Exchange e piattaforme CeFi: il punto
Di Gabriele Brambilla
Facciamo il punto della situazione su exchange e piattaforme DeFi dopo il collasso di FTX
Il punto su exchange e piattaforme CeFi
Dopo la marea che ha investito FTX e Alameda Research, gli utenti si chiedono giustamente se i propri fondi sono al sicuro su altri exchange e piattaforme CeFi.
Partiamo con un presupposto: è impossibile essere al 100% riparati dai rischi. Anche depositando i nostri risparmi in banca, una lontanissima possibilità che qualcosa vada storto c’è eccome. L’ambiente CeFi non fa eccezioni.
La regolamentazione è frammentata.
Le normative europee sono in elaborazione, quelle nazionali non coprono i rischi e quelle oltreoceano non tutelano gli europei. Il registro OAM italiano non funge da garanzia sui depositi ma è pensato per le attività di monitoraggio e antiriciclaggio.
Ciò non significa che non possiamo fare qualcosa per tutelarci. Il rischio sarà sempre con noi ma è possibile ridurlo. Anzi, è un obbligo se teniamo alle nostre finanze.
Oggi analizziamo i principali exchange di criptovalute e piattaforme di lending.
Per evitare confusione saremo molto sintetici: riporteremo solo le informazioni note in questo momento (11/11/2022). Eviteremo anche di trarre conclusioni, così da non influenzare in alcun modo il giudizio del lettore.
Attenzione però: ormai abbiamo imparato che i dati forniti dalle società interessate possono non essere corretti.
Perciò, i contenuti che seguono sono di carattere puramente informativo e vanno presi con le pinze: non abbiamo accesso alla documentazione aziendale di queste realtà e non possiamo garantire che quanto da loro riportato corrisponda alla verità (salvo audit esterni e saldi sui wallet).
Le informazioni provengono dalla rete e sono accessibili a chiunque tramite ricerca.
L’ultimo paragrafo è dedicato agli aggiornamenti.
Indice
Hardware wallet e Ledger
Se già qui ti senti inquieto e desideri eliminare qualsiasi dubbio, la soluzione a disposizione è solo una: spostare le tue criptovalute su un hardware wallet.
Questi dispositivi fungono da cassaforte e consentono di conservare le chiavi private. Saremo al riparo da qualsiasi scossone del mercato, salvo ovviamente i saliscendi delle quotazioni.
Sappiamo bene quanto sia bello lasciare coin e token a rendita su una piattaforma, sia essa CeFi o DeFi. Al tempo stesso però dobbiamo ricordare che ci sono dei rischi, vedi appunto ciò che è appena accaduto a FTX.
Nel caso fossimo nervosi e pensassimo in continuazione ai nostri fondi, togliamo tutto da exchange, app e protocolli e affidiamoci a un hardware wallet.
Ledger è il marchio più noto. I modelli attualmente in produzione sono due: Ledger Nano X e Ledger Nano S Plus. Entrambi sono molto validi e consigliati. Puoi acquistare il tuo dispositivo dallo store Ledger.
Esistono anche degli ottimi competitor; un nome su tutti è quello di Trezor.
Teniamo però presente che neppure qui troveremo la sicurezza assoluta.
Binance
Diamo il via alla carrellata con l’exchange più affermato: Binance.
Innanzitutto, l’azienda è dotata di uno strumento denominato FONDO SAFU, un deposito assicurativo nato anni fa per proteggere i propri clienti e composto da BNB, BUSD e BTC.
È notizia di questi giorni l’incremento di valore a 1 miliardo di dollari, come riportato direttamente dal blog di Binance:
“Nel gennaio 2022 abbiamo annunciato che SAFU valeva 1 miliardo di dollari. A causa delle recenti condizioni di mercato, quel valore è ora pari a 735 milioni di dollari, come potete verificare qui e qui. Entrambi i portafogli contengono una combinazione di BUSD, BNB e BTC.
A partire da novembre 2022, abbiamo riportato il saldo di SAFU a 1 miliardo di dollari. Abbiamo promesso ai nostri utenti, insieme al più ampio ecosistema delle crypto, che SAFU avrebbe sempre mantenuto un livello considerevole. Continueremo a mantenere questa promessa e continueremo a costruire.”
