Introduzione a Dogecoin (DOGE)
“A Dogecoin non si scappa” e anche The Crypto Gateway deve sottostare a questa legge!
In questo approfondimento andremo alla scoperta della criptovaluta memecoin che ha fatto parlare di sé in ogni angolo del pianeta, emulata in ogni declinazione possibile.
Che la si ami o si odi, Dogecoin (DOGE) è li a guardare dall’alto tantissimi progetti crypto di valore intrinseco superiore.
Dopo un po’ di storia, cercheremo di inquadrare le attuali applicazioni della coin.
Dopodiché ci concentreremo sul futuro e sui progetti che sono in cantiere grazie alla Dogecoin Foundation.
Sarà un viaggio tra cani ed eccentrici miliardari, dall’Australia all’Oregon passando per il Giappone.
Non perdiamo tempo e imbarchiamoci. Mi raccomando: non dimentichiamo di portare collare e guinzaglio!
Indice
Dogecoin: da scherzo a top ten criptocurrency
La crypto Dogecoin (DOGE) nasce nel 2013 dalla mente di Jackson Palmer, manager presso Adobe Sydney.
Alla base della creazione della memecoin vi era l’idea di schernire l’hype crypto, al tempo eccessivo considerata la situazione (numeri scarsi, poche alternative e un futuro totalmente sconosciuto).
Palmer non creò alcuna criptovaluta ma si limitò semplicemente a utilizzare il popolare social Twitter. Inaspettatamente, i tweet generarono da subito interesse e partecipazione.
Notando il crescente movimento, comunque ancora all’oscuro di ciò che sarebbe successo negli anni a venire, Jackson acquistò il dominio internet dogecoin.com (ancora operativo).
Intanto, dall’altra parte del Pacifico, il programmatore Billy Markus venne a conoscenza di Dogecoin. Giusto in quel periodo, egli era alla ricerca di un’idea valida su cui poter sviluppare una criptovaluta: benché ci fossero tutte le competenze tecniche, mancavano quelle “promozionali”; Dogecoin sembrava creato apposta per la sua situazione.
Markus prese contatto con Jackson, chiedendo il permesso di poter procedere. Come possiamo immaginare, la risposta fu positiva.
La memecoin per eccellenza fu messa online nel dicembre 2013, ricevendo subito importanti attenzioni dal pubblico.
In poche settimane, Dogecoin ebbe dietro le spalle una community appassionata e vivace, suo pilastro indiscusso anche oggi.
Il primo anno di vita della coin fu un crescendo di partecipazione ed entusiasmo in cui non mancarono le iniziative benefiche: ad esempio, nel gennaio 2014 furono raccolti 30.000$ in Dogecoin per aiutare la squadra di bob jamaicana a partecipare ai Giochi Olimpici di Sochi.
Al primo anniversario dalla messa online, la capitalizzazione totale della coin raggiunse una cifra superiore ai 20 milioni di dollari.
Come purtroppo spesso capita, la crescita dei numeri portò inevitabilmente all’avvicinamento di persone con scopi tutt’altro che altruistici.
Il deterioramento della community convinse Jackson Palmer ad estranearsi dall’ambiente, primo segnale importante di un incanto destinato a scomparire.
In seguito, fece il suo ingresso la figura di Ryan Kennedy. Egli raccolse ingenti donazioni destinate allo sviluppo del suo exchange Moolah (da non confondere con Moola market). Peccato che poi si scoprì la reale destinazione di questi fondi: acquistare bitcoin che gli consentivano di fare la bella vita sulle spalle degli altri.
Questa storia fu un altro brutto colpo all’ormai perduta spensieratezza della community Dogecoin. Kennedy oggi è in carcere e ci resterà ancora per parecchi anni.
Nonostante tutto, il periodo grigio fu superato e la coin riuscì a proseguire nella crescita, vivendo in prima persona la bolla del 2017.
Resistendo a varie peripezie e saliscendi, Dogecoin si guadagnò il listing su Binance. Grazie a ciò, la compravendita poté raggiungere molte più persone.
Iniziarono a mostrare interesse anche personaggi famosi e qui arriviamo all’uomo chiave, colui che parlando può sensibilmente condizionare il prezzo di DOGE: Elon Musk.
Che sia per speculazione o goliardia, il magnate di Tesla e SpaceX ha da sempre mostrato forte simpatia verso LA memecoin.
I suoi tweet sull’argomento diventano spesso virali e ricilati a loro volta come meme dalle community di altre coin a ispirazione canina.
Una delle ultime cinguettate di Musk ha come protagonista McDonald’s. Nel tweet, il miliardario sostiene che mangerà un Happy Meal in TV se la celebre catena di fast food accetterà Dogecoin come forma di pagamento…vai capire il perché . Il bello è che McDonald’s ha pure risposto 😀 .
