Kraken interrompe i servizi di staking negli Usa
Di Davide Grammatica
Accusato dalla SEC di offrire security “non registrate”, Kraken ha deciso di patteggiare interrompendo i servizi di staking per gli utenti americani e pagando una sanzione da 30 milioni di dollari
La SEC, Kraken e lo staking
Secondo quanto si afferma in un comunicato della Securities and Exchange Commission (SEC), Payward Venture e Payward Trading, società che compongono l’exchange Kraken, interromperanno i loro servizi di staking.
O almeno lo faranno negli Usa, con il CEX che pagherà anche 30 milioni di dollari come parte del patteggiamento con la SEC. Il regolatore aveva infatti accusato l’exchange di vendere security “non registrate” attraverso il suo programma di staking “as-a-service”, il quale offriva ricavi superiori al 20% annui.
Ciò che sembra ormai chiaro, tuttavia, è che la SEC stesse pianificando di reprimere i programmi di rendimento del mondo crypto da tempo.
Il ceo di Coinbase, Brian Armstrong, in questo senso, aveva già twittato nelle ultime ore le sue preoccupazioni in merito alle “voci” secondo cui la SEC vorrebbe sbarazzarsi dello staking in quanto servizio generale. Secondo Armstrong, invece, lo staking non dovrebbe essere associato a una security, quanto a una “importante innovazione”, e per questo motivo svincolato da leggi limitanti.
Il piano della SEC per le crypto
Di opinione opposta, ovviamente, è il presidente della SEC Gary Gensler, il che non è una bella notizia per tutte le altre realtà che offrono servizi simili negli Usa.
I fornitori di un qualsiasi programma di staking, secondo Gensler, dovranno infatti “registrarsi e fornire una divulgazione completa, equa e veritiera a protezione degli investitori”.
E le ragioni nascono dai metodi sfruttati, in primis, da Kraken stessa. Il CEX, secondo l’agenzia, avrebbe preso le crypto degli investitori mettendole in un pool di staking e offrendo ricompense. Tuttavia, i rendimenti promessi da Kraken sarebbero stati “svincolati da qualsiasi realtà economica”, e l’exchange non avrebbe fornito nessuna prova della propria condizione finanziaria, oltre a dimostrare di avere i mezzi per pagare, in primo luogo, i rendimenti promessi.
E in ultima istanza, sempre secondo la SEC, Kraken avrebbe mantenuto il “diritto di non pagare ai clienti alcun ritorno”.
Secondo il regolatore, questo accordo dovrebbe “chiarire al mercato come i fornitori di staking-as-a-service debbano ‘registrarsi’ e fornire informazioni complete, eque e veritiere a protezione degli investitori”.
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