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Dominica e Huobi: ecco la cittadinanza digitale

Di Gabriele Brambilla

La cittadinanza digitale è ormai una realtà per Dominica, piccolo Stato caraibico sempre più aperto a blockchain, criptovalute e Web3

Dominica e Huobi: ecco la cittadinanza digitale

Cittadinanza digitale e il caso di Dominica

Dominica è una piccola isola situata nei Caraibi. Oltre ai bellissimi paesaggi, agli investitori in criptovalute il Paese offre molto di più.

Un tempo, il concetto di cittadinanza digitale aveva un unico significato. Wikipedia riporta il seguente: “unione tra l’educazione civica e l’educazione digitale, quindi da un lato la formazione ai propri diritti e doveri come cittadini e dall’altro la consapevolezza che le azioni che si effettuano on-line e off-line hanno un impatto nel presente e nel futuro per sé stessi e per gli altri.”

Ora però il termine ne acquisisce un altro: vera e propria cittadinanza di un Paese sovrano, corredata da un elenco di diritti e agevolazioni.

Proprio sull’isola di Dominica si sta portando avanti un esperimento unico nel suo genere. Grazie alla collaborazione con Huobi, Tron e DMC Labs, lo Stato caraibico sta diventando sempre più blockchain-oriented.

Vediamo quindi qual è la situazione e come la cittadinanza digitale di Dominica andrà a impattare sulle vite di chi riuscirà a ottenerla.

Huobi e Dominica: verso il digitale

L’area caraibica e centramericana è particolarmente vivace e aperta alle sperimentazioni a tema crypto.

Arretratezza, limiti territoriali e dipendenza dal turismo spingono i Governi a trovare nuove vie per incentivare investimenti e sviluppo. Ne sa qualcosa Justin Sun, fondatore di Tron, global advisor di Huobi e rappresentante diplomatico di Grenada presso il WTO.

Fatta questa premessa, non dobbiamo quindi meravigliarci se proprio Tron e Huobi siano parecchio vivaci nell’area, sempre a caccia di nuove possibilità.

Eccoci quindi a Dominica, isola posizionata tra i territori della Francia oltreoceano Guadalupa e Martinica.

Il Commonwealth di Dominica, indipendente dal 1978, è un luogo sicuro, stabile e generalmente molto tranquillo. Una scelta perfetta per sviluppare qualcosa di unico e innovativo.

Il Paese ha stabilito una partnership con l’exchange Huobi, Tron e DMC Labs. L’obiettivo è avvicinarsi al Web3, strizzando l’occhio soprattutto al metaverso. Da qui nasceranno due importanti progetti collegati tra loro.

Il primo è Dominica Coin (DMC), un token TRC-20 sviluppato su Tron, la blockchain ufficiale del Paese.
DMC è stato approvato e verrà fornito direttamente dal Governo di Dominica. Sarà disponibile per l’acquisto su Huobi Prime e reso cross-chain con Ethereum e BNB Smart Chain.

Nascita e adozione di Dominica Coin sono state rese possibili dal Virtual Asset Business Act, una legge approvata nel Giugno 2022 dai legislatori dello Stato caraibico. La norma apre alle criptovalute e alle tecnologie che ne sono alla base.

DMC possiede diversi casi d’uso, conosciamoli.

In primis, il token può essere impiegato come normale mezzo di pagamento, in quanto ufficialmente riconosciuto.

Dominica è un Paese che abbraccia le criptovalute così come altri nell’area dei Caraibi, come abbiamo approfondito in questo speciale dedicato a regolamentazioni e adozione nel mondo.

C’è di più: DMC punta a essere anche uno strumento per promuovere e sostenere le bellezze naturali del territorio, come il sito UNESCO Morne Trois Pitons National Park. In verità, questo era lo use case originale che vedeva questa crypto come un semplice fan token.

Il caso d’uso più interessante è però un altro: Dominica Coin sarà indispensabile per poter richiedere la DID, l’identità digitale del Paese.

