5 min read 31 Jan 2025

Top performer crypto: i nomi caldi di gennaio!

Di Gabriele Brambilla

Gennaio finisce e possiamo fare una valutazione su quali sono le top performer crypto del mese, non solo guardando alla percentuale di crescita ma anche ai fondamentali

Top performer crypto: i nomi caldi di gennaio!

Ecco le top performer crypto di gennaio

Si conclude il primo mese del 2025, il momento perfetto per tirare le somme e vedere quali sono le top performer crypto di gennaio.

In questa speciale classifica portiamo diversi nomi di coin e token che si sono distinte per essersi comportate bene nei primi 31 giorni del nuovo anno. Non abbiamo preso le prime della classifica: il focus è invece andato sui progetti di cui abbiamo parlato spesso, percepito l’euforia generale o che si sono ben distinti.

Vuoi provare a indovinare quali sono le criptovalute in questione? Ecco un piccolo aiuto: trattandone praticamente ogni giorno, abbiamo escluso bitcoin ed Ethereum (che non se la passa benissimo).

Raydium (RAY)

Il token RAY, della piattaforma DeFi Raydium, era un nome obbligato.

Guardando al prezzo, la crescita a gennaio è stata del 50% circa, una prestazione veramente ottima. Raydium ha macinato volumi di scambio enormi soprattutto grazie all’arrivo delle memecoin TRUMP e MELANIA, capaci di scuotere il mercato e richiamare miliardi di dollari di capitalizzazione in pochissime ore dal lancio.

Ci sono però anche delle notizie interessanti lato fondamentale. La piattaforma ha infatti avviato la versione beta per lo scambio di perpetual futures. Questo passo in avanti garantisce agli utenti Raydium ancor più libertà di movimento e possibilità di investimento.

Mantra (OM)

Spostiamoci su OM, coin nativa di MANTRA, blockchain layer 1 specializzata nei Real World Asset pensata soprattutto per le istituzioni e gli sviluppatori.

A livello fondamentale, la crescita di OM deriva in parte dalla partnership siglata tra MANTRA e DAMAC Group, realtà operante soprattutto nel settore real estate e dei data center. La collaborazione tra questi due nomi consentirà di andare sempre più verso la tokenizzazione, espandendo così una delle nicchie del mondo blockchain più promettenti.

OM ha risposto con un sonoro +42% da inizio anno, anche se la crescita è partita ben prima e sembra inarrestabile: a febbraio 2024, la coin valeva circa 10 centesimi di dollaro; oggi siamo intorno ai 5,4… a voi i commenti!

Ripple (XRP)

XRP, la valuta di Ripple, doveva essere per forza nella classifica per diverse motivazioni.

L’andamento degli ultimi mesi lo conosciamo bene e a gennaio possiamo mettere in cassaforte un +48% circa. La coin è tornata stabilmente a occupare il terzo posto assoluto in termini di market cap, dietro solamente a BTC ed ETH.

A spingere il prezzo e l’intero progetto è però lo scenario totalmente cambiato. L’arrivo di un’amministrazione americana pro crypto ha gettato le basi per il futuro, dove XRP potrebbe anche avere un ruolo nella riserva strategica di Stato.

Aggiungiamo poi la chiusura definitiva delle vicende legali e il cambio ai vertici della SEC, l’acerrima nemica di Ripple da alcuni anni a questa parte.

Ma c’è di più: l’azienda continua a siglare accordi e ottenere licenze che migliorano i fondamentali. Da tenere d’occhio.

Jupiter (JUP) e Solana (SOL)

È il momento dell’accoppiata JUP e SOL, ossia il token del protocollo Jupiter e la coin nativa di Solana. Rispettivamente, queste crypto hanno avuto un ottimo mese: +29% per la prima e +26% per la seconda.

Anche qui le memecoin ci hanno messo un enorme zampino, muovendo tutto il network e macinando volumi di transazioni enormi. Sarebbe però riduttivo pensare che i motivi dietro la crescita siano attribuibili esclusivamente al fenomeno meme; semmai si tratta di un boost.

Jupiter è una piattaforma in continua evoluzione, essenziale per fornire tutta la liquidità di cui Solana ha bisogno. Lo scorso fine settimana c’è stato il burn di ben 3 miliardi di token JUP. Inoltre, è stato annunciata l’intenzione di allocare il 50% delle fee prodotte dalla piattaforma per fare buy back di JUP, per poi bloccarli in una riserva a lungo termine.

A tutto ciò si aggiunge la stuzzicante idea di JupNet, un network omnichain pensato per connettere utenti blockchain e token in un solo ambiente decentralizzato. La beta potrebbe arrivare entro qualche mese.

Solana è invece un network che continua a espandersi e che ha ormai eliminato i grandi problemi che lo affliggevano di continuo nel passato. Inoltre, anche SOL potrebbe entrare a far parte della riserva strategica crypto degli Stati Uniti e si continua a parlare di ETF.

Monero (XMR)

Monero XMR è sicuramente il nome a cui pochi avranno pensato, perché in effetti si tende a darle poco spazio.

La coin chiude un buon mese con quasi il 21% di guadagno al momento della scrittura. Se ampliamo l’orizzonte e osserviamo l’andamento a un anno, la crescita è stata convincente, anche se con qualche momento di indecisione da segnalare.

Il valore attuale è il più alto da due anni a oggi, segno che forse l’aria sta cambiando.

Monero ha subito parecchio la crisi delle privacy coin, attaccate a più riprese soprattutto dalle istituzioni perché ritenute amiche di malavitosi e terroristi. L’accusa può trovare in parte fondamento; tuttavia, Monero non è stata pensata per “tutelare i cattivi”, ma per proteggere la privacy delle persone comuni e oneste, sempre più preziosa e al contempo fragile nella nostra epoca.

Risolto il caso Tornado Cash (vinto dalla piattaforma), ci sono le basi per il consolidamento di progetti seri e utili come Monero. La coin XMR seguirà naturalmente gli avvenimenti.

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