Bitcoin, ETF spot e macroeconomia

Di Matteo Bertonazzi

Parliamo nuovamente di ETF spot, concentrandoci però sulle implicazioni macroeconomiche e della rete Bitcoin

Bitcoin, ETF spot e macroeconomia

Introduzione al focus on di oggi

Benvenuto Crypto Investitore alla lettura del focus on che ci conduce alla fine di gennaio. Oggi eravamo davvero indecisi sugli argomenti da trattare, questo mercato offre sempre tanti spunti e a volte ci si rischia di perdere; siete fortunati, perché selezionare l’argomento adatto è il nostro mestiere.

Eravamo indecisi se portare un aggiornamento sugli ETF o un nuovo recap macroeconomico, ma siamo riusciti a trovare un filo conduttore che ci permette di cogliere da entrambi nozioni interessanti.

Le fonti per questo approfondimento sono state recuperate da Arthur Hayes, fondatore di BitMex e primo ad introdurre i futures perpetual e Vito Lops con Giacomo Zucco nella loro recente chiacchierata a tema ETF.

Partiamo facendoci una domanda che non molti approfondiscono. Ci siamo chiesti come funziona un ETF spot, abbiamo speculato su quando sarebbe stato approvato fino all’ultima settimana disponibile e infine ci siamo più volte scontrati con chi ha finalmente concesso l’approvazione di questo strumento.

Però non ci siamo mai chiesti perché è stato approvato l’ETF e soprattutto perché proprio adesso. Se ripercorriamo i focus on incentrati sulla macroeconomia, troviamo diversi approfondimenti sullo stato finanziario ed economico precario degli Stati Uniti e su come il mondo in generale tra guerre e crisi stia passando giornate burrascose, quindi perché approvare un ETF spot su bitcoin?

Arthur Hayes in un suo articolo scrive:

“Il mercato globale dei bond è stimato a 133 trillion di dollari; immagina gli afflussi nell’ETF di bitcoin se i prezzi dei bond continuassero a diminuire nonostante la FED potrebbe iniziare a ridurre i tassi a Marzo.
I prezzi dei bond potrebbero continuare a diminuire se l’inflazione raggiungesse il bottom e riprendesse la sua marcia verso l’alto. Ricorda semplicemente che la guerra porta inflazione, e la periferia dell’impero è sicuramente in guerra.”

Con questo spunto Hayes pone la sua attenzione sulla migrazione dei capitali e sui possibili scenari che porterebbero la Federal Reserve e il Tesoro degli Stati Uniti ad intervenire nuovamente a sostegno dei mercati, ma ci arriveremo tra poco.

Non si parla solo di America, in questo momento diverse potenze mondiali si trovano nella stessa situazione e stanno lavorando intorno al mondo blockchain: a seguire gli Stati Uniti la Cina lancerà la sua versione di ETF spot su bitcoin ad Hong Kong per intercettare i capitali asiatici.

Tutte le attenzioni sono su bitcoin e di conseguenza sul mercato crypto.

Questo focus on è stato pubblicato in esclusiva sulla nostra newsletter Whale Weekend del 26 gennaio 2024. Iscriviti per non perdere articoli inediti, analisi, news della settimana e tanto altro ancora!

Macroeconomia vs Web3

Molti stanno ponendo l’attenzione sul prossimo potenziale catalizzatore di interesse web3, ossia gli ETF sulle altcoin, già offerti da numerose società in EU e quindi potenziali candidati anche per il mercato US, ma in questo momento c’è un evento molto importante lato macroeconomico di cui nessuno parla: la fine del BTFP.

Il BTFP nasce come strumento di emergenza proposto dalla Yellen nel Marzo 2023 per salvare il sistema finanziario quando scoppiò la crisi delle banche regionali a seguito delle bank run digitali che hanno portato al collasso delle famose SVB, Silvergate e Signature Bank.

Uno dei problemi principali che portò a quel collasso fu la mancata protezione verso l’esposizione ai bond di lunga scadenza, che dopo l’aumento dei tassi e il conseguente deprezzamento dei titoli portavano sostanzialmente il conto delle banche in rosso.