Binance sta inoltre lavorando all’integrazione di un POF (Proof of Reserve) a dimostrazione della gestione dei fondi, nonché della disponibilità degli stessi.
In un articolo del blog pubblicato il 10/11/2002, Binance ha diffuso i saldi di alcuni propri address sia cold che hot. Sono inoltre allegati gli indirizzi stessi, consultabili in qualsiasi momento. Nelle prossime settimane, questi dati verranno inclusi nella POF citata poc’anzi.
Coinbase
Via un gigante, sotto con un altro: Coinbase.
Dopo i fatti inerenti a FTX, Coinbase ha preso posizione per chiarire il modus operandi aziendale.
Come prima cosa, tweet dai canali ufficiali, interviste e articoli hanno calmato da subito le acque.
Il miglior pregio di Coinbase è quello di conservare gli asset depositati dagli utenti in misura 1:1. Ciò significa che anche se tutti i clienti volessero prelevare nello stesso momento, i fondi sarebbero a disposizione.
In aggiunta, Coinbase è un’azienda quotata in borsa e soggetta a determinate regole, almeno negli States. La trimestrale del Q3 2022 mostra una situazione piuttosto solida e la liquidità non manca.
Questo articolo proveniente dal blog ufficiale Coinbase riporta la posizione completa dell’azienda e rassicura i propri clienti.
Però, la situazione per i clienti europei non è chiarissima. Dopotutto, come scritto anche nello user agreement:
“Coinbase Europe is not a regulated financial services provider. Coinbase Europe is based in, and provides its services from, Ireland.
IMPORTANT NOTE: Coinbase Europe is not a regulated financial service provider and is not registered with or regulated or authorised by the Central Bank of Ireland, the Competition Consumer and Protection Commission or any other regulatory body in Ireland for financial services and so you will not be able to avail of regulatory protections associated with such regulated entities such as investor or deposit protection schemes or access to the Financial Services and Pensions Ombudsman in relation to the Digital Currency Services.”
La domanda che ci poniamo è questa: i fondi sono conservati 1:1 anche per i clienti al di fuori degli Stati Uniti? Aggiorneremo l’articolo se riusciremo a scoprirlo.
Esposizioni su FTX ridotte: all’incirca 15 milioni di dollari riservati all’operatività dei propri clienti. Nessuna posizione nota su Alameda. Niente fondi in FTT.
Kraken
Spostiamoci su Kraken, altro big player tra gli exchange.
Tramite un articolo sul sito ufficiale, l’azienda ha specificato di non avere alcuna esposizione verso Alameda Research.
Quanto a FTT, il token non era listato su Kraken. L’azienda ne detiene 9000 esemplari direttamente su FTX; cifre trascurabili e che non impensieriscono.
Kraken si rivolge alla celebre azienda di auditing Armanino per certificare i capitali, producendo una Proof of Reserve. Qui è possibile verificare lo stato dei propri fondi secondo l’ultimo audit.
Una regolamentazione chiara e protettiva non c’è perché al momento non esiste. Perciò, le valutazioni su un exchange devono tenere conto anche della partecipazione di attori esterni affidabili.
OKX
L’exchange OKX ha diffuso gli indirizzi dei propri wallet Bitcoin ed Ethereum, in modo tale che chiunque possa valutarne le disponibilità.
Dato che Albero di Merkle e POF stanno diventando la moda del momento (per fortuna!), anche OKX seguirà questa strada, rivolgendosi inoltre a un auditor esterno.
Citando Reuters:
“Neither OKX or its sister exchange OKCoin, which is available to U.S. customers, had any exposure to FTX or Bankman-Fried’s crypto trading firm Alameda Research.”
Tradotto: OKX non ha alcuna esposizione su Alameda, FTX e FTT.
