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Bitcoin: storia, guida e prezzo di BTC
Di Luca Boiardi
Scopriamo come funzionano i bitcoin (BTC) e tutto il mondo che ruota attorno: miners, Proof-of-Work, Satoshi Nakamoto e tanto altro...
Introduzione alla criptovaluta bitcoin
Come funzionano i bitcoin? Se hai aperto questo approfondimento, probabilmente te lo sarai chiesto almeno una volta nella vita.
La criptovaluta bitcoin è la prima mai esistita, creata nel lontano 2008 da una persona tuttora sconosciuta, nota con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto.
L’obiettivo era quello di dar vita a una rete sulla quale fosse possibile eseguire pagamenti peer to peer, privi di intermediazione e senza dover dipendere da un server centrale. Per fare ciò, Satoshi basò tutta l’infrastruttura su blockchain e crittografia, avviando una vera e propria rivoluzione.
Nei prossimi paragrafi copriremo il tema in modo più esteso possibile.
Per cominciare, forniremo una definizione in parole semplici.
Vedremo poi com’è nata la blockchain Bitcoin e l’omonima criptovaluta. Purtroppo non sapremo rispondere alla domanda “chi è Satoshi Nakamoto?”, persona quasi leggendaria e ancora avvolta nel mistero dopo ben 15 anni.
A seguire ci sposteremo più sul pratico. Vedremo cosa sono i bitcoin e come funzionano, dedicandoci soprattutto al tema blockchain e miners.
Dopodiché saremo in grado di comprendere a cosa servono i bitcoin, esplorando i vari casi d’uso a oggi noti.
Vedremo dov’è possibile effettuare un pagamento con bitcoin e dove acquistarli, introducendo la figura degli exchange di criptovalute.
Abbiamo tanto di che parlare: partiamo con la definizione di bitcoin.
Indice
Che cosa sono i Bitcoin?
Bitcoin, abbreviata solitamente in BTC, è la più famosa e capitalizzata criptovaluta in circolazione, nonché la prima in assoluto.
Si tratta di una vera e propria moneta, presente però solo in formato digitale. Essa può esistere grazie alla struttura che è alla base: la blockchain. Approfondiremo tra non molto l’argomento.
Il valore di bitcoin è dato da diversi fattori che esploreremo in seguito. Comunque, blockchain e innovatività le donano un potenziale di crescita decisamente notevole.
A oggi ci sono poco più di 19,4 milioni di esemplari di BTC (ora sai quanti bitcoin esistono). L’offerta massima è immutabile e fissata a 21 milioni, numero che raggiungeremo tra oltre un secolo, intorno al 2140. Considerando che una buona percentuale ne è andata persa, la scarsità è certamente un elemento che dona ulteriore valore.
Andiamo però a scoprire di più sulla nascita di BTC, per poi addentrarci negli aspetti più tecnici.
BTC: un po' di storia
L’idea di Bitcoin nasce il 31 Ottobre 2008, giorno in cui fu pubblicato il whitepaper firmato con lo pseudonimo Satoshi Nakamoto.
Termine ampiamente usato nel mondo delle criptovalute, il whitepaper è un documento riassuntivo che illustra tecnicamente il progetto, il suo scopo e l’esecuzione dello stesso.
Satoshi descriveva il metodo di creazione e mantenimento di un database contenente transazioni finanziarie, dotato di una duplice particolarità.
Innanzitutto, per essere validati e finalizzati, i movimenti non necessitavano di alcun garante o intermediario. Esattamente l’opposto di quanto accade con i circuiti classici che sfruttiamo quotidianamente.
Inoltre, il database stesso veniva replicato e mantenuto aggiornato in tempo reale su vari nodi di una rete, così da non dipendere da un unico server centrale.
Si andava quindi delineando un sistema svincolato dai controlli ma al tempo stesso sicuro e non manipolabile. Ci teniamo a fare un’aggiunta, sfatando un falso mito: con “svincolato dai controlli” intendiamo che nessuno potrà censurarci; però, ogni transazione è perenne e può essere seguita da chiunque. Difficile quindi prelevare dei fondi senza perdere l’anonimato, cosa che viene invece pensata da chi non conosce bene la tecnologia blockchain dietro le criptovalute come BTC. Quindi, i bitcoin possono essere il mezzo perfetto per muovere denaro tutelando la privacy, ma senza sfuggire alla legge se si sono commessi dei reati.