Per questo la situazione attuale del mercato dei bond e dei tassi di interesse, unita alla prossima scadenza del BTFP, ha tutte le carte per essere un evento scatenante.

Sempre citando Hayes:

”Questo evento non sarà positivo, poiché la Fed non ha ancora abbassato i tassi a un livello che spinge il rendimento del Treasury decennale nell’intervallo del 2% – 3%. A questi livelli, i portafogli obbligazionari delle banche non troppo grandi per fallire (Too-Big-to-Fail, TBTF) tornano in utile rispetto all’attuale massiccia perdita non realizzata sul loro bilancio.
Finché i tassi non saranno ridotti ai livelli suddetti, non c’è modo che queste banche possano sopravvivere senza il supporto governativo fornito attraverso il BTFP”

Questo evento potrebbe far scaturire una crisi di breve durata ma sufficientemente impattante a costringere i poteri finanziari statunitensi ad intervenire con gli inevitabili stimoli, in ordine: taglio dei tassi, riduzione o tapering del QT e infine l‘iniezione di denaro nel sistema tramite la creazione di moneta del sistema finanziario e dell’economia reale.

Quando i fondi hanno tanta liquidità, essi devono differenziare su asset ad alto rischio-rendimento, abbiamo già visto come funziona nel 2021, ma ciò che ora inizia a cambiare è la nascita di una nuova asset class disponibile anche per il sistema finanziario e soprattutto un cambio di narrativa ai vertici di tutti gli operatori di mercato.

Di seguito un grafico interessante che mostra la decorrelazione tra bitcoin e le generali asset class della finanza tradizionale. Questa caratteristica, come anticipavamo nei focus precedenti, prevede inevitabilmente che i fondi e i consulenti finanziari prendano in considerazione l’investimento e la differenziazione anche su questa asset class, per beneficiare della decorrelazione e delle potenziali performance asimmetriche.

Macroeconomia vs Web3

Differenze tra bitcoin e l’ETF bitcoin

In questo paragrafo cercheremo invece di concentrarci sulle differenze tra bitcoin e l’ETF su bitcoin, perché può sembrare una differenza sottile ma in realtà l’esistenza di un prodotto come quelli approvati l’11 Gennaio, può essere a tutti gli effetti un rischio importante sia per il prezzo che per il protocollo.

Proviamo a dare una definizione di Bitcoin protocollo e di bitcoin moneta ispirandoci al whitepaper così da avere chiare le caratteristiche fondamentali di questo strumento.

Bitcoin è un protocollo P2P che permette di eseguire transazioni senza necessità di un intermediario. All’interno di una rete di nodi, la quale in maniera sincronizzata permette di mantenere aggiornata la lista delle transazioni. L’unità di misura per gli scambi è bitcoin, un ormai conosciuto asset digitale che ha sostanzialmente le seguenti caratteristiche:

  • È un mezzo di scambio accessibile senza bisogno di un permesso, attraverso il quale posso eseguire transazioni e trasportare denaro, a prescindere dall’approvazione di enti finanziari o governi.
  • Le transazioni e il valore detenuto dagli utenti sono protetti da censura, confisca e congelamento grazie alla distribuzione della rete e dei suoi nodi, i quali facendo girare contemporaneamente il software di Bitcoin, accetteranno solo le transazioni valide ed eviteranno il comportamento di miner o attori malevoli.
  • L’offerta della moneta e il bilanciamento del protocollo in funzione del suo utilizzo sono completamente automatizzati e regolati da principi matematici visibili a tutti, il sistema non coinvolge fiducia.

Dall’altra parte invece abbiamo tutti i ticker fantasiosi che sono stati dati ai vari ETF, di cui probabilmente il più importante, è e rimarrà IBTC di iShares e Blackrock. Questi strumenti sono invece tutta un altra storia:

  • È un mezzo di scambio intermediato dall’emittente e garantito dal sottostante gestito dal custode, quindi espone a un doppio rischio di controparte.
  • Le transazioni e il valore detenuto dai custodi per conto degli emittenti sono valide fintanto che ci fidiamo degli attori coinvolti e non c’è nessuna libertà di trasferimento o accesso dato che sono comunque prodotti riservati ad investitori autorizzati.
  • L’offerta di questo prodotto può essere manipolata a discrezione di pochi, così come le fondamenta che ne regolano il commercio e gli scambi.

