenti legati alla domanda interna. L’indice è spesso osservato in combinazione con altri dati, come il JOLTS, il PPI o le vendite al dettaglio. La convergenza tra questi segnali può rafforzare le aspettative di crescita o rallentamento, alimentando volatilità.
Un caso recente che possiamo analizzare è il periodo immediatamente successivo alla stabilizzazione della pandemia da COVID, quando l’indice NFIB visse fasi di forte oscillazione.
Dopo un’impennata legata alla riapertura dell’economia nel 2021, la fiducia andò progressivamente calando nelle annate 2022 e 2023, caratterizzate da inflazione elevata, aumento dei tassi d’interesse e scarsità di manodopera qualificata. In alcuni mesi, l’indice toccò i minimi degli ultimi dieci anni, con molte imprese che segnalavano un peggioramento delle condizioni economiche e una crescente incertezza fiscale.
La situazione migliorò parzialmente nel 2024, grazie a un’inflazione più contenuta e a segnali di stabilizzazione monetaria. Tuttavia, il quadro resta fragile: il dato NFIB continua a mostrare una divisione tra imprese ottimiste sulle vendite future e altre ancora in difficoltà nel reperire forza lavoro o gestire i costi operativi.
Sul sito ufficiale NFIB è possibile consultare il dato aggiornato.
Considerazioni finali
L’Indice NFIB è una lente attraverso cui osservare lo stato d’animo dell’imprenditoria. In un’economia come quella americana, dove le piccole imprese hanno un ruolo decisivo, monitorare il loro ottimismo significa anticipare tendenze e comprendere meglio la direzione dei mercati.
Anche se meno conosciuto rispetto ad altri indicatori, l’NFIB è molto utile per chi desidera cogliere segnali deboli ma significativi. Unito al corredo degli altri strumenti e indicatori, può aiutarci a investire e osservare i mercati in maniera più completa e consapevole.
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