BTCfi: In un futuro dove Bitcoin incontra la DeFi
Di Daniele Corno
La nascita della BTCfi, tra Bitcoin e DeFi: Nuovi casi d'uso per BTC, tra sicurezza, liquidità e nuove opportunità. Ecco uno dei trend meno discussi
Introduzione al focus on di oggi
Durante i suoi primi 16 anni di vita, Bitcoin ha vissuto diverse fasi di mercato, con molteplici casi d’uso nel tempo. Nato da Satoshi Nakamoto come “Peer-to-Peer Electronic Cash System“, la sua evoluzione tecnologica è andata di pari passo con la crescita del prezzo.
Passato da digital cash ad asset speculativo, oggi gran parte del mercato attribuisce a BTC il ruolo di riserva di valore. Molto è dovuto, in questo caso, ad un 2024 ricco di acquisti grazie al connubio tra il lancio degli ETF spot, gli acquisti da parte di grandi aziende e le proposte da parte di molteplici governi di utilizzare Bitcoin come asset di riserva.
Non mancano inoltre, integrazioni con il settore della DeFi, sebbene le principali soluzioni offerte fanno capo ad aziende private come Bitgo per wBTC e Coinbase per cbBTC. Un primo passo per fornire diversi use-case, anche se, senza soluzioni “trustless” (senza fiducia) e Permissionless (senza permesso). Queste soluzioni tuttavia, rappresentano un valore totale di poco superiore a $20 miliardi.
Con una capitalizzazione di $1.800 miliardi, è facile rendersi conto che, in un mondo dominato da strumenti derivati, la maggior parte del valore di Bitcoin sul mercato è inutilizzata, se non per la custodia. Ecco quindi da dove nasce la necessità di offrire casi d’uso a questa liquidità.
Questo focus esplora il ruolo di Bitcoin nella DeFi, le basi della “BTCfi”, i casi d’uso dello staking di Bitcoin (Si, hai letto ma no, non si tratta di un passaggio da Proof of Work a Proof of Stake!) e le opportunità/rischi per gli utenti.
Questo focus on è stato pubblicato in esclusiva sulla nostra newsletter Whale Weekend del 10 gennaio 2025. Iscriviti per non perdere articoli inediti, analisi, news della settimana e tanto altro ancora!
Indice
Il ruolo e l'utilizzo di Bitcoin nella DeFi odierna
Bitcoin ha trovato il suo spazio nella DeFi principalmente grazie alle versioni “wrappate” gestite da aziende private come BitGo (wBTC) e più di recente Coinbase (cbBTC). Questo proprio a causa dell’incompatibilità tra la blockchain di Bitcoin e le Blockchain per smart contract, come Ethereum e i suoi Layer 2, Solana o qualsiasi altra rete EVM compatibile e non. Non mancano tuttavia esperimenti “Decentralizzati”. Esempi come tBTC emesso da ThresHold, oppure soluzioni nuove come lBTC di Lombard e solvBTC di Solv protocol, che tratteremo più tardi. Grazie a queste versioni, e non solo, è infatti possibile utilizzare Bitcoin all’interno delle Dapp presenti nello spazio DeFi, ed ecco alcuni esempi pratici.
Trading
Tramite i classi “DEX” come Uniswap o Curve, è possibile acquistare e/o vendere wBTC e cbBTC con altri asset, mantenendo la proprietà dei nostri fondi.
Prestiti e debiti (Landing e Borrowing)
Attraverso Lending Market come Aave o Compound, è possibile ottenere un rendimento fornendo liquidità in wBTC oppure cbBTC, con APR variabili in base al tasso di utilizzo, ma non solo. È possibile utilizzare gli asset citati a garanzia per richiedere un prestito di un importo fino al valore del 73%.
Collaterale per il trading
Grazie a piattaforme per il trading di derivati come GMX, DYDX è possibile utilizzare wBTC come asset a collaterale per il trading di derivati. Questo permette agli utenti che lo desiderano, di mantenere l’esposizione in Bitcoin anche sul il capitale utilizzato per il trading.
