Avalanche 9000: report completo
Di Massimiliano Casini
Avalanche è un network che permette di creare e sviluppare Layer 1 ad alte prestazioni, compliant in ogni giurisdizione e customizabili
Introduzione al focus on di oggi
Visti i recenti e imminenti aggiornamenti che caratterizzeranno il network Avalanche, nel focus on di questa settimana abbiamo deciso di cogliere l’occasione per fornirvi una panoramica completa di Avalanche 9000, delle ACP (Avalanche Community Proposals) e della situazione delle principali subnet, ora rinominate semplicemente Layer 1.
Questo vi permetterà di avere il quadro della situazione di una delle migliori infrastrutture del mercato, che ha stretto partnership importanti con società come JpMorgan, WisdomTree, Wellington Management e Cumberland attraverso lo sviluppo di Evergreen, una subnet adatta alle esigenze di grandi player finanziari e istituzionali.
Oltre a ciò, il network è stato scelto, insieme a Hyperledger e ZKSync, come infrastruttura di archiviazione dati per il servizio Unified Golden Record Distribution offerto da Chainlink e utilizzato da SWIFT.
Insomma, le partnership e l’utilizzo di questi servizi da parte dei grandi attori non mancano. Ma come si è comportata la rete negli ultimi anni? Quali saranno le prossime tappe fondamentali della roadmap? Scopriamolo in questo articolo!
Questo focus on è stato pubblicato in esclusiva sulla nostra newsletter Whale Weekend del 1 novembre 2024. Iscriviti per non perdere articoli inediti, analisi, news della settimana e tanto altro ancora!
Indice
Una panoramica generale
Avalanche è una delle chain che è maturata di più nell’ultimo ciclo di mercato. In quello passato aveva dato l’impressione di essere solo l’ennesimo layer 1 competitor di Ethereum e compatibile con l’EVM Chain, al pari di molti altri come Solana, Fantom o Polygon.
Certo, il network ha una chain EVM compatibile chiamata Avax C-chain, che consente lo sviluppo di dApp e l’utilizzo a un costo leggermente superiore (se non al pari) rispetto alle soluzioni citate in precedenza.
Però a differenza di queste, non si limita a questo compito. Anzi, più si studia il network e più ci si rende conto della sua similitudine con altre strutture definite layer 0, come Polkadot e Cosmos.
Infatti, anche Avalanche offre un framework utile allo sviluppo di app-chain, ossia delle blockchain modulari che possono beneficiare della sicurezza offerta dalla struttura sottostante pagando per il servizio in differenti modalità.
In aggiunta, similmente a Polkadot e Cosmos, il network ha un proprio servizio di messaggistica cross-chain, l’Avalanche warp Messaging (AWM), che consente di connettere tutti questi layer 1 modulari.
Ma allora perché utilizzare questo network al posto dei precedenti? Le motivazioni, ovviamente, sono tante, molto tecniche e pure soggettive. Quindi, per rispondere brevemente direi:
- Costi bassi per lo sviluppo;
- Possibilità di pagare mensilmente e in base alle esigenze della blockchain;
- Possibilità di avere nodi e regole compliant per in base alla giurisdizione vigente in un determinato Stato;
- Iper-personalizzazione delle feature.
Ora che abbiamo spiegato a grandissime linee che cosa permette di fare, andiamo a vedere quelli che sono i principali punti della roadmap, in parte gia risolti e che verranno sviluppati nei prossimi mesi. Parliamo quindi di Avalanche 9000.
Naturalmente, se volete capire più nel dettaglio come funzioni questo network e avere anche una visuale aggiornata a un anno di distanza, ecco un articolo su Avalanche e una live con ospite il capo della community italiana.
Avalanche 9000 e vocaboli aggiornati
Con questo termine ci riferiamo ad uno degli upgrade più grandi che avverrà su questa chain e a una lunga serie di update che contraddistingueranno il futuro di Avalanche.
Gli update in questione sono molti, ad esempio: Etna, ACP 20, 77, 103, 113, 118, 125, 131. Li vedremo singolarmente, così da poter comprendere la visione finale di questa struttura multi-chain.
