Criptovalute e mercati: dove stiamo andando?

Di Gabriele Brambilla

Date le incertezze del periodo, facciamo il punto sui mercati e capiamo che cosa tenere d'occhio nei prossimi mesi

Criptovalute e mercati: dove stiamo andando?

Introduzione al focus on di oggi

Saliscendi nei mercati, speculazioni, incertezze: questo periodo è insidioso per chi investe.

Dopo aver toccati nuovi massimi, le criptovalute hanno più volte registrato delle giornate di profondo rosso. Se bitcoin ha saputo difendersi, le altcoin hanno invece subito il colpo in modo più evidente.

L’azionario ha tenuto botta, ma nell’ultimo mese circa le performance sono complessivamente negative. Intanto, l’oro continua a restare vicino al suo All-Time High, segno che l’incertezza continua a regnare.

Sul piano macroeconomico, per ora lo stato è positivo, lontano dai picchi dell’inflazione toccati nel 2022. Tuttavia, ciascun Paese occidentale ha uno o più grattacapi da dover affrontare, dal debito pubblico sempre più alto alla popolazione che fatica a far fronte a tutte le spese.

Rappresentando in poche parole il momento presente, potremmo dire che abbiamo passato di peggio, ma ci sono delle criticità che potrebbero minare i mercati. Per evitare di farsi prendere da ansie ingiustificate, oppure di sottovalutare un problema, vogliamo quindi analizzare la situazione e considerare alcune opportunità e problemi attuali. Partiremo facendo il punto sul comparto crypto, per poi spostarci sull’azionario; infine, chiameremo in causa alcuni punti da tenere d’occhio nel breve periodo.

La situazione del comparto crypto

Sappiamo bene che la frenesia è un tratto distintivo delle criptovalute. Per questo motivo, cerchiamo di fare il punto della situazione ed evitare di farci prendere dal panico o dall’euforia.

Lo stato attuale del settore crypto

L’andamento generale è noto. Poco prima di Natale 2024, la regina BTC toccò i nuovi massimi. Un traguardo, quello dei 100k, a lungo sognato e superato più volte nel mese di dicembre. Dopodiché, bitcoin ha iniziato a danzare tra i 92k e i 100k circa, dando vita a una fase di lateralizzazione del tutto naturale, ma che a molti investitori non fa piacere.

In ogni caso, lo stato di salute di BTC è positivo e, finché il valore resterà in questo range e i fondamentali saranno quelli attuali, le prospettive future puntano verso l’alto.

Guardando alle altre realtà, la situazione è un po’ differente.

La seconda coin per capitalizzazione, ETH di Ethereum, ha sofferto maggiormente. Nel periodo di rialzi, le performance sono state un po’ sottotono. Poi, dopo aver toccato i 4.000 dollari per esemplare, è iniziata una fase di discesa che, per ora, dice circa -12% negli ultimi 30 giorni circa.

Se la passa benissimo XRP, coin nativa di Ripple. Dopo aver chiuso la lunga vicenda giudiziaria con la SEC, il progetto si è rilanciato alla grande, tornando a livelli sul grafico che non si vedevano da inizio 2018.

Solana ha vissuto un momento d’oro, per poi lasciare per strada non poco valore (dai quasi 230 dollari circa del picco di dicembre ai 180/190 attuali).

Potremmo continuare così a lungo: bene BNB di Binance e ADA di Cardano, ok Dogecoin, in ribasso Tron e via dicendo. Il punto è che dipende dalla coin: alcune performano bene, altre si difendono, altre ancora stanno registrando prestazioni negative. Non mente però la market cap totale del settore: a metà dicembre 2024 si raggiunsero i 3,8 bilioni, mentre oggi ci aggiriamo sui 3,6… una discreta discesa.

Cosa aspettarci?

Molti “esperti” gridano già da giorni al bear market, mentre altri pronosticano movimenti rialzisti da urlo. Cerchiamo di prendere fiato e non farci condizionare, perché nessuno può sapere dove andrà il settore.

A livello tecnico, sappiamo che il mercato ribassista non è un’opzione (almeno per ora). Dobbiamo infatti ricordarci da dove siamo partiti e dove siamo arrivati. Prendendo poi BTC come riferimento, finché restiamo al di sopra dei supporti fondamentali, il trend non cambia: stiamo lateralizzando, respirando e poi vedremo se ci sarà una ripartenza. Chiaramente tutto può cambiare e non dobbiamo scartare l’ipotesi che si possa scendere, ma non bisogna neanche esagerare: la valutazione oggettiva dei fatti è la chiave. Tra l’altro, i movimenti recentissimi e il recupero dei 100k infondono ulteriore ottimismo.

Tutte le altre crypto tendono a seguire bitcoin. In alcune fasi possono performare meglio e dar vita all’altseason, un periodo di fortissimi rialzi destinato a durare ben poco. Per ora, restiamo in attesa di vedere se effettivamente ci sarà una ripartenza in questa direzione.

