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Che cos’è un market maker?

Di Massimiliano Casini

Capiamo che cos'è un market maker, come guadagna e quali rischi corre nello svolgimento della sua attività indispensabile per i mercati

Che cos’è un market maker?

Breve introduzione

Scopriamo chi sono i market maker, protagonisti indispensabili per garantire il buon funzionamento dei mercati, siano essi crypto che di asset tradizionali.

Che cos'è un market maker?

Un market maker (MM) è un intermediario finanziario che facilita la liquidità e la fluidità dei mercati finanziari.

Questi operatori utilizzano algoritmi avanzati e computer di ultima generazione per effettuare il trading ad alta frequenza (High-Frequency Trading, HFT), comprando e vendendo un elevato numero di asset e guadagnando una piccola differenza tra il prezzo di acquisto (bid) e quello di vendita (ask). Questa differenza prende il nome di spread.

Oltre a consentire a queste entità di guadagnare molto da tante “piccole” operazioni, lo spread rende il mercato più liquido e quindi meno costoso per gli altri soggetti che vi operano.

Il ruolo dei market maker è quindi quello di garantire la negoziabilità continua di determinati asset, mantenendo la stabilità del mercato anche in periodi di alta volatilità.

I guadagni dei market maker, gran parte delle volte, derivano semplicemente dallo spread che si crea in ognuna delle loro operazioni; tuttavia, alcuni exchange possono incentivare il lavoro dei market maker riducendo le loro commissioni di trading oppure pagando direttamente per il lavoro che svolgono.

Naturalmente, il guadagno di un market maker è compensato da vari rischi:

  • Rischio di controparte. Il fallimento o l’insolvenza delle controparti con cui il market maker effettua transazioni può portare a perdite finanziarie.
  • Rischio di mercato. Le fluttuazioni dei prezzi degli asset possono portare a perdite significative se il market maker non riesce a bilanciare rapidamente le sue posizioni.
  • Rischio di liquidità. In periodi di bassa liquidità, può essere difficile per i market maker trovare controparti per le loro transazioni, aumentando il rischio di perdite.
  • Rischio operativo. Problemi tecnici, errori umani o malfunzionamenti dei sistemi possono influire negativamente sulle operazioni di market making.

Come lavorano i Market maker?

Il lavoro del market maker non è per tutti. Alle spalle di queste entità ci sono diversi professionisti che ogni giorno analizzano il mercato e modificano o creano da zero algoritmi utili per fare trading.

Lavorare all’interno di un market maker richiede una combinazione di competenze tecniche e soft skills.

Le competenze tecniche includono la conoscenza dei mercati finanziari, programmazione e analisi dei dati, trading algoritmico e gestione del rischio. È fondamentale comprendere come funzionano i mercati e gli strumenti finanziari, nonché avere familiarità con linguaggi di programmazione come Python o R.

Le soft skills essenziali includono il pensiero critico e la capacità di risolvere problemi, l’adattabilità ai cambiamenti del mercato e alle nuove tecnologie.

Per quanto riguarda le strategie utilizzate da questi colossi della finanza, ce ne sono diverse e ognuna mira a catturare un’inefficienza del mercato. Vediamole insieme:

  • Gestione dello spread bid-ask: i market maker determinano e gestiscono lo spread tra il prezzo di acquisto (bid) e il prezzo di vendita (ask) per trarre profitto dalle differenze di prezzo.
    • Esempio: si acquistano 100$ (Bid) in bitcoin per poi rivendere a 102$ (ask) sullo stesso exchange. In questo modo si guadagna dalla differenza dei due prezzi, meno le commissioni: 102-100= 2$.
  • Arbitraggio: si sfruttano le discrepanze di prezzo tra diversi mercati o strumenti finanziari per ottenere profitti senza rischio significativo.
    • Esempio: si acquista (Bid) 1 ETH (coin nativa di Ethereum) a un valore di 2200$ su Binance e la si rivende (ask) per 2215$ su Coinbase. Così facendo si guadagna dalla differenza di questi due prezzi, meno le commissioni: 2215$-2200$= 15$.

A queste due strategie, naturalmente, vengono poi utilizzate una serie di tecniche o strategie secondarie per minimizzare i rischi, come ad esempio:

  • Hedging: i market maker utilizzano strumenti derivati per coprire le loro posizioni e ridurre il rischio di mercato.
  • Trading ad alta frequenza (HFT): si impiegano algoritmi avanzati e computer potenti per eseguire un gran numero di operazioni in frazioni di secondo, capitalizzando su piccole inefficienze di prezzo.
  • Gestione del flusso degli ordini: i market maker monitorano e gestiscono continuamente il flusso di ordini di acquisto e vendita per mantenere l’equilibrio del mercato.

Quali sono i principali Market Maker del mercato cripto?

Quello crypto, come ogni altro mercato che punta ad essere efficiente, ha diversi market maker che operano senza sosta e sostengono e/o approfittano dei movimenti di mercato per generare degli utili. I principali soggetti sono questi:

  • Wintermute: noto per essere uno dei più grandi market maker nello spazio cripto, Wintermute sfrutta sofisticate strategie di trading per fornire liquidità su piattaforme centralizzate e decentralizzate.
  • Efficient Frontier: attivi dal 2018 nel mercato crypto, continuano a fornire servizi di market making e trading algoritmico. Ecco un loro thread dove spiegano nel dettaglio l’importanza della liquidità.
  • GSR: uno dei principali attori nel market-making, che offre servizi di liquidità, gestione del rischio e trading algoritmico, servendo sia prodotti finanziari tradizionali che cripto.
  • Cumberland: costola del più grande gruppo DRWTrading che, nonostante le accuse della SEC, continua a operare come market maker nel mercato degli asset digitali.
  • Citadel Securities: ultima arrivata, ma piena di esperienza e liquidità, sta pianificando di entrare nel mercato degli asset digitali, puntando a diventare un MM sui principali CEX.

Naturalmente oltre a questi ce ne sono molti altri che operano nel mercato e che si stanno ritagliando la loro fetta di torta. Continua a seguirci per non perderti nessun nuovo arrivato!


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