La digital decentralized identity consentirà alle persone di svolgere diverse operazioni fra cui:

  • Portare avanti una procedura KYC sulle principali piattaforme, utilizzando la propria Dominica Digital Identity.
  • Aprire conti bancari o di investimento nel Paese, seguendo quanto prescritto dalle norme locali.
  • Richiedere un prestito.
  • Registrare aziende operanti nel digitale.

Come specificato da Huobi, il possessore della DID diventa un Dominica digital citizen (cittadino digitale di Dominica).

Di fatto, i possessori di DMC potranno acquistare la propria identità digitale e sfruttarne tutti i benefici.

Oltre che per attirare investitori e capitali, la mossa è certamente pensata per spianare la strada al metaverso, il vero obiettivo per Dominica e i suoi partner.

Huobi e Dominica: verso il digitale

Caraibi sempre più crypto

Dominica non è il solo Stato caraibico a guardare di buon occhio le criptovalute. L’area è infatti un luogo piuttosto fertile per il settore blockchain.

Le Bahamas ospitavano FTX e purtroppo hanno subito delle ripercussioni di immagine in seguito al fallimento del noto exchange. Ciononostante, il Paese offre normative molto favorevoli alle attività finanziarie e continua a essere visto di buon occhio.

Non mancano altri esempi. Prendiamo DCash, la versione digitale dell’East Caribbean Dollar, emesso dalla Eastern Caribbean Central Bank. Questa CBDC è a corso legale in vari Stati fra cui Grenada, Antigua e Barbuda e Dominica.

Quest’ultima, oltre a quanto visto finora, ha dato corso legale ad altre coin e token del network Tron, fra cui spiccano TRX, JST, BTT e la stablecoin USDD.

Parlando di normative favorevoli, come non menzionare le Isole Cayman?
Posizionato a sud di Cuba, il noto arcipelago continua a essere uno dei poli più attrattivi per i capitali. Ora, anche le criptovalute trovano un ambiente altrettanto amichevole.

Barbados ha legalizzato le criptovalute e si appresta a far esordire una propria CBDC.

Includendo poi l’America Centrale, conosciamo bene la realtà di El Salvador.
La sua politica pro-crypto, più volte vittima di attacchi, ha finora retto: è infatti notizia recente la chiusura dei debiti contratti dal Paese.

Certo, un conto sono apertura e legalizzazione, un altro è l’effettiva adozione.
In alcuni di questi Paesi, le persone restano prive di capitali e hanno a malapena accesso a internet. Seppur alcune criptovalute (es. bitcoin) possano ridurre le disuguaglianze, arretratezza e povertà restano degli ostacoli apparentemente insormontabili.

In ogni caso, non mancano Paesi che la pensano diversamente. Un esempio? La Repubblica Dominicana si schiera contro coin e token, vietati per legge.

"Complici le normative solitamente favorevoli, i Caraibi sono sempre più crypto"

Crypto-Caraibi: a che prezzo?

Continueremo a seguire gli sviluppi in Dominica e negli altri Paesi.

Stiamo vivendo un periodo in cui non mancano mai annunci di nuove partnership e progetti anche a livello nazionale. Blockchain e criptovalute si confermano un settore in continua crescita.

Vogliamo però chiudere con una riflessione riguardo la crescente influenza di investitori miliardari nelle aree meno sviluppate.

Da un lato, l’arrivo di capitali è certamente positivo per l’economia locale e i cittadini. Se non si abbracciassero le novità, sarebbe difficilissimo trovare una via di fuga dalle complesse condizioni in cui versano certiPaesi.

Però, al tempo stesso, lo sbarco di ultra-miliardari non è sempre positivo. Disponendo di fondi enormi, essi possono infatti acquistare un immenso potere, divenendo proprietari de facto dello Stato stesso.

Non ci riferiamo in particolare a Dominica, si tratta di un’osservazione di carattere generale su cui bisogna pensare: il rischio di una nuova forma di colonialismo e dipendenza non è così remoto come potrebbe sembrare.

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