Restando sul tema sicurezza, il whitepaper di Bitcoin descriveva anche come evitare il double spending, uno dei principali ostacoli nel mondo della moneta elettronica.
Con tale concetto si intende la possibilità di spendere due volte la medesima unità di valore.
Quando la moneta è fisica, è facile evitare questo problema: la spesa stessa implica che il cedente non possieda più la somma.
Invece, quando la moneta è virtuale occorre un metodo per autenticarla e farla diventare in qualche modo “unica”. La blockchain rende possibile questa cosa; nei paragrafi che seguono approfondiremo i vari tecnicismi.
L’altro punto fondamentale descritto nel whitepaper riguardava il metodo di emissione di Bitcoin, nonché il flusso.
A differenza di una Banca Centrale – che può emettere moneta a propria discrezione, come la FED – il tasso di creazione di nuovi bitcoin è definito all’interno del relativo codice sorgente. Come dicevamo, non ci sarebbero mai stati più di 21 milioni di esemplari. L’emissione si sarebbe ridotta nel tempo, dimezzandosi ogni 4 anni circa (fenomeno denominato halving bitcoin). Stando a questi numeri, l’ultima frazione di BTC verrà emessa nell’anno 2140.
Curiosità: il genesis block di Bitcoin, ovvero il primo blocco della sua blockchain, contiene una frase molto significativa. Essa recita “Chancellor on brink of second bailout for banks”, tradotto in “Cancelliere sull’orlo del secondo salvataggio per le banche”.
Si tratta del titolo della rivista The Times del 3 gennaio 2009, giorno in cui fu creato il genesis block.
Il periodo era quello dei postumi della crisi finanziaria del 2008, durante il quale venivano nazionalizzati i debiti delle banche a rischio tramite i cosiddetti bailout.
Bitcoin nasce come una fenice dalle ceneri di quel sistema economico-finanziario malfunzionante, offrendo per la prima volta nella storia un’alternativa.
Proprio qui sta il grande cambiamento: non più una moneta gestita da pochi ma un asset libero, decentralizzato e capace di abbattere le diversità.
Ora che conosciamo un po’ di storia, rimbocchiamoci le maniche ed entriamo più nel tecnico.
Quanto valeva un bitcoin quando è nato? Inizialmente BTC non aveva pressoché nessun valore. Dopodiché, nel corso del tempo è passato dai pochi centesimi di dollari fino alle decine di migliaia… un ottimo investimento, non c’è che dire.
Come funziona Bitcoin?
Bitcoin come funzionano? Per rispondere a questa domanda, dobbiamo concentrarci su due elementi chiave: blockchain e crittografia. Solo così potremo avere chiaro il processo che regola il funzionamento di Bitcoin. Diamoci da fare!
La Blockchain
Possiamo immaginare la blockchain come un enorme database contenente varie tabelle di dati. Esso è suddiviso in tante unità chiamate blocchi.
Nella blockchain Bitcoin, un nuovo blocco viene aggiunto ogni 10 minuti circa. In questo modo viene creata una “catena” in cui ogni maglia (appunto il blocco) è indipendente ma indivisibile da chi la precede e chi la segue. Ecco quindi il nome blockchain, tradotto testualmente in catena di blocchi.
All’interno di questo database si trovano tutte le transazioni di Bitcoin, dalla genesi a oggi.
Ciò che distingue la blockchain da un database tradizionale è la distribuzione su tutti i nodi partecipanti alla sua rete. Così facendo, anche se uno o più nodi non sono raggiungibili ce ne sarà sempre qualcuno attivo. Il sistema garantisce quindi la perfetta stabilità.
In aggiunta, non esiste un controllore centrale, ovvero un server che coordina l’attività.
La validazione delle transazioni è eseguita dai nodi in maniera democratica, seguendo un algoritmo di consenso distribuito chiamato Proof-of-Work, su cui torneremo.
Un’altra caratteristica propria della blockchain è la trasparenza: chiunque può leggere in qualsiasi momento i dati contenuti al suo interno.
Questo è anche il motivo per cui si riescono a validare facilmente le transazioni: basta controllare che il mittente si possa permettere di spendere quei BTC e che la firma sia autentica, nulla di più. Per capire il concetto di firma, dobbiamo parlare di crittografia, quindi porta ancora un po’ di pazienza, ne varrà la pena!