Partiamo dalla rivoluzione dei vocaboli alla base. Molti termini che prima prendevano un nome e che indicavano qualcosa in questa rete sono cambiati. Facciamo un rapido excursus così da rendere chiaro il discorso che faremo successivamente.
Le subnet, cioè le app-chain modulari e sovrane costruite sul layer 0, sono adesso chiamate Layer 1. Avendo specifici nodi validatori, queste si sono sempre occupate di gestire la validazione del proprio network. Questo aspetto cambierà con la serie di proposal che vedremo in seguito.
Gli L1-ONLY-VALIDATORS, precedentemente noti come Subnet-only-validator, sono quei nodi che fino ad ora dovevano bloccare 2.000 AVAX per partecipare alla validazione di un layer 1. D’ora in poi potranno farlo senza lo stake iniziale, pagando però una quota fissa e continua per partecipare alla convalida.
Mentre quando ci riferiamo alla “rete primaria” stiamo parlando della somma delle tre blockchain costruite sul network di Avalanche, ossia X,P e C Chain. Esse si occupano singolarmente di diversi aspetti del network, rispettivamente:
- X chain: si occupa di scambiare token e di crearli e utilizza il consensus protocol;
- P chain: si occupa delle gestione delle subnet. È anche la rete che si occupa dell’interoperabilità fra queste e verso la rete primaria;
- C chain: si occupa di eseguire gli smart contract, compatibile con EVM, rendendo il processo di “importazione” di SC costruiti su Ethereum praticamente immediato. La BC utilizza lo Snowman consensus protocol.
Le modifiche proposte dal team hanno l’obiettivo di rendere più sostenibile la gestione del network nel lungo periodo.
ETNA update e ACP-77
Etna upgrade, insieme all’ACP-77 è un aggiornamento chiave per Avalanche 9000, che permette di cambiare il modello di business alla base.
Quest’ultimo era basato sulla creazione di molteplici subnet al di sopra del primary network, che veniva validata da un ampio set di validatori. Essi potevano decidere se validare solo la primary network o anche le transazioni di una subnet specifica, guadagnando dal doppio lavoro svolto. Creando un’analogia con il mondo reale, il primary network era visualizzabile come un terreno, mentre le subnet come una serie di autostrade utili a far transitare una certa quantità di automobili (rappresentanti le transazioni presenti su una chain).
L’idea era buona e permetteva di offrire una scalabilità “pressoche infinita” in quanto il numero di subnet non aveva un cap. I validatori poi avrebbero deciso quali subnet validare in base alle esigenze e all’incentivo remunerativo.
Dopo l’aggiornamento Etna, questo discorso cambia notevolmente, perché invece che avere un unico set di validatori che si occuperà di entrambi i network, ci potrà essere un set distinto per ogni subnet. Il che permetterà a ciascuna rete di poter avere tempi di finalizzazione più rapidi, elevata produttività, nuove funzionalità con opzioni di staking e token di gas e governance completamente personalizzabili.
In aggiunta a ciò, viene eliminato il vincolo di 2000 AVAX per diventare validatori, che in passato ha rappresentato una significativa barriera d’ingresso per l’attrazione di nuovi nodi, per la decentralizzazione della rete e per la creazione di nuovi layer 1.
Il nuovo modello consente a ogni rete L1 di avere un proprio set di nodi personalizzato e di determinare il numero minimo di nodi necessari. Il metodo precedente richiedeva un minimo di 5 nodi.
I validatori che desiderano supportare una subnet non dovranno più bloccare 2000 AVAX, ma se vorranno sfruttare le funzionalità di interoperabilità offerte da AVAX, come l’interazione con catene esterne alla propria L1, dovranno registrare il loro nodo sulla P-chain pagando una commissione periodica che varia da 1 a 10 AVAX al mese.
Questo cambiamento riduce i costi di gestione per i validatori, poiché non sono più obbligati a validare anche la primary network.
Inoltre, ciò consente alle aziende che vogliono lanciare la propria blockchain di farlo più facilmente, utilizzando il framework senza dover partecipare alla validazione della primary network, il che potrebbe essere in contrasto con le leggi dello Stato di residenza.