Pool di liquidità
Tra i metodi più sfruttati per generare rendimento ci sono i pool di liquidità. Tra questi troviamo pool di coppie stabili tra loro, come wBTC/cbBTC su Dex come Curve, per non esporsi ad asset diversi da Bitcoin. Oppure scelte alternative, come i pool composti da wBTC o cbBTC/ Stablecoin, come wBTC/USDT su Uniswap.
Con la v3 (versione) di Uniswap infatti, queste coppie vengono spesso utilizzate come piani di “accumulo” o “vendita“, per accumulare o scaricare posizioni su Bitcoin ottenendo allo stesso momento un rendimento sui propri asset. Utilizzata inoltre per coppie come wETH/wBTC, grazie alla quale i liquidity provider possono esporsi ad entrambi gli asset ottenendo un rendimento, spesso anche elevato dato dalla grande quantità di volumi.
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Le fondamenta della BTCfi: Protocolli e TVL
Nonostante le possibilità offerte dalla DeFi, poco più del 2% della supply di Bitcoin è rappresentato tramite versioni wrappate. Proprio da questa necessità nasce il concetto di BTCfi, un ecosistema pensato per sfruttare il valore e la sicurezza di Bitcoin, ampliandone i casi d’uso. Questo movimento sta crescendo rapidamente, come dimostrano i dati di DeFiLlama, che registrano un incremento mensile del TVL sulla rete Bitcoin pari all’86%, raggiungendo la posizione numero 4 per TVL.
Un ruolo cruciale nello sviluppo deriva dall’aggiornamento Taproot, attivato su Bitcoin nel 2021. Grazie ad esso infatti, sono state introdotte nuove possibilità sulla Blockchain di Bitcoin, tra cui una miglior privacy e la nascita di Smart Contract, seppur in modo limitato rispetto ad Ethereum ed altre.
Prendendo in esame la Dashboard di Defillama, è evidente come l’ecosistema BTCfi stia guadagnando terreno, con un TVL che ha velocemente superato i $6.3 miliardi di dollari. Tra i protocolli principali spiccano Babylon, Lombard e Solv Finance, i quali contano al loro interno oltre 60 mila Bitcoin.
Babylong guida la classifica con oltre 50.000 Bitcoin ed un TVL superiore ai $5 miliardi. Costruito sul concetto di “Restaking“, Babylon sfrutta Bitcoin per garantire la sicurezza di altri network in Proof of Stake. Segue Lombard Protocol che, con un TVL di oltre $1.5 miliardi, è l’emittente di lBTC, un liquid staking token correlato a Bitcoin. lBTC viene sfruttato per generare rendimenti sui propri BTC, tramite Vault su piattaforme come Pendle, Morpho, Ether.fi, Uniswap e simili. Inoltre Lombard fornisce la possibilità di partecipare allo Staking tramite Babylon.
Troviamo poi uno dei protocolli più chiacchierati del momento grazie al Megadrop di Binance. In terza posizione infatti è presente Solv Finance, con circa $800 milioni di TVL. Oltre ad emettere solvBTC, Solv Finance si concentra su strumenti finanziari avanzati, come il liquid staking e la gestione di posizioni cross-chain.
Grazie a questi protocolli, sta nascendo una nuova narrativa nel settore. Utilizzare bitcoin per nuovi casi d’uso e generare valore dalla liquidità inattiva. Esploriamo quindi come lo “staking di Bitcoin” sia diventato un elemento chiave di questa prima fase di transizione.
Bitcoin Staking e casi d'uso
Lo staking di Bitcoin (tranquillo, non serve per validare il network di Bitcoin) sta trasformando i casi d’uso per BTC. L’idea per quanto semplice concettualmente è ancora agli albori per quanto riguarda lo sviluppo.
Introdotta da Babylon, il protocollo di Staking per Bitcoin opera come un mercato a due lati: Da una parte, gli Hodler di Bitcoin possono allocare i propri asset in staking per ottenere delle ricompense; dall’altro lato, le Blockchain in Proof of Stake possono utilizzare questo valore in Staking per aumentare la propria sicurezza.
