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Ethereum: che cos'è e come funziona

Di Luca Boiardi

Scopriamo Ethereum, la prima blockchain dove si possono sviluppare applicazioni decentralizzate e smart contract, dai wallet a come acquistare Ethereum

Ethereum: che cos'è e come funziona

Ethereum: introduzione alla blockchain

Ethereum è una blockchain tra le più importanti in assoluto, “luogo di nascita” della maggior parte delle rivoluzioni e dei trend dell’intera industria.

Il motivo di questa grande responsabilità sta nel fatto che Ethereum è stato il punto di inizio degli smart contract. Questi sono dei programmi che contengono delle istruzioni da seguire per svolgere determinate operazioni in modo totalmente automatizzato. Unendo più contratti tra loro si dà vita a protocolli di finanza decentralizzata ma anche piattaforme gaming, metaversi e marketplace NFT.

Questi portali/applicazioni prendono il nome di DApp, abbreviazione di Decentralized Application.  Il valore aggiunto di Ethereum sta proprio nell’essere la blockchain di riferimento quando si parla di smart contract e applicazioni. Come dicevamo, i grandi trend sono nati su questo network, tutt’ora protagonista nonostante le tante alternative nate nel corso del tempo.

In questo articolo capiremo bene che cos’è Ethereum e come funziona. Guarderemo anche alla criptovaluta Ethereum, il cui nome corretto è Ether, esplorandone i vari casi d’uso.

Giunti alla fine saremo pronti a leggere i tanti approfondimenti sul mondo di Ethereum che il nostro sito ha da offrire.

Cos'è Ethereum? Qual è la sua storia?

L’idea di Ethereum nasce nel 2013, in tempi in cui le criptovalute erano ancora una cosa per pochi smanettoni informatici.

Oggi il progetto coinvolge tantissime menti e specialisti in materia. Però, in origine, c’erano solo due personaggi chiave: il programmatore russo-canadese Vitalik Buterin e Gavin Wood, oggi coinvoltissimo nel network layer-0 Polkadot.

Nel pensare Ethereum, Buterin ha voluto spingersi oltre il semplice “gestire un registro di transazioni” (compito principale del protocollo Bitcoin). Infatti, l’obiettivo era quello di creare moneta programmabile: un’unità di valore che potesse essere gestita in maniera automatica da software, mantenendo il livello di apertura e decentralizzazione di Bitcoin. Un’impresa affascinante ma tutt’altro che semplice.

A distanza di anni, sappiamo bene com’è andata a finire: Ethereum è una realtà immensa, una delle poche a meritarsi un posto in tribuna d’onore assieme a Bitcoin.

Semplificando il funzionamento di Ethereum, possiamo dire che la blockchain contiene anche vere e proprie righe di codice, algoritmi. Essi vengono impacchettati negli smart contract che, uniti tra loro, danno forma a una DApp, già citata nell’introduzione. Un’insieme di applicazioni decentralizzate dà poi vita a un vero e proprio ecosistema, dove utenti e investitori possono compiere tantissime operazioni differenti.

Tornando alla nascita di Ethereum, è curiosa l’origine del suo nome.

Da buon nerd, Vitalik è un grande appassionato di fantascienza. Navigando su Wikipedia, eccolo imbattersi nella definizione di etere, elemento descritto come “il mezzo invisibile che permea l’universo e permette alla luce di viaggiare”. La sua reazione? Dopo un “che figata!” arrivò anche “ora gli “rubo” il nome per il mio progetto!; tutto il resto è storia.

Insieme a Ethereum nacque anche Solidity, un linguaggio di programmazione turing-complete pensato appositamente per la scrittura degli smart contract. Oggi Solidity è la lingua di riferimento per svariati protocolli, nonostante stiano diffondendosi valide alternative.

Il finanziamento iniziale per Ethereum avvenne nel 2014 vendendo la coin ETH in cambio di BTC. Il controvalore era di pochi centesimi per ETH (sì, lo so a cosa state pensando: una vera gemma!).

Questa modalità consentì di raccogliere 31.500 BTC, al tempo del valore di circa 500$ l’uno. Si trattò della prima ICO della storia, un’altra pietra miliare del nostro buon Vitalik.

Leggi di più: cos’era il mining Ethereum?

Come funziona uno smart contract Ethereum

Abbiamo detto che Ethereum punta ad aggiungere alle funzionalità e casi d’uso di Bitcoin la programmabilità. Non ci resta che scoprire come.

L’unità funzionale che permette di gestire valore, sotto forma di ETH o di token compatibili con la sua blockchain, è il cosiddetto smart contract.