Bitcoin è uno strumento di liberazione dall’inganno delle FIAT, dal controllo di un’élite sulla sofferenza delle persone e per la libertà di accesso al sistema finanziario. Gli ETF su bitcoin non sono altro che un ulteriore utility per il dollaro, infatti potrai entrare ed uscire dall’ETF solo in dollari, sempre, sotto lo stretto controllo di Larry Fink e di Gary Gensler.

"bitcoin e il suo ETF sono profondamente diversi e non vanno visti come intercambiabili"

Avere una grande quantità di bitcoin ti permette di controllare il network?

Questa è una delle principali domande che hanno accompagnato la storia di Bitcoin, diversi momenti hanno visto enti, soggetti e addirittura Stati nazionali, diventare il centro della polemica e la leva per definire bitcoin a rischio implosione.

Tranquilli: ciò che rischia di far crollare la rete di Bitcoin non sono i grandi holder di BTC, né le alleanze di industria o i miner; ciò che tiene insieme questa grande rivoluzione tecnologica del sistema finanziario è la rete di nodi e di utenti benevoli che mantengono la catena aggiornata e usano la blockchain in maniera corretta.

È stato più volte dimostrato, con l’esempio più eclatante nel 2017 con il New York Agreement, quando la maggioranza dei miner e la quasi totalità dei leader dell’industria (exchange centralizzati, mining pool e fondi di investimento e infine con l’abbandono di Segwit2X) fu sconfitta e assoggettata al volere dell’utenza collettiva.

ecosistema BTC

El Salvador stesso è stato al centro delle polemiche per l’influenza che uno Stato potrebbe avere sulla direzione del protocollo. Microstrategy e l’accumulo seriale di Michael Saylor sono sempre sotto l’attenzione dei detrattori di Bitcoin, ma Giacomo Zucco, intervistato da Vito Lops del Sole 24 Ore, chiarisce questo dubbio con una semplice similitudine, ovvero dire che “avere tanti bitcoin ti permette di modificare le regole del protocollo equivarrebbe a dire che possedere tanto oro ti permetta di modificare la composizione chimica del metallo prezioso”.

Chi vuole cambiare le regole di bitcoin deve convincere i partecipanti ad aggiornare il proprio nodo ad una nuova versione. Se chi promuove un cambiamento possiede tanti bitcoin o detiene tanto potere può avere influenza sulla decisione, ma non potrà mai fare quello che vuole a discapito degli altri.

ETF come mossa per mantenere liquidità nel sistema FIAT

Il grafico sulla correlazione tra gli asset e soprattutto la sua reazione positiva nell’ultimo anno, hanno dimostrato uno dei tanti ritorni delle criptovalute, l’ennesima rivincita contro tutti coloro che le davano per spacciate.

Il fatto che un’asset class si stia affermando in questo modo e che stia attirando l’attenzione anche di grandi speculatori ed investitori fa pensare alla possibilità che il governo americano abbia approvato dopo 11 anni il primo ETF su bitcoin perché resosi conto che un sistema parallelo è in formazione, con l’unico obiettivo di togliere il potere ai governi stessi.

Perciò approvare uno strumento che replica l’andamento di bitcoin potrebbe essere stata l’unica mossa disponibile per mantenere il dollaro all’interno del mercato americano e non lasciarlo muovere verso l’ecosistema crypto.

Il motivo principale è comprensibile, così come successe nel 2004 con il lancio dell’ETF sull’oro: si è cercato di mantenere i capitali desiderosi di uscire dal mercato dei bond, all’interno del circuito finanziario passando da un ETF, controllato dai colossi di Wall Street.