Ultima peculiarità della blockchain, già anticipata qualche riga sopra, è l’immutabilità.
Una volta che i blocchi sono validati, modificarne uno diventa sempre più costoso a ogni nuovo blocco che segue. Capiremo meglio il perché dopo aver chiarito il concetto di mining, non preoccuparti. Per adesso basta tenere in mente che è questo aspetto a rendere la chain di BTC una delle strutture più sicure in circolazione.
Spostiamo il focus sulla crittografia, così da continuare a mettere insieme i pezzi del puzzle.
La Crittografia
Bitcoin è resa sicura e affidabile dalla crittografia.
Quando inviamo dei BTC (o frazioni di essi) a qualcuno, la chiave privata che li custodisce è d’obbligo.
Si tratta di una stringa alfanumerica che ci permette di spendere i nostri BTC, una sorta di impronta digitale con cui firmiamo la transazione.
A una chiave privata ne è associata una pubblica, detta anche address (volgarmente possiamo chiamarlo indirizzo bitcoin). Quest’ultima si deriva dalla sua chiave privata tramite un algoritmo di cifratura chiamato ECDSA (Elliptic Curve Digital Signature Algorithm). Esso ha la particolarità di essere non invertibile: dalla chiave pubblica non si arriva MAI a quella privata; aggiungiamo “menomale”: il possesso della chiave privata permette di spendere i BTC associati a essa.
Infine, un’altra particolarità fondamentale: è possibile verificare l’autenticità della firma anche senza avere la chiave privata. Ecco come fanno i nodi a validare le transazioni con tanta semplicità.
Riassumendo: grazie alla crittografia possiamo dormire sonni tranquilli, consapevoli che i nostri BTC sono al sicuro.
Come funziona il mining dei Bitcoin?
Chi crea i bitcoin? Chi sono i miners? Siamo finalmente arrivati al punto di poter rispondere.
Il mining è il modo in cui nuovi blocchi vengono creati e validati, espandendo sempre più il registro distribuito della blockchain. I miners sono coloro che mettono a disposizione degli appositi computer per dar vita alla procedura.
Il protagonista della scena si chiama Proof-of-Work, l’algoritmo di consenso distribuito basato sul consumo energetico. Ogni nodo coinvolto nella procedura di mining deve risolvere un calcolo probabilistico, un vero e proprio lavoro di fatica. Il tutto competendo con gli altri miners.
Possiamo immaginare il mining come un’estrazione continua di numeri da un’urna che ne contiene milioni di milioni, fino al momento in cui qualcuno non ne pesca uno minore di una certa soglia. Questo livello è un parametro dinamico, che cambia al variare del numero di estrazioni eseguite nell’unità di tempo.
Un blocco di Bitcoin deve essere creato ogni 10 minuti.
Nel caso si iniziassero a estrarre più numeri (fuori dalla nostra metafora significa che aumenta il numero dei miner) si rischierebbe di metterci meno tempo. Di conseguenza, si rende necessario aumentare la difficoltà del calcolo probabilistico, così da garantire il rispetto delle tempistiche corrette. Tutto è automatico: il sistema è appositamente progettato a questo scopo.
L’estrazione di cui stiamo parlando è in realtà un hashing. La funzione prende un input e restituisce in output il suo hash, una stringa alfanumerica casuale lunga 256 bit.
Qui trovi un calcolatore SHA-256 per convertire qualsiasi cosa vorrai scrivere in una stringa. Lo stesso input genererà sempre lo stesso output, il che rende la stringa facilmente verificabile.
Il primo miner che trova un hash minore della soglia (esempio: hash che inizia con dieci zeri) vince. Ogni nodo dovrà quindi impegnarsi al massimo per calcolare quanti più hash possibili nel minor tempo.
Inizialmente era possibile essere competitivi anche con un semplice PC per minare bitcoin.
Nel tempo sono state inventate macchine (ASIC) ottimizzate per eseguire quanti più hash possibili al secondo. Così facendo, la difficoltà si è impennata; pertanto, oggi occorrono molti più hashing per trovare la soluzione e validare un blocco.
Ogni qualvolta viene minato un blocco, il validatore riceve dei BTC come ricompensa per il duro lavoro svolto.
