I crypto scam a tema ChatGPT continuano ad aumentare
Di Davide Grammatica
Solo nelle ultime settimane sono stati emessi centinaia di token con riferimento a ChatGPT e all’AI, ma sono quesi tutti degli scam veri e propri.
Criptovalute tra AI e truffe
Nelle ultime settimane sono apparsi nel mondo crypto centinaia di token con riferimento esplicito o implicito a ChatGPT e all’AI. Solo sulla BNB chain se ne contano più di 170, e non sono che il risultato della mania di incassare denaro sulla scia del nuovo trend tecnologico, ovvero dei token con rifermento al marchio del chatbot più famoso del momento ma senza alcuna associazione tecnica concreta allo strumento.
La maggior parte sono apparsi nell’ecosistema BNB, ma non mancano sulla rete Ethereum, Solana, Arbitrum e Cronos.
La mossa, se si vuole, potrebbe somigliare a quella Microsoft, la quale ha annunciato di voler integrare i chatbot di OpenAI per i servizi di ricerca sui browser della società. Tuttavia, mentre il chatbot di Microsoft dovrebbe essere uno strumento costruito su misura delle esigenze dell’azienda, rappresentando secondo alcuni un miglioramento di ChatGPT stesso, questi token sono per lo più gestiti da veri e propri truffatori che fanno leva sull’hype senza alcuna implementazione tecnica.
E il risultato, nonostante le innumerevoli “red flag” che accompagnano questi progetti, consiste in migliaia (se non milioni) di dollari in volumi di trading.
Uno scenario pericoloso
PeckShield, una società che si occupa di sicurezza su blockchain, ha twittato recentemente di aver rilevato dozzine di token di questo tipo di nuova creazione, che si dividono tra l’avere un imposta di vendita elevatissima (di solito maggiore del 50%) e il costituire degli schemi “pump & dump”. Nel giro di pochi giorni, “già due di loro sono scesi di oltre il 99%”, ha twittato Peckshield, contestualmente all’analisi della situazione.
Altri ancora, invece, sono definiti “honeypot”, ovvero smart contract che “fingono” di far trapelare i propri fondi a un utente a condizione che questo invii fondi aggiuntivi.
Questi token, secondo i dati presi da DEXTools, si dividono tra Uniswap e PancakeSwap, e tra i più popolari se ne vedono alcuni che hanno raggiunto una capitalizzazione di mercato di oltre 250 milioni di dollari. Segno che il “sogno crypto” dello scovare la piccola “gem” da x100, non è morto sotto i colpi del bear market.
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