"Grazie all'ETF, i capitali resterebbero nel circuito finanziario tradizionale"

ETF come mossa per togliere bitcoin dalla circolazione e aggravare il security budget

Affrontiamo invece ora uno dei problemi più concreti che la nascita degli ETF porta con sé, ossia l’aggravamento potenziale del Security Budget.

Il Security Budget non è altro che il “fantasma del Natale futuro” dei bitcoiner. Questo problema si riferisce alla sostenibilità operativa dei miner in condizioni di inflazione azzerata.

Si parla di fantasma del Natale futuro perché l’inflazione di bitcoin terminerà nel 2140 circa, quindi non riguarderà nessuno che sia in vita oggi; ma ciò non toglie che se il principale mezzo di sostentamento dei miner si basa sulla creazione di nuove unità di moneta, ad un certo punto dovrà essere sostituita.

Nel momento in cui l’inflazione cesserà o il controvalore in dollari andrà al di sotto della soglia di breakeven per l’attività di mining, le fee dovranno subentrare e diventare esse stesse il metodo di ricompensa per la vitale attività dei miner.

Come viene aggravato questo problema dalla presenza degli ETF? Tramite il controllo della supply, se la maggior parte degli investitore ed utilizzatori preferiranno posizionarsi su BTC tramite canali istituzionalizzati, esponendosi a tutti gli effetti al prezzo e non alla tecnologia, il controllo passerà dal singolo al custode e all’emittente… not your keys not your coins.

Arthur Hayes sostiene:

“Fondamentalmente, se gli ETF gestiti dai gestori di attività TradFi avranno troppo successo, distruggeranno completamente Bitcoin. […] In sostanza, se bitcoin si muove, ha valore. Ma se non ci fosse mai un’altra transazione Bitcoin tra due entità, i minatori non sarebbero in grado di coprire il costo dell’energia necessaria per proteggere la rete. Di conseguenza, spegnerebbero le loro macchine. Senza i minatori, la rete muore, e Bitcoin scompare.[…] Blackrock, il più grande gestore di attività TradFi al mondo, è nel gioco dell’accumulo di asset. Aspirano asset, li conservano in una cassaforte metaforica, emettono un titolo negoziabile e addebitano una commissione di gestione per il loro “duro” lavoro. Non utilizzano le cose che detengono per conto dei loro clienti, il che presenta un problema per Bitcoin se consideriamo una visione estrema di un possibile futuro.”

L’esperimento Bitcoin ha ancora tante battaglie da vincere, ma al giorno d’oggi, dove il mondo là fuori corre alla velocità della luce, non si può cedere alla tentazione di essere solo spettatori. Al motto del “vediamo come va” bisogna prendere una posizione e decidere se si vuole puntare sul lento, corrotto e obsoleto cavallo del sistema attuale o correre sul rapido, verificabile e indomabile cavallo dell’era digitale.

"Attenzione alle criticità che potrebbero coinvolgere la rete Bitcoin... ma possiamo comunque sconfiggerle!"

Conclusioni

Quello che infine possiamo concludere da questo approfondimento è che l’ingresso dei big boys della finanza nel nostro settore non è un avvenimento da prendere alla leggera o pensare che possa portare solo benefici. Il problema del security budget, che abbiamo affrontato nel paragrafo precedente, non è mai stato sottovalutato da chi comprende bitcoin e tutti sappiamo che aggiungere una potenziale aggravante al problema non è un buon modo per risolverlo.

Per quanto riguarda invece gli aspetti macroeconomici bisogna tenere sotto stretta osservazione gli avvenimenti dei prossimi mesi. Le condizione economiche non sono rosee nonostante i nuovi massimi dei principali indici azionari e le presidenziali si fanno sempre più vicine.

Infine possiamo considerare che la finanziarizzazione di un asset da parte della finanza tradizionale nel lungo periodo beneficia il prezzo dell’asset e che inevitabilmente Mr. Powell o chi in futuro lo sostituirà, non potrà tenere la stampante spenta per sempre, hanno avviato un mostro che non possono fermare.

Bitcoin potrebbe essere una soluzione.


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