Per rendere possibile anche ai miner meno potenti di partecipare al network, esistono i cosiddetti pool. In essi confluisce la potenza di tutti i partecipanti, arrivando a validare blocchi molto più spesso dei singoli miner. Una volta minato il blocco e ricevuta la ricompensa, questa viene distribuita a tutti i partecipanti al pool, proporzionalmente alla potenza di calcolo di ciascuno.
Di fatto, al giorno d’oggi tutti i miner si appoggiano a pool, altrimenti incasserebbero ricompense raramente.
"Il mining bitcoin è il modo in cui nuovi blocchi vengono creati e validati"
Valore bitcoin: da cosa deriva?
Il prezzo di BTC bitcoin è banalmente deciso da domanda e offerta.
Se i compratori superano i venditori, il prezzo sale. Al contrario, se chi vende supera chi acquista, il prezzo scende. Funziona così per tutti gli asset finanziari: dalle azioni fino ai metalli preziosi e le commodities quali oro e argento.
Speculazione
Tuttavia, raramente il prezzo è lo specchio del valore dell’asset sottostante. Ciò è dovuto all’enorme componente di speculazione.
Nelle crypto, lo sappiamo, essa è dominante, motivo per cui bisogna fare attenzione alle fasi di euforia, pena acquisti a prezzi esagerati. Al tempo stesso, si deve essere prudenti e analizzare ogni progetto con cura: è facile lasciarsi tentare da qualcosa che non possiede alcun valore intrinseco.
Ma le domande ora sono altre: sotto lo strato della speculazione, Qual è il valore intrinseco di BTC? Da cos’è dato? A cosa servono i bitcoin?
Mezzo di scambio e riserva di valore
Bitcoin è nato come mezzo di scambio di valore decentralizzato, perciò un vero e proprio sistema di pagamento, con tutti i limiti e i punti di forza del caso. Ma nel tempo BTC si è affermato anche come riserva di valore, bene rifugio con il quale difendersi dall’inflazione e diversificare il proprio portafoglio. Pertanto, meglio assolve questi compiti e maggiore sarà il suo valore.
Parlando dell’utilizzo di bitcoins come forma di denaro, le variabili principali in gioco sono la fiducia e l’adozione da parte di persone, aziende e commercianti. Più esse crescono, più bitcoin avrà successo come currency.
Anche le tecnologie di scalabilità, come Lightning Network, aiutano in questi termini, poiché rendono meno onerosi e più veloci i piccoli pagamenti.
Storicamente abbiamo assistito a una tendenza crescente nell’adozione, nella fiducia e nei volumi su Lightning Network. Ci aspettiamo che si continui ad andare in questa direzione. Se vuoi approfondire l’argomento, troverai un video su LN a fine paragrafo.
Alla domanda “cosa posso comprare con i bitcoin”, potremmo potenzialmente rispondere “Tutto!“. Infatti, i bitcoins si prestano a essere spesi in qualsiasi contesto; tutto dipende da quanto venditori e compratori desiderino farne affidamento.
Come store of value, il valore di BTC deriva dalla scarsità e dalla sua domanda come asset finanziario.
Il dato della scarsità è definito matematicamente e non modificabile. La domanda dipende dall’appetibilità di BTC per gli investitori. Ovvero: è facile investirci? Vale la pena farlo?
La domanda aumenta (e l’appetibilità migliora) con il crescere di veicoli finanziari “tradizionali” verso Bitcoin.
Un fondo o un’azienda non avranno voglia di comprare bitcoin su Binance e detenerli in un wallet: è troppo difficile e rischioso. Pertanto, cercheranno un ETF, un ETP o un prodotto simile.
Più aziende e grandi fondi investiranno pubblicamente in bitcoin, più quest’ultimo diventerà un asset forte in termini di reputazione, alimentando un ciclo a feedback positivo. Al momento, anche questo trend è palesemente crescente e ha come capofila MicroStrategy, azienda americana fondata da Michael Saylor.
Possiamo quindi dire che, per ora, BTC sta avendo successo su tutti i fronti. Cosa ci riserva il futuro? Non possiamo saperlo ma vogliamo essere ottimisti.
Bene, quindi, come acquistare bitcoin? Se hai fatto le tue ricerche e sei convinto che la criptovaluta per antonomasia possa fare al caso tuo, scopriamo quali sono le vie per comprare BTC in Italia.