Come funziona lo staking con Babylon
Il processo inizia con i Bitcoin messi in staking tramite smart contract dedicati. Questi contratti funzionano sulla blockchain di Bitcoin, grazie alle capacità introdotte con Taproot. I Vigilante Relayers, un sistema che collega Bitcoin alle blockchain PoS, comunicano tra le reti e verificano costantemente lo stato delle blockchain PoS. A intervalli regolari, i relayers inseriscono questi dati nei blocchi di Bitcoin. Questo garantisce un controllo trasparente e sicuro, aumentando la fiducia e la sicurezza.
Un Modulo Incentivi distribuisce automaticamente le ricompense. Gli utenti che mettono in staking i propri BTC e i Vigilante Relayers ricevono ricompense per il loro contributo al sistema. Questa dinamica fornisce la base per un sistema decentralizzato, basato sulla “teoria dell’incentivo“.
Il ruolo di Chainlink
Per rendere il sistema più sicuro e trasparente, Babylon utilizza i servizi di Chainlink, leader negli oracoli decentralizzati. Chainlink fornisce strumenti come il Proof of Reserve (PoR) per verificare i BTC in staking in tempo reale. Inoltre, grazie al Cross-Chain Interoperability Protocol (CCIP), Chainlink permette comunicazioni sicure tra Bitcoin e altre blockchain. Ad esempio, il token lBTC di Lombard utilizza Chainlink CCIP per trasferimenti sicuri. Anche Solv Finance sfrutta Chainlink per migliorare l’interoperabilità e semplificare operazioni complesse.
Grazie a questi protocolli e innovazioni, lo staking di Bitcoin sta offrendo nuovi casi d’uso per una liquidità fino ad oggi inutilizzata. Un passo in avanti verso un futuro diverso per Bitcoin anche se, come sempre, ogni innovazione comporta esperimenti, rischi e competenze pratiche.
Opportunità e limiti della BTCfi
Opportunità
La BTCfi apre nuove possibilità per Bitcoin, trasformandolo in un asset produttivo. Con protocolli come Babylon, Lombard e Solv, gli utenti possono guadagnare rendimenti mettendo in staking i propri BTC. La liquidità inattiva si sblocca, offrendo nuove applicazioni sia per gli hodler che per le blockchain Proof of Stake. Soluzioni come Chainlink CCIP garantiscono comunicazioni sicure tra reti, accelerando l’adozione di Bitcoin nella DeFi.
Limiti
Nonostante le promesse, il problema della centralizzazione resta. Molte versioni wrappate, come wBTC e cbBTC, dipendono da entità centralizzate per la custodia. Anche protocolli più avanzati, come tBTC o lBTC, hanno aspetti legati alla centralizzazione con annesse vulnerabilità. Inoltre, la rete Bitcoin, pur solida e sicura, ha capacità limitate in termini di scalabilità e programmabilità rispetto ad altre blockchain.
Rischi
L’interoperabilità tra Bitcoin e altre blockchain introduce nuovi rischi. Problemi nei relayers, negli oracoli o negli smart contract possono compromettere i fondi degli utenti. Inoltre, il settore resta giovane e sperimentale, con protocolli che potrebbero essere vulnerabili a bug o attacchi, necessari tuttavia per procedere con aggiornamenti di maggior sicurezza.
Conclusione
Protocolli come Babylon portano innovazioni importanti, ma è essenziale tenere in considerazione i principali rischi. Uno dei problemi principali è la sicurezza dei relayers, il cui malfunzionamento potrebbe mettere a rischio la verifica dello stato delle blockchain PoS. Inoltre, la dipendenza da incentivi economici è un punto critico: se le ricompense non sono sufficienti, il sistema potrebbe perdere partecipanti, compromettendo la sicurezza generale.
Le precauzioni da adottare includono l’audit continuo dei smart contract, l’implementazione di meccanismi di fallback per i relayers e l’uso di oracoli decentralizzati come quelli di Chainlink per garantire la massima trasparenza e affidabilità. Infine, è fondamentale educare gli utenti sui rischi e fornire strumenti per mitigare perdite in caso di vulnerabilità. La BTCfi offre un futuro promettente, ma il successo dipenderà dalla capacità di affrontare queste sfide con soluzioni innovative e robuste.
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