Mercato stock: CROLLO in vista?
Di Gabriele Brambilla
Il mercato stock divide gli investitori, tra chi si aspetta un crollo e chi confida nella crescita. A che punto siamo?

Crollo o gloria per il mercato stock?
Il timore di un crollo nel mercato stock aleggia da diverso tempo tra gli addetti ai lavori e gli investitori in questi asset. Ma siamo davvero vicini a un’inversione del trend dopo un 2024 di nuovi massimi a ripetizione?
Dopo l’annata di perdite registrata nel 2022, il mercato azionario è pressoché sempre salito. Anche oggi ci troviamo vicino ai top in tutti i principali indici di borsa, tra cui spiccano gli americani S&P 500 (ieri +1,83%), Nasdaq (ieri +2,45%) e Dow Jones Industrial Average (ieri +1,65%). Spostandoci in Europa, il risultato non cambia: la situazione è positiva.
Ora, con il cambio della presidenza alla Casa Bianca, dopo una folle corsa verso l’alto ci si domanda se non sia giunta la fine di questa fase gloriosa, complice un momento che prima di ieri non stava regalando molte soddisfazioni. Alcuni esperti hanno già messo in guardia, predicendo un netto crollo del mercato e una fase ribassista in vista. Tuttavia, almeno per quello che possiamo osservare ora, l’implosione del mercato non è all’orizzonte, anche se sappiamo che le cose possono sempre cambiare.
Perché i mercati stanno reggendo
Ci sono diversi fattori che allontanano l’ipotesi di un crollo imminente.
Innanzitutto, i parametri macroeconomici. Giusto ieri, negli States è uscito il nuovo CPI, indicatore indispensabile per valutare dove sta andando l’inflazione. Il dato è positivo e mostra un’inflazione addolcita, soprattutto per quanto riguarda il dato Core, che esclude dal calcolo energia e cibo; in passato, questa voce faticava a scendere, portando a quella che è stata battezzata come “inflazione appiccicosa”.
Per il resto, gli Stati Uniti stanno mostrando una buona resilienza anche in condizioni non ottimali, il che fa ben sperare per il futuro.
All’economia in generale aggiungiamo altre notizie interessanti, tra cui spiccano le ottime performance per le grandi banche registrate nella sessione di ieri, spinte dagli earning al di sopra delle attese. Vince la corsa la Bank of New York Mellon (+8%), seguita da Wells Fargo (+6,6%), Citigroup (+6,5%) e Goldman Sachs (+6%). Ottima prestazione anche per BlackRock (+5,2%), società emittente del più grande ETF spot bitcoin.
Attenzione a oggi, perché Bank of America e Morgan Stanley pubblicheranno i risultati, andando a chiudere il cerchio delle grandi banche americane.
Inoltre, ieri si sono comportati bene anche altri titoli big, primo tra tutti Tesla (+8%). Da segnalare anche l’ottimo +5,4% di MicroStrategy, azienda sempre più orientata a bitcoin, di cui ne detiene moltissimi esemplari.
Grazie a queste prestazioni, le borse americane hanno chiuso la miglior giornata da novembre 2024.
In questo scenario, anche i futures su tutti i principali indici sono cresciuti, segno di un timido ottimismo tra gli ambienti. Diversi analisti hanno comunque precisato che il momento di incertezza non si può dire terminato, ma il morale è salito e la situazione più solida.
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Uno sguardo all'indice S&P 500
Prima di chiudere, osserviamo il grafico dell’indice S&P 500, che comprende le 500 principali azioni americane.
Come possiamo osservare, da novembre ci troviamo in una fase di lateralizzazione. Nell’ultimo mese, l’indice ha complessivamente perso terreno, non riuscendo più a spingersi al limite superiore del canale, ma in compenso rimbalzando con successo da quello inferiore.
Con la buona performance di ieri ci si trova esattamente nel mezzo. Se non dovessero esserci sorprese negative, possiamo aspettarci il consolidamento di questo livello, con un possibile attacco all’area superiore. Tuttavia, con l’insediamento di Trump alle porte e altri dati macro in arrivo (tra cui proprio oggi il Retail Sales), dovremo stare con le antenne ben dritte.
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