Come si fa a comprare Bitcoin?
Per acquistare bitcoin nel nostro Paese abbiamo a disposizione diversi mezzi.
In primis menzioniamo gli exchange centralizzati, vere e proprie aziende del settore in cui possiamo depositare valuta tradizionale e acquistare coin e token.
Tra questa categoria troviamo colossi come Binance, OKX, Bybit e Bitget, imprese che fatturano miliardi di dollari ogni anno grazie alle commissioni che applicano a ciascuna transazione. Per fortuna è possibile contenere questi costi grazie a delle convenzioni; se desideri iscriverti a un exchange, fallo utilizzando uno dei nostri codici referral, così da poter risparmiare. Eccoli qui:
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Si possono comprare bitcoin anche da altre realtà CeFi (finanza centralizzata). Tra queste, Nexo è una delle più conosciute.
Per chi fosse già in possesso di criptovalute, i DEX (exchange decentralizzati) sono una valida opzione.
Infine, esistono applicazioni come Relai che permettono di comprare bitcoin in Italia con semplicità, in tutta sicurezza e senza fornire dati sensibili.
Puoi consultare il nostro approfondimento su Relai, dove troverai il nostro codice GATEWAY che ti darà diritto a uno sconto sulle fee.
"Gli exchange come Binance sono economici e ci permettono di acquistare bitcoin in semplicità e sicurezza"
Quanto costa comprare un Bitcoin oggi?
Dove seguire la quotazione bitcoin euro, oppure quella btc usd? I siti a disposizione abbondano.
I più noti sono CoinMarketCap e CoinGecko, portale specializzato sulle criptovalute e che offre tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno.
Da qui è possibile visualizzare il prezzo dei bitcoin in euro, anche se la valuta di default è il dollaro americano. Poco male: basta cambiarla mediante l’apposito pulsante posizionato in alto a destra.
CoinMarketCap e portali simili offrono il cambio bitcoin dollaro in tempo reale. Tuttavia, se si volesse avere tra le mani qualcosa di più professionale, dovremmo rivolgerci a TradingView, la piattaforma di riferimento per l’analisi tecnica.
TradingView ci permette di consultare grafici in tempo reale su azioni, indici, materie prime, Forex, parametri economici e ovviamente criptovalute. Uno strumento indispensabile per qualsiasi investitore e trader a un prezzo assolutamente competitivo.
Cosa succede se investo 100 euro in bitcoin?
Prima di chiudere, rispondiamo sorridendo a una delle domande più ricercate in assoluto: quanto guadagno se investo 100 euro in Bitcoin?
Chi ci segue da tempo sa bene come la pensiamo: crediamo negli investimenti ben pensati, che richiedono esperienza, studio e tempo. Non siamo per le ondate di esaltazione che mettono a repentaglio i capitali. Perciò, ecco la nostra risposta.
Non è possibile determinare a priori quanto un investimento potrà fruttare, sia esso di 100, 100.000 o 1 euro. Di sicuro, se le cose dovessero andare per il meglio, maggiore è l’investimento iniziale, superiore sarà il guadagno; al tempo stesso, ciò varrà anche in caso di crolli e perdite.
Possiamo inoltre affermare con sufficiente certezza che 100 euro non basteranno per cambiare la vita: i tempi in cui era possibile, almeno con bitcoin, sono passati da tempo.
Ragionando per logica, se BTC dovesse salire parecchio di valutazione, potremmo conseguire guadagni davvero interessanti. Se da 100 euro riuscissimo ad esempio a ricavarne in tutto 200, sarebbe una performance elevatissima del 100%, una cosa che non si vede tutti i giorni.
Insomma, giusto sognare un futuro migliore ma attenzione a esagerare. Non ci sono limiti, purché si abbiano tre elementi indispensabili: conoscenza, esperienza e soprattutto pazienza.
Quanto varrà il Bitcoin nel 2025?
Cosa accadrà in futuro? Quale sarà il valore di bitcoin nel 2025? Vorremmo poter rispondere a queste domande ma sarà il mercato a decidere.
Sembra comunque che l’adozione della blockchain sia qualcosa di inevitabile; come prima arrivata, Bitcoin dovrebbe conservare un ruolo importante in questo nuovo scenario.
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