Accanto a lui troviamo un altro miliardario: Mark Cuban, proprietario fra l’altro della squadra di NBA dei Dallas Mavericks. Proprio lo shop online ufficiale del team accetta Dogecoin come forma di pagamento già da diversi mesi.
Nel tempo si sono aggiunte ulteriori realtà che accettano questa moneta: la catena di cinema AMC è una di queste.
Tornando ai giorni nostri, Dogecoin è stabilmente tra le prime criptovalute per market cap.
Chiaramente l’andamento del prezzo dipende dal periodo, anche se, come sappiamo, le meme coin tendono a essere molto più volatili (e rischiose) rispetto ad altre tipologie di criptovaluta.
"Concepita come scherzo, Dogecoin è sopravvissuta alle sfide del tempo, diventando una delle principali criptovalute esistenti"
A cosa serve Dogecoin?
Che cos’è Dogecoin? Dogecoin è una criptovaluta open-source, dotata di algoritmo di consenso Proof-of-Work.
Essa ha come simbolo uno Shiba Inu, razza canina proveniente dal Giappone.
Dogecoin è un fork di Litecoin, a sua volta derivata da Bitcoin.
Vi sono però molte differenze tra la famosa memecoin e la criptovaluta numero uno: ecco le principali.
Supply ed emissione
Innanzitutto, Bitcoin nasce per essere scarso e deflazionario: ne vengono prodotti sempre meno esemplari e la supply totale è fissata a 21 milioni.
Invece, Dogecoin ha una supply senza limiti e che aumenta ogni anno dello stesso numero.
Perciò, mentre BTC ha le carte in regola per apprezzarsi sempre più, data la diminuzione dell’offerta, DOGE è pensato per essere spendibile e ampiamente disponibile.
Velocità di transazione
Nonostante per entrambe le coin l’algoritmo di consenso sia di tipo Proof-of-Work, le transazioni di Dogecoin sono decisamente più rapide.
La creazione di un nuovo blocco su Bitcoin richiede infatti un tempo dieci volte superiore (10 minuti di media) rispetto a quello della memecoin.
Ciò dipende dall’algoritmo, dal processo di mining e dalla conseguente complessità dei calcoli che i computer devono risolvere, molto più difficili per Bitcoin.
Distribuzione e volatilità
La supply influenza in modo importante anche la distribuzione.
Essendo disponibile in quantità limitata, la maggior parte dei bitcoin è detenuta da una piccola percentuale degli holder totali.
Ciò espone al rischio di manipolazione del prezzo da parte di poche ma enormi balene.
BTC si dimostra comunque la realtà più stabile nel panorama crypto. Attenzione però: rispetto ad altri scenari, la volatilità resta comunque elevatissima.
Dogecoin è disponibile in abbondanza e concepito per essere il più possibile distribuito. In questo modo si evitano concentrazioni estreme nelle mani di poche persone (nella realtà purtroppo non è propriamente così).
Se da un lato ciò è positivo, dall’altro si crea il problema dell’alta volatilità: con numerosi attori in campo, il prezzo può oscillare in maniera estrema.
Casi d’uso
Bitcoin è sia un bene su cui investire che un mezzo di pagamento, negli ultimi anni sempre più utilizzato per svariate tipologie di acquisto.
La crescita di popolarità di BTC ha portato beneficio anche a Dogecoin: l’elenco di realtà che accettano questa forma di pagamento si allunga in continuazione, ringraziando anche la discreta rapidità di esecuzione delle transazioni.
Lo shop online dei Dallas Mavericks, già citato, è uno dei principali negozi che propongono Dogecoin (e altre crypto) come forma di pagamento tramite BitPay.
Nell’immagine che segue vi è in bella mostra l’opzione nella pagina di checkout.
Dogecoin (DOGE): qualche dettaglio sulla supply
Dogecoin ha una supply senza limite massimo. Ciò vuol dire che gli esemplari verranno continuamente minati, senza meccanismi deflazionari o limitanti.
A oggi, i pezzi in circolazione sono di poco inferiori a 145 miliardi.
Ogni blocco richiede un minuto per essere processato e produce 10.000 DOGE. Annualmente vengono quindi messi in circolazione poco più di 5 miliardi di esemplari.
Nonostante la supply sia in continuo aumento, questo parametro impatta poco se confrontato ad altre meme e shitcoin, alcune delle quali dotate di bilioni di pezzi.
Generalmente l’andamento del prezzo di DOGE segue quello del mercato. Tuttavia, non di rado si può assistere a rally che vanno in controtendenza con tutto il resto…potere delle memecoin!
L’all-time high superò i 70 centesimi di dollaro nella primavera del 2021, culmine di un periodo di crescita assolutamente folle.
Come è noto, Dogecoin non è da vedere come investimento: è un gioco che ha trovato un consenso inaspettato.
Vietato posizionarsi senza aver condotto le opportune ricerche, tenendo impressi nella mente gli elevati rischi presenti.
Quanto vale ora un Dogecoin?