Uno smart contract è un algoritmo scritto appositamente per eseguire specifiche azioni, seguendo regole ben definite. In questo caso, le azioni non sono nient’altro che transazioni contenenti ETH, token e dati. Ad esempio, lo swap di una coin con un’altra porterà all’interazione con diversi smart contract, ciascuno dei quali con un incarico ben preciso. Possiamo semplificare il concetto si smart contract immaginandolo come un set di istruzioni scritte su un foglio, da seguire passo passo.

Proprio sul tema dei compiti di un contratto, dipende tutto dal relativo codice sorgente. In un caso potrà stabilire regole e procedure per la messa in stake di un token; in un altro potrà definire il metodo per dare liquidità a un pool, oppure scambiare una coin con un’altra a un prezzo specifico. Le applicazioni sono pressoché infinite: dipende tutto dalla piattaforma, dai servizi proposti e dal lavoro svolto in sede di sviluppo.

Gli output sono quindi strettamente dipendenti dalla tipologia di smart contract.

Analizziamo un caso concreto come lo smart contract che cambia ETH in USDC su Uniswap. Per chi non lo sapesse, Uniswap è un exchange decentralizzato che permette di eseguire scambi senza un intermediario, l’esatto contrario di una piattaforma centralizzata come Binance o Bybit.

Lo smart contract riceverà come input degli ETH o degli USDC.

Come prima cosa, il contratto dovrà conoscere il tasso di cambio e… indovina un po’? Questo dato arriverà da un altro smart contract dedicato allo scopo. A questo punto, l’output consisterà in una transazione al medesimo address del mittente contenente un pari controvalore dell’altro token.

Riassunto ulteriormente: l’utente avvia l’operazione; lo smart contract si informa sul cambio e fa le verifiche del caso; lo smart contract conclude l’opera e l’utente riceve quanto desiderato.

Interagendo con il contratto non abbiamo alcun indizio sulla complessità del sistema che sta lavorando per noi. Ciò che alla vista è un semplice pulsante nasconde davvero tanta complessità.

Se dovessimo analizzare uno smart contract vedremmo “solo” righe e righe di codice difficili da leggere per i non esperti in materia. Dopo aver concluso e testato il contratto, esso viene caricato su blockchain, diventando operativo.

Abbiamo menzionato Uniswap, cioè l’applicazione il cui scopo è permettere lo scambio di coin e token.

Per farlo, la piattaforma ospita vari smart contract: uno per ogni coppia di scambio, uno per gestire il feed dei prezzi, uno per controllare la liquidità al loro interno e tanti altri con scopi tecnici che esulano dallo scopo di questo articolo. Solo per dare una minima idea della mole di lavoro da mettere in campo.

Tutti questi smart contract si scambiano continuamente input e output, in un flusso di informazioni e valore. L’informazione più importante da tenere a mente è che tutto ciò avviene in maniera decentralizzata, motivo per cui Ethereum viene spesso definito World Computer.

Leggi di più: Solana, la rivale di Ethereum

"Smart contract: algoritmo che svolge un determinato compito in modo automatico e indipendente"

Che differenza c'è tra Ethereum e Bitcoin?

Che si parli di Ethereum o Bitcoin, è naturale arrivare al punto in cui scatta il confronto. Scopriamo quindi quali sono le diversità più significative tra le due principali blockchain (e relative coin) in circolazione.

La prima grande differenza è la natura stessa delle valute: Bitcoin è una riserva di valore e mezzo di scambio; Ethereum è invece territorio della programmabilità e apre le porte a svariate applicazioni.

Una seconda differenza sta nell’algoritmo di consenso che regola il funzionamento delle due blockchain.

Bitcoin è una realtà Proof-of-Work, basata su quello che è conosciuto come mining. La creazione di un nuovo blocco richiede 10 minuti e la quantità massima di BTC è fissata a 21 milioni di esemplari.

Ethereum è una blockchain ex Proof-of-Work. Infatti, nel settembre 2022 è avvenuto un evento storico chiamato Merge, responsabile del passaggio di Ethererum all’algoritmo di consenso Proof-of-Stake. I futuri aggiornamenti porteranno questo network a performance sempre migliori, ma già oggi abbiamo raggiunto un livello decisamente superiore rispetto al passato.

La quantità massima di ETH non ha alcun limite ed è proprio questa una delle principali critiche: non essendoci un tetto, la moneta si svaluta in continuazione.

Tuttavia, nel 2021 arrivò un importante fork Ethereum, dal nome in codice London. Esso prevede la rimozione dal circolante di parte degli ETH spesi in gas fee, il che ha ridotto drasticamente (del 30% circa in media) il tasso di emissione.

Il Merge portò a ulteriori cali, motivo per cui si può pensare che l’inflazione resterà contenuta in futuro. Dopotutto il meccanismo è semplice: più la rete Ethereum viene utilizzata, più gas fee vengono bruciate e l’inflazione minimizzata. Con il giusto utilizzo, ETH diventa persino deflazionaria, con la supply totale a ridursi.