Nuove proposal
Le altre proposte che fanno parte di Avalanche 9000 e che consentono di modificarne la logica di funzionamento si dividono in due tipologie:
- Quelle volte all’implementazione della tecnologia di funzionamento della rete;
- Quelle create con l’obiettivo di modificare e ridurre le commissioni di transazione sulla rete principale e, in parte, anche nella comunicazione tra i diversi layer 1.
Le ACP 20, 113, 131 e 118 sono proposte volte ad aumentare le funzionalità interne alla catena, ad esempio permettendo la generazione di numeri casuali, supportando nuovi formati di comunicazione tra i nodi, o ancora supportando gli aggiornamenti di Cancun sulle reti EVM compatibili, sia sulla C-chain che sui layer 1 costruiti con il suo framework.
L’ACP numero 103 permetterà di rendere dinamiche le commissioni di transazione sulle X e P chain, consentendo loro di variare in base alla domanda di mercato e impedendo così la diffusione di problemi legati alla congestione della rete.
L’ACP 125 è probabilmente la proposta più interessante e mira a ridurre le commissioni minime sulla C-chain di circa 25 volte rispetto al valore attuale, cercando di renderla una valida alternativa alle varie reti alt-EVM che stanno emergendo ultimamente.
Competizione serrata
L’attuale narrativa, promossa da Ethereum con la sua evoluzione da layer 1 a layer 0, suggerisce che il futuro sia non solo multi-chain, ma anche modulare e astratto. Vi consiglio di guardare questa lezione di Matteo per approfondire l’argomento.
Questo approccio consente alla liquidità di fluire liberamente tra diverse blockchain attraverso protocolli intermediari che svolgeranno un ruolo fondamentale. Inoltre, permette a qualsiasi dApp, azienda o sviluppatore di creare un proprio network personalizzato, riducendo significativamente i costi di gestione.
In passato, infatti, era necessario costruire un layer 1 partendo da zero, occupandosi della gestione del consenso; oppure utilizzando i framework proposti dai principali layer 0, spesso caratterizzati da costi elevati.
A questo punto, per un cripto investitore occasionale, la situazione potrebbe apparire complessa, con numerosi framework e blockchain che rendono complicato comprendere la direzione del settore e soprattutto la diversa categorizzazione di questi network.
Non è difficile pensare che, attualmente, ogni layer 0, incluso Ethereum, stia offrendo soluzioni diverse: Ethereum con i suoi rollup, Polkadot con le parachain, Cosmos e Polygon con le loro appchains, e Avalanche con le sue subnet, ora ribattezzate layer 1 forse proprio per sottolineare la diversità dei servizi offerti rispetto ai suoi competitor.
In realtà, più si comprende il funzionamento di questi meccanismi, più ci si rende conto che, al di là delle diverse tecnologie impiegate, si tratta essenzialmente di blockchain modulari e personalizzabili, basate sulla sicurezza offerta dalla blockchain monolitica sottostante.
A questo punto dovremmo chiederci “quale framework verrà utilizzato maggiormente nei prossimi anni?”; Quello che ridurrà maggiormente i costi di sviluppo, quello che offrirà più customizzazione, o quello che disporrà di più liquidità?
Conclusioni
Lo stato di Avalanche in termini di adozione sembra finalmente iniziare a mostrare risultati concreti; le prossime implementazioni sembrano puntare sempre più all’espansione dell’ecosistema.
A tal proposito, è notevole osservare che nell’ultimo anno il numero di layer 1 sviluppati utilizzando il framework in questione è aumentato, portando alla creazione di diverse blockchain di successo come:
- Dexalot, un DEX a order book compatibile con EVM.
- BEAM, una piattaforma dedicata allo sviluppo di videogiochi, dotata di un proprio token capitalizzato a 800 milioni di dollari.
- Più recentemente, Gunzilla, che ha raggiunto cifre record. Si tratta della blockchain su cui è basato il gioco Off the Grid, capace di attirare quasi 7 milioni di giocatori e, soprattutto, coinvolgere utenti al di fuori del mondo delle criptovalute, introducendoli a questo settore.
In sintesi, il network Avalanche sta ricevendo un forte sostegno dall’industria del gaming, ma ha anche stabilito partnership significative in altri ambiti. Ad esempio nel settore DeFi e RWA, nonché con Chainlink, come menzionato in precedenza.