Per avere più chiaro lo stato delle cose, dobbiamo però guardare oltre prezzi e grafici, mettendo al centro i fondamentali del settore e di uno specifico progetto. In questo senso, vediamo un crescente interesse dei clienti istituzionali e degli investitori tradizionali, sempre più favorevoli a inserire le criptovalute (bitcoin su tutte) in portafoglio.

Le mosse interessanti che abbiamo notato in questo periodo sono tante: da MicroStrategy, che continua ad accumulare coin, a Intesa Sanpaolo, che si è unita alle banche-crypto acquistando una manciata di BTC da detenere in riserva.

Aggiungiamo poi che sempre più Stati guardano alle criptovalute per ampliare gli asset-riserva; non solo gli USA, ma anche nostri vicini di casa e Paesi esotici. In questo senso, El Salvador ha tracciato la via. L’Italia resta invece dietro, ma ormai ci siamo purtroppo abituati all’incapacità nel cogliere le opportunità: la classe politica è miope e rifiuta di mettersi gli occhiali.

Insomma, le incertezze ci sono e ci saranno ancora, ma guai a confonderle con i veri momenti di crisi. Per adesso, il nostro comparto è solido e nel complesso sconta un periodo di rilassamento, in attesa di capire dove vorremo andare. Seguici per gli aggiornamenti del caso: proprio in queste ore il mercato sta performando bene.

Il mercato azionario

Spostiamoci sul comparto delle azioni e vediamo come si stanno comportando in questa fase.

I mercati, non solo quelli americani ma anche quelli europei, arrivano da un periodo di fortissima crescita e continui ritocchi ai massimi storici. Ripassando rapidamente gli ultimi 5 anni, ecco le quattro fasi che hanno caratterizzato il settore azionario:

  • Periodo di crisi nei primi mesi della pandemia da COVID-19 (siamo nel 2020). Seguirono gli stimoli delle banche centrali per evitare pesanti recessioni;
  • Rapido recupero e crescita per buona parte del 2020 e per tutto il 2021. Non a caso, qui toccammo anche i vecchi massimi del settore crypto;
  • Fase ribassista per tutto il 2022;
  • Ripresa del bull market nel 2023 e nuovi massimi per tutto il 2024. Al momento ci troviamo ancora nell’area.

fasi mercato S&P 500 Index

Oggi, i timori di una fase ribassista sono diffusi. Il vero problema non è però tanto l’arrivo o meno dell’orso, ma lo scontro tra chi vede un futuro rosso e chi invece pensa continuerà a essere verde. Ciò generà incertezza che potrebbe spostare gli equilibrio proprio verso la discesa.

Dobbiamo essere razionali e osservare ciò che ci dicono i numeri, sia lato finanziario che macroeconomico. Attualmente ci troviamo in una fase in cui i principali indicatori sono positivi, con l’inflazione che resta sotto controllo, la disoccupazione contenuta in molti Paesi e i consumi che, nonostante le difficoltà, tengono botta. Tuttavia, abbiamo già osservato alcuni titoli azionari di primo piano perdere un po’ di terreno; dopotutto arriviamo da una fortissima crescita e un po’ di scarico è assolutamente naturale.

Uniamo a ciò eventi importanti come l’avvicendamento del presidente americano. Il passaggio di testimone avverrà tra due amministrazioni molto diverse tra loro e i mercati potrebbero avere delle reazioni a riguardo. In questo senso, saranno fondamentali le prime settimane dall’insediamento di Trump per valutare la direzione verso cui potremmo andare; molto dipenderà da nuove leggi, azioni ed eventi politici/geopolitici che avverranno per mano del nuovo presidente. Tutto il resto del mondo, Europa in primis, starà a guardare.

Una cosa è certa: il bull market non può durare per sempre. Lo sappiamo, chi investe vorrebbe vedere il grafico costantemente verde e che punta verso l’alto, ma è impossibile. Dopo una crescita come quella che stiamo vivendo, prima o poi l’orso dovrà farsi vivo. Siamo giunti a quel punto? Per adesso no, ma in futuro ci arriveremo.

Il mercato azionario

Tra opportunità e problemi

Il cambio dell’inquilino alla Casa Bianca è certamente una delle opportunità-problema del momento.

Da un lato abbiamo un futuro presidente pro-crypto e che certamente non vorrà mettere alcun freno ai mercati tradizionali. L’elezione è stata accolta in modo positivo proprio perché ci sarebbe molta libertà per investitori e aziende.

Tuttavia, l’arrivo di Donald Trump potrebbe voler dire anche dazi doganali nei confronti di altri Stati. Già durante il primo mandato, la presidenza Trump si distinse per una politica protettiva e dai tratti isolazionisti, qualcosa che cozza con il concetto stesso di Stati Uniti d’America e che non si vedeva da prima di Woodrow Wilson.

Applicare dazi non solo ai nemici, ma anche ad amici e alleati come il Canada e l’Europa, andrebbe a creare attriti e difficoltà economiche, soprattutto per chi ha negli States uno dei partner commerciali più importanti (vedi l’Italia). Un’eventuale contromossa darebbe vita a una guerra tariffaria, che alla fine andrebbe a impattare su imprese e cittadini, alzando i costi e amplificando il rischio di una contrazione dei consumi, frenando l’economia e di conseguenza i mercati.