Che differenza c'è tra Ethereum e Bitcoin?

Qual è il valore intrinseco di Ethereum?

Abbiamo capito che scopo e casi d’uso di Ethereum sono ben diversi da quelli di Bitcoin. Perciò, chi usa Ethereum? Gli utenti sono eterogenei e ricorrono al network per svariati motivi. Gli smart contract, le normali transazioni e la DeFi sono certamente un cavallo trainante, così come lo sono stati gli NFT. Vediamo di capire meglio qual è il valore intrinseco di Ethereum ed ETH.

Bitcoin è la riserva di valore per eccellenza, scarsa e sicura, mentre Ethereum è valore programmabile. Ma allora come si rapportano le due coin in termini di valore intrinseco? Da cosa è dato quello di Ethereum? A cosa serve Ether?

La criptovaluta Ethereum si utilizza per pagare il gas in qualsiasi transazione eseguita su blockchain Ethereum, che sia verso un wallet o uno smart contract.

Pertanto, se si vuole utilizzare il network occorre possedere ETH. Questo è il principale driver di domanda. Più applicazioni e casi d’uso portano alla crescita dell’intero ecosistema. Da qui proviene maggiore richiesta per ETH e di conseguenza aumenta anche il suo valore intrinseco.

Invece, lato offerta, Ethereum possedeva un tasso di emissione pari a 2 ETH per ogni blocco. Un blocco veniva minato ogni 12 secondi circa, il che assestava la sua inflazione annua al 4,5%, senza una massima supply.

Tuttavia, questi dati sono ormai obsoleti.

L’hard fork Ethereum London, già citato nel paragrafo precedente, ha inferto un primo duro colpo all’inflazione. Il meccanismo è semplice quanto vincente: le gas fees spese da chi fa le transazioni sono in parte bruciate, cioè rimosse dalla circolazione. Pertanto, maggiore è l’utilizzo del network, superiori sono le gas fee spese e crescente è la riduzione dell’inflazione.

Attenzione però perché il merge ha portato ulteriori miglioramenti, non solo sul tema inflazione. Passiamo al prossimo paragrafo e scopriamoli più nel dettaglio.

Leggi di più: quanto vale ETH?

Ethereum 2.0: cos'è cambiato?

Ethereum 2.0 (conosciuto così anche se il termine è caduto in disuso) è l’insieme di aggiornamenti più atteso in assoluto dagli investitori e utilizzatori del network. Non solo: possiamo ritenerlo come un evento di portata storica per l’intero settore crypto e blockchain.

I motivi per questa eccitazione sono principalmente due:

  1. la riduzione drastica delle gas fees, il che rende di fatto Ethereum più “popolare”.
  2. il calo dell’inflazione annua stimato ad un 70% circa.

Com’è possibile tutto ciò? Il principale cambiamento nel passaggio a 2.0 è stato l’addio all’algoritmo di consenso Proof-of-Work a quello Proof-of-Stake.

L’adozione del PoS porta innanzitutto a performance superiori. O meglio, ha gettato le basi per l’integrazione di soluzioni più scalabili e rapide, eliminando i limiti del mining. In aggiunta, anche la sostenibilità energetica e ambientale ne beneficia. Infatti, la potenza computazionale richiesta da Ethereum crolla.

Ma è l’inflazione a ridimensionarsi e spiccare. Infatti, l’emissione di nuovi Ethereum si riduce notevolmente, come mostrato direttamente da Ethereum.org. A questi numeri va sempre sottratto parte di quanto speso in gas fees.

La combinazione tra inflazione molto bassa e riduzione della supply proporzionale all’uso del protocollo rende ETH molto allettante anche come riserva di valore. Una novità per una crypto vista in precedenza solo come consumabile per eseguire transazioni.

Ethereum 2.0 mira a risolvere anche il problema scalabilità, grazie alla combinazione tra il Proof-of-Stake e altre soluzioni come lo sharding.

Quest’ultimo espediente frammenta la blockchain, assegnando ad ogni frammento dei validatori. Questo “pezzo” avrà molto meno carico computazionale, quindi le transazioni saranno finalizzate con maggior velocità e a minor costo.

Qui sotto puoi trovare la roadmap di Ethereum fino a The Splurge, dove si dà parecchio peso alle soluzioni rollup. Esse sono ritenute tecnologicamente migliori per le esigenze del network e Vitalik le ha indicate come la via su cui lavorare già parecchio tempo fa.

Ethereum 2.0: cos'è cambiato?

Dove acquistare Ethereum?

Se dopo un’attenta analisi fondamentale ti stessi domandando come comprare Ethereum, ecco qualche consiglio.