Per semplificare la vita a chi volesse dare un’occhiata ai fondi di OKX, ecco gli indirizzi ufficiali a oggi noti:
Bitcoin:
- 16rF2zwSJ9goQ9fZfYoti5LsUqqegb5RnA
- 1AumBaQDRaCC3cKKQVRHeyvoSPWNdDzsKP
- 1DnHx95d2t5URq2SYvVk6kxGryvTEbTnTs
- 1FTgXfXZRxMQcKSNeuFvWYVPsNgurTJ7BZ
- 13rCGm4Z3PDeYwo5a7GTT4jFYnRFBZbKr1
- 15Exz1BAVan4Eweagy1rcPJnfyc6KJ4GvL
- 14kHu26yWkVD8qAnBfcFXHXxgquNoSpKum
- 13jTtHxBPFwZkaCdm6BwJMMJkqvTpBZccw
- 1FfgXrQUjX5nQ4zsiLBWjvFwW61jQHCqn
- 162z6mSSHzfTqb2Sn3NUk5r1Y2oGoCMCoM
- 18QUDxjDZAqAJorr4jkSEWHUDGLBF9uRCc
- 1LnoZawVFFQihU8d8ntxLMpYheZUfyeVAK
- 1JQULE6yHr9UaitLr4wahTwJN7DaMX7W1Z
- 1CY7fykRLWXeSbKB885Kr4KjQxmDdvW923
- 1DcT5Wij5tfb3oVViF8mA8p4WrG98ahZPT
- 1FY6RL8Ju9b6CGsHTK68yYEcnzUasufyCe
- 178E8tYZ5WJ6PpADdpmmZd67Se7uPhJCLX
- 1Lj2mCPJYbbC2X6oYwV6sXnE8CZ4heK5UD
- 1MbNM3jwxMjRzeA9xyHbMyePN68MY4Jxb
- 1BsdDaJtgFZrLfzEXvh6cD4VhtHHSHhMea
- 1M6E6vPaYsuCb34mDNS2aepu2aJyL6xBG4
- 1CE8chGD6Nu8qjcDF2uR1wMKyoWb8Kyxwz
- 1DVTB9YKi4KNjyEbAHPp17T8R1Pp17nSmA
ERC-20:
- 0x5041ed759dd4afc3a72b8192c143f72f4724081a
- 0xcba38020cd7b6f51df6afaf507685add148f6ab6
- 0x461249076b88189f8ac9418de28b365859e46bfd
- 0xc5451b523d5fffe1351337a221688a62806ad91a
- 0x42436286a9c8d63aafc2eebbca193064d68068f2
- 0x69a722f0b5da3af02b4a205d6f0c285f4ed8f396
- 0xc708a1c712ba26dc618f972ad7a187f76c8596fd
- 0x6fb624b48d9299674022a23d92515e76ba880113
- 0xf59869753f41db720127ceb8dbb8afaf89030de4
- 0x65a0947ba5175359bb457d3b34491edf4cbf7997
- 0x4d19c0a5357bc48be0017095d3c871d9afc3f21d
- 0x5c52cc7c96bde8594e5b77d5b76d042cb5fae5f2
- 0xe9172daf64b05b26eb18f07ac8d6d723acb48f99
Crypto.com
L’exchange Crypto.com avrebbe una piccola esposizione a FTX (circa 10 milioni di dollari). Ciò non dovrebbe creare pensieri a una realtà che genera un reddito annuale superiore a 1 miliardo di dollari.
Il CEO Kris Marszalek ha affermato mediante diversi canali che Crypto.com fornirà presto prova delle riserve, garantendo la piena solvibilità. La promessa è già stata in parte mantenuta con la pubblicazione di alcuni address detenuti dall’azienda.
Ecco gli indirizzi, visibili anche su questo comunicato ufficiale:
BTC:
- bc1qpy4jwethqenp4r7hqls660wy8287vw0my32lmy
- 3LhhDLBVWBZChNQv8Dn4nDKFnCyojG1FqN
- 3QsGsAXQ4rqRNvh5pEW55hf3F9PEyb7rVq
- bc1qr4dl5wa7kl8yu792dceg9z5knl2gkn220lk7a9
- bc1q4c8n5t00jmj8temxdgcc3t32nkg2wjwz24lywv
- 14m3sd9HCCFJW4LymahJCKMabAxTK4DAqW
ERC-20:
- 0x72A53cDBBcc1b9efa39c834A540550e23463AAcB
- 0x7758e507850da48cd47df1fb5f875c23e3340c50
- 0xcffad3200574698b78f32232aa9d63eabd290703
- 0x6262998Ced04146fA42253a5C0AF90CA02dfd2A3
Non resta che attendere l’audit vero e proprio. A detta di Marszalek, esso confermerà la disponibilità 1:1 di tutti i fondi degli utenti.
BitMEX
Fonti ufficiali di BitMEX rassicurano che l’exchange non ha alