xStocks, due mesi dopo: Solana guida la finanza tokenizzata

Di Daniele Corno

Dopo 60 giorni le Xstocks prendono piede e i volumi superano i $2 miliardi: una crescita in un mercato da $120 mila miliardi di dollari

xStocks, due mesi dopo: Solana guida la finanza tokenizzata

Introduzione al Focus On di oggi

Due mesi fa, in pieno silenzio mediatico, è nato uno dei progetti più ambiziosi del settore crypto contemporaneo: portare il mercato azionario globale on-chain.

Con la nuova xStocks Alliance, che conta al suo interno alcuni dei nomi più rilevanti del settore come Bybit, Kraken, Solana, Raydium e Backed Finance, le xStocks hanno iniziato a circolare su CEX, Layer 1 come Solana, BNB Chain e Tron, nonché su numerosi protocolli DeFi.

Nel nostro Focus On di oggi non spiegheremo cosa sono le xStocks (lo abbiamo già fatto nei mesi scorsi), ma faremo un vero checkpoint operativo: cosa è successo in questi 60 giorni? Chi si è unito al progetto? Dove possono essere acquistate, usate, e dove si possono generare rendite?

Oggi proveremo a rispondere a queste domande, in modo semplice e diretto. Perché dietro questa rivoluzione c’è una domanda chiave: “Tutto ciò serve per davvero?”

Per rispondere non ci resta che addentrarci tra numeri, nuove collaborazioni e orizzonti futuri, augurandovi quindi una buona lettura.

Le xStocks guadagnano trazione

Per quanto ancora “piccole”, le xStocks non sono più un semplice esperimento. A due mesi dal lancio, i numeri raccontano una realtà in piena espansione: gli scambi sono ora vicini ai $3 miliardi di volumi registrati e una crescita continua, sia lato infrastruttura che adozione.

Di questi valori, come riportato dalla dashboard di Dune, oltre $2.8 miliardi di volumi sono avvenuti sui CEX, nel dettaglio tra Bybit e Kraken mentre il restante, è stato scambiato su DEX come Raydium e Jupiter.

Solana, con le sue Token Extensions, ha giocato un ruolo cruciale. Queste funzionalità permettono infatti di gestire limiti geografici, whitelist e blacklisting tutto a livello di token nativo con lo standard SPL. Un upgrade tecnico che ha attirato operatori istituzionali e progetti regolamentati, rendendo il progetto xStocks uno standard emergente.

Attualmente, il protocollo copre più del 70% dei volumi on-chain legati a titoli azionari tokenizzati, superando in pochi mesi player attivi da anni. Tesla, Apple, Coinbase e Nvidia figurano tra i titoli più scambiati mentre, in termini di emissioni, TSLAx guida con un AUM di $10 milioni, seguito da SPYx e NVDAx con poco più di $5 milioni.

Benché i numeri siano ancora ridotti, le aspettative su questo mercato sono enormi per gli attori coinvolti. Secondo i rapporti condivisi dal World Federation of Exchanges (WFE) e dal SIFMA il valore complessivo dei mercati azionari supera abbondantemente il valore di $120 mila miliardi di dollari.

Solana e DeFi: la finanza tokenizzata prende forma

Benché ad oggi, i principali casi d’uso siano l’acquisto e la vendita, in particolar modo sugli Exchange centralizzati, sulla rete di Solana e sulla DeFi, le prime integrazioni stanno prendendo piede.

Oltre al semplice acquisto, gli utenti oggi hanno la possibilità di agire come “controparte” per i trader, partecipando attivamente ai pool di liquidità in DeFi. Il fulcro di questa operatività è su Raydium, dove oggi si trova la maggior parte del TVL e la maggior parte dei volumi sulle xStocks.

Principalmente in coppie di liquidità con USDC e SOL, sono numerose le prime opportunità che il mercato offre per i liquidity provider. Negli esempi seguenti, vediamo infatti coppie come TSLAx-USDC, SPYx-USDC, NVDAx-USDC e CRCLx-USDC siano tutte vicine – ed alcune superiori – ad $1 milione di dollari di TVL, segnando così di fatto alcuni dei primi use-case reali.

A rendere tutto ciò ancor più interessante sono di sicuro i rendimenti distribuiti. È importante specificare fin da subito che i rendimenti, al momento particolarmente elevati, non sono altro che dovuti al rapporto tra TVL e volumi di scambio. Troviamo infatti sulle coppie con USDC rendimenti annui che oscillano da minimi del 5% fino ad arrivare a rendimenti addirittura superiori al 50% annuo. Tutto molto bello, ma non dimentichiamoci del rischio chiamato Imperment Loss.

D’altro canto invece, per gli utenti più avversi al rischio, i rendimenti salgono se la composizione del pool in USDC viene sostituita con SOL, aumentando quindi la volatilità della propria posizione a fronte di un rendimento atteso più elevato, talvolta superiore a rendimenti a tripla cifra percentuale.

Oltre ai DEX inoltre, l’espansione è in via di sviluppo anche sui protocolli di Lending. Nello specifico infatti, Kamino ha già avviato la possibilità di depositare nell’interfaccia “Market” le proprie posizioni i xStocks. Al momento tuttavia, i pool non sono ancora abilitati e non è quindi possibile richiedere prestiti con xStocks a collaterale.

Chi si è unito dal lancio a oggi?

A due mesi dal lancio, la rete attorno alle xStocks si è ampliata rapidamente, coinvolgendo layer 1, exchange centralizzati e protocolli DeFi.

Se il punto di partenza è stato Solana, oggi possiamo contare anche sull’integrazione diretta su BNB Chain e sulla più recente Tron. Nuove reti che hanno reso disponibile il trading e la custodia dei principali titoli azionari tokenizzati, espandendo l’accessibilità a un pubblico diverso e più ampio.

Se BNB chain è stata fin dai sui albori una delle principali alternative ad Ethereum, l’integrazione con Tron apre ad un mercato che conta più del 50% degli USDT emessi in circolazione. Sulla rete lanciata da Justin Sun infatti, circolano oltre $83 miliardi di USDT. 

In termini di Exchange invece, oltre a Bybit e Kraken, sono arrivate conferme di esplorazioni e test anche da parte di MEXC, WhiteBIT e altre piattaforme in Asia e Sud America.

Se fino a pochi mesi fa l’ipotesi di tokenizzare il mercato azionario fosse solo un’idea, oggi questo processo è sempre più vicino a diventare una realtà. Come ogni narrativa, la necessità attuale è quella di creare casi d’uso REALI. Non è un caso infatti che il settore Stablecoin, oggi sia divenuto un settore cardine, vista l’importanza strategica che riveste nel mantenere la sovranità globale del dollaro anche nell’economia on-chain.

Azioni tokenizzate o Treasury 2.0?

Nel 2025 i titoli di stato tokenizzati hanno aperto una nuova era: quella dell’on-chain capital market. Protocolli come Ondo e Securitize, insieme ad enti come Franklin Templeton e Blackrock, hanno lanciato bond tokenizzati acquistabili in stablecoin, offrendo rendimento, trasparenza e accessibilità.

Oggi, qualcosa di simile si sta replicando sulle azioni. Se i Treasury tokenizzati hanno rappresentato il “nuovo cash”, le xStocks ambiscono a diventare il “nuovo equity”, in una visione tokenizzata dell’intero portafoglio finanziario. Stessa logica ma con strumenti diversi.

La categoria dei RWA continua così a crescere, spaziando dai prestiti privati, ai titoli di stato, per poi passare a commodities e azioni tokenizzate.

In questo contesto quindi, le xStocks potrebbero raccogliere lo stesso interesse catalizzato dai bond tokenizzati. La sfida è quindi aperta e ciò che fino a pochi mesi fa non era altro che un’idea, oggi sta diventando un fulcro capace di unire mercato crypto e mercato finanziario come mai prima d’ora.

Conclusione: Il ponte verso il domani

Le azioni tokenizzate non sono più solo un’idea. In due mesi hanno unito layer 1, CEX regolamentati e protocolli DeFi, portando on-chain i primi strumenti di equity accessibili, liquidi e trasparenti. Il mercato le osserva, le testa, e le adotta.

Se i Treasury tokenizzati hanno dimostrato che è possibile rendere globale il mercato del debito, le xStocks vogliono fare lo stesso con quello azionario.

La domanda con cui vi lasciamo è solamente una: 

"Questa volta il ponte tra crypto e finanza sarà davvero attraversato?"


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