La stragrande maggioranza degli exchange crypto offrono la compravendita per questa coin. Tra i migliori in circolazione, considerando le ridotte commissioni:

  • Bybit, un ottimo exchange, adatto a tutte le tipologie di utente. Ecco il tutorial Bybit completo, in cui troverai il nostro referral per iscriverti.
  • Binance, perfetto per tutti. Approfondisci Binance con il nostro articolo dedicato, completo di link promozionale.
  • Bitget, adatto a chi è interessato a derivati e bot. Ecco il tutorial su Bitget.

I CEX sono davvero facili da utilizzare. In pochi passaggi si è in grado di depositare valute tradizionali o crypto, per poi convertirle in Ether. Nel caso poi volessi mettere a rendita Ethereum, Nexo è un ottimo servizio CeFi che ha saputo innovarsi nel corso degli anni.

Se ti stessi chiedendo “come acquistare Ethereum?” al di fuori degli exchange centralizzati, anche la DeFi propone tante alternative fra cui Uniswap e SushiSwap.
Tuttavia, operando direttamente sulla blockchain, servono degli ETH per pagare le gas fee di scambio. Perciò, se non possiedi già degli Ether, almeno la prima volta dovrai passare da un CEX.

Leggi di più: gli exchange crypto

Wallet Ethereum: quale scegliere?

Ethereum mette a disposizione degli utenti una vasta scelta di wallet crypto con cui poter operare.

Da MetaMask a Trust Wallet, da Exodus a MyEtherWallet, le opzioni sono davvero tante.

Quindi, quale wallet per Ethereum scegliere? La verità è che non esiste un portafoglio migliore in assoluto; ogni persona ha specifici bisogni che potrebbero essere soddisfatti da un wallet specifico.

Indicativamente, i nomi citati poche righe sopra sono tutti validi e sicuri. Si deve solo provare e poi decidere quale sia quello preferito; comunque, nessuno ci vieta di avere anche più di un wallet ETH.

Come creare wallet Ethereum? È più facile farlo che spiegarlo. Abbiamo preparato diversi tutorial sui wallet crypto, dove indichiamo punto per punto come doversi muovere. Oltre agli articoli scritti, potresti inoltre trovare anche dei video dedicati. Insomma, il materiale a supporto non manca.

Ultima domanda sui portafogli crypto: come trasferire Ethereum? Risposta rapida: basta disporre dell’address del ricevente. Ne parliamo più dettagliatamente nei tutorial di cui parlavamo qui sopra.

"Ethereum mette a disposizione degli utenti una vasta scelta di wallet crypto con cui poter operare."

Quanto varrà Ethereum nel 2025?

Anche se l’anno 2025 è in corso, le previsioni lasciano sempre il tempo che trovano, soprattutto quando si parla di criptovalute.

Sappiamo però che tutto dipende dall’adozione e dall’evoluzione del progetto, oltreché dal comportamento del mercato nel suo complesso.

Se Ethereum continuerà a migliorare e affermarsi, difendendosi anche dai competitor già esistenti e del futuro, questo ecosistema potrà senz’altro continuare a dire la sua e crescere. La crescita aumenterebbe la richiesta di ETH, portando il prezzo a salire. In quest’ottica, l’arrivo degli ETF ETH spot è certamente una buona notizia.

Nel caso in cui le cose non dovessero invece andare in questo modo, la coin ETH si troverebbe in una situazione scomoda.

Da investitori possiamo solo restare aggiornati e valutare la nostra strategia a cadenza regolare, pronti ad apportare modifiche se necessario.

ETH USD e quotazione Ethereum euro

Chiudiamo l’approfondimento con due righe dedicate alle quotazioni: quanto vale un Ethereum? Dove poterlo consultare?

Chi volesse questa informazione con rapidità dovrà solo scrivere quotazione Ethereum Euro o Ethereum Eur su Google. I dati sono affidabili e aggiornati in tempo reale.

Per consultare un grafico Ethereum Euro, nonché di dati più precisi, scegliamo invece CoinMarketCap, CoinGecko o servizi simili.

La valuta di default è il dollaro americano e le valutazioni ethereum USD in rete abbondano; però, potremo cambiarla facilmente con l’Euro. Oppure basterà convertire la cifra da USD a EUR, a noi la scelta.

Infine, i più esigenti dovranno rivolgersi a strumenti come TradingView, considerando eventualmente la sottoscrizione di un abbonamento a pagamento. Oltre alle quotazioni Ethereum, TradingView contiene una quantità di dati immensa su azioni, materie prime, indici e tanto altro ancora. Ecco qui il grafico ETH/USD in tempo reale:


In ogni caso, prima di comprare o vendere, verifichiamo le ethereum quotazioni della piattaforma che stiamo per impiegare, così da evitare sorprese indesiderate.

Leggi di più: il grafico ETH/BTC


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