Nel 2025 la globalizzazione è totale. La mossa di un singolo Paese, soprattutto se si tratta dell’economia più importante al mondo, ha ripercussioni su tutto il sistema. Ci auguriamo che la presidenza Trump possa essere un’opportunità per l’economia mondiale; tuttavia, se egli manterrà le promesse, potremmo ritrovarci invischiati in un periodo di difficoltà.

Casa Bianca

Nel calderone dei problemi dobbiamo aggiungere le tensioni internazionali e le guerre. Sappiamo bene qual è la situazione mondiale odierna, con diversi punti caldi quali l’Ucraina, il Medio Oriente e la questione Taiwan.

Il nuovo presidente americano potrebbe aiutare a una risoluzione del conflitto in Ucraina, anche se ciò vorrà quasi certamente dire consegnare alcuni territori alla Russia, mettendo sì fine al conflitto, ma legittimando le aspirazioni espansionistiche di questo Stato e creando un pericoloso precedente.

Notizia positiva: l’amministrazione Biden, unita a quella entrante, è riuscita a mediare un accordo per il cessate il fuoco a Gaza, che entrerà in vigore domenica 19/01.

Al tempo stesso, mentre la NATO mostra la dipendenza dagli States e le debolezze interne, si aggiungono le dichiarazioni di Trump sulla Groenlandia e, in misura minore, su Panama. Il futuro presidente mostrò già nel primo mandato un interesse verso la grande isola artica, parte del Regno di Danimarca. Recenti dichiarazioni spingono per un’acquisizione da parte degli Stati Uniti, a cui ovviamente la Danimarca ha risposto picche.

Perché proprio la Groenlandia? Questo territorio è ricco di risorse naturali, quali ad esempio le fondamentali terre rare. Inoltre, la posizione è strategicamente molto importante per il controllo dell’Artico, area delicatissima e sempre meno ghiacciata a causa dei cambiamenti climatici. Potrebbero quindi aprirsi nuove rotte navali, nonché una corsa al controllo marittimo; e si sa, chi controlla i mari, domina sul mondo.

La Danimarca continua a rispedire al mittente le proposte, ma il problema non sta solo nel mettere a rischio gli equilibri tra Paesi amici. In Russia stanno infatti supportando la volontà di Trump di acquisire la Groenlandia; il motivo? Semplice: se gli States dovessero ampliarsi e applicare delle politiche espansionistiche, anche i russi sarebbero legittimati a farlo. Stesso discorso per la Cina, che a quel punto potrebbe guardare seriamente a Taiwan.

Ricapitolando: nel mondo ci sono in corso svariate guerre e crisi che minano gli equilibri. Se andiamo anche ad aggiungerci una sorta di “Dottrina Monroe 2.0” da parte degli Stati Uniti e dei rapporti in raffreddamento con gli alleati, il risultato finale può essere solo negativo. E i mercati, lo sappiamo bene, amano la tranquillità.

Ma guardiamo anche alle opportunità. In momenti come questo si hanno infatti le migliori possibilità di ripartire con il piede giusto. L’economia generale non sta male; i mercati sono reduci da un periodo di enorme crescita; la pandemia ha lasciato dei segni, ma il mondo è ormai a regime; possiamo approfittarne e cominciare a costruire il futuro.

Le sfide da affrontare sono tante: tensioni, guerre, problematiche sociali, disuaguaglianze, ambiente. Però, se la classe politica si mettesse davvero al servizio, potremmo riuscire a risolvere tutti questi punti, o comunque a migliorare la situazione. Sembra un discorso utopico, ma la storia è ricca di esempi in cui siamo risorti dalle ceneri.

Se i cittadini acquisiranno consapevolezza e la politica risponderà presente, i mercati faranno altrettanto. Le criptovalute potranno avere un ruolo sempre più di primo piano, mentre la finanza tradizionale continuerà a crescere, spinta da delle condizioni favorevoli.

A prescindere da come andrà a finire, sembra però che il mondo sarà sempre più crypto-oriented. O meglio, blockchain-oriented.

La struttura di base della nostra industria, appunto la blockchain, è la grande promessa che pian piano sta realizzandosi. Le applicazioni sono davvero infinite e, unite ad altre innovazioni quali l’intelligenza artificiale, si preparano a cambiare per sempre il mondo. Un’opportunità sempre più evidente che ormai in molti vogliono cogliere.

Conclusioni

Arrivati a questo punto, non ci resta che tirare le somme. Lo stato attuale non è negativo come alcuni pensano, ma dobbiamo stare in guardia dati i tanti cambiamenti in arrivo.

Le criptovalute continuano a navigare in acque relativamente calme, così come i mercati tradizionali. I prossimi mesi saranno determinanti per stabilire se continueremo a goderci la tranquillità, oppure se dovremo prepararci alla burrasca. Per ora, poche nuvole all’orizzonte.

Non scordiamo di avere sempre pronto un piano completo per affrontare qualsiasi situazione, oltreché ad avere impostata l’exit strategy giusta per le nostre specifiche esigenze.

Grazie per averci letto!


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