Di seguito puoi consultare il valore di DOGE in tempo reale (fonte grafico: TradingView).
Per rispondere alla domanda “Quanto vale 1 Dogecoin in euro?” puoi invece muoverti in due modi:
- Consultare su TradingView (o portali come CoinMarketCap e CoinGecko) il grafico contro l’euro;
- Convertire il valore di DOGE/USD con il cambio USD/EUR. Per fare ciò, ti basta cercare su Google e comparirà un facile strumento di conversione valuta.
Dogecoin: utilizzi e progetti
Siamo giunti al tema più ostico da trattare: quali sono le possibili applicazioni di DOGE?
Normalmente, parlando di un ecosistema o di una coin, individuiamo progetti e aspettative future. Per esempio, Solana ed Ethereum hanno dietro dei mondi sempre più strutturati e ricchi di offerte che si integrano e completano a vicenda.
Dogecoin si estranea dal solito: è una memecoin, non nasce con un’idea particolare, un bisogno da soddisfare o una nicchia a cui dedicarsi.
Ciò non vuol dire che sia totalmente inutile, anzi.
La coin propone transazioni rapide rispetto ad altre realtà che utilizzano l’algoritmo Proof-of-Work.
Inoltre, la goliardia iniziale ha lasciato spazio anche a un minimo di serietà: dopotutto si tratta comunque di una delle criptovalute più capitalizzate in assoluto.
Non deve meravigliare se sempre più aziende e negozi stiano adottandola come metodo di pagamento: è facilmente acquistabile, vendibile, veloce e disponibile in abbondanza. Il tutto con la sicurezza garantita dalla blockchain. Sì, DOGE è effettivamente un buon mezzo di pagamento.
Abbiamo già nominato alcune importanti realtà che seguono questa via. Potrebbero aggiungersi altri nomi altisonanti, probabilmente è solo questione di tempo.
Questa coin viene inoltre impiegata diffusamente su varie piattaforme (Reddit in primis) per offrire mance a utenti che aiutano gli altri.
Abbiamo un problema e qualcuno della community ci dà un suggerimento valido? una manciata di DOGE è il miglior “grazie” che possiamo restituire 🙂 .
Ciò che è nato come un gioco sta acquisendo sempre più valore intrinseco.
Non facciamoci ovviamente ingannare: non possiamo paragonare Dogecoin a Ethereum o Bitcoin. Tuttavia, la tanta speculazione che c’è dietro non deve oscurare il fatto che sia una criptovaluta discretamente utilizzata per compiere svariati pagamenti.
Progetti legati a Dogecoin
Non molto tempo fa ci saremmo messi a ridere pensando a dei progetti legati a una memecoin. Oggi però qualche novità bolle in pentola.
La Dogecoin Foundation è una non-profit che cerca di sviluppare nuove soluzioni tramite il patrocinato.
Dopo la stesura di un manifesto nell’agosto 2021, la Fondazione ha redatto una roadmap, la prima in 8 anni di vita della coin.
I due progetti più interessanti sono GigaWallet e Libdogecoin.
Il primo è un wallet che dovrebbe agevolare il lavoro degli sviluppatori di siti e applicazioni. Grazie a questo prodotto, l’integrazione delle transazioni in DOGE diventa davvero semplice.
Libdogecoin sarà invece una library utile per costruire senza sforzo svariati prodotti. Un programmatore vuole creare un wallet? Oppure mira a studiare una soluzione particolare che preveda l’integrazione di Dogecoin? Grazie alla library, ciò sarà fattibile e non eccessivamente complesso.
Inoltre, è stata avviata una collaborazione con alcune personalità di spicco, fra cui Vitalik Buterin. Lo scopo è quello di creare un community staking che renda gli holder ancor più coinvolti.
L’obiettivo della Fondazione è evidente e dichiarato: eliminare l’etichetta di coin speculativa in favore di un futuro più stabile e sicuro.
Staremo a guardare con interesse gli sviluppi.
Dogecoin: memecoin che vuole diventare grande?
Il breve viaggio nell’universo della capostipite delle memecoin giunge al termine.
Dogecoin (DOGE) nasce per gioco e nemmeno come criptovaluta.
Nel tempo però, mattone su mattone, è andata costruendosi una enorme community che utilizza quotidianamente la coin.
Si sono poi aggiunti personaggi famosi (e pure un po’ eccentrici, diciamolo) a consolidare quanto costruito (o a minarlo, dipende dai punti di vista e dalle situazioni).
Oggi Dogecoin è lì tra i primi posti per capitalizzazione assieme (o sopra) realtà più complesse come Cosmos e “suo padre” Litecoin, oltre alla rivale Shiba Inu.
I piani per il futuro, di cui abbiamo accennato, potrebbero rafforzarne ancor di più la posizione, rendendo serio ciò che in origine non era.
Chi può sapere cosa accadrà? Con Dogecoin è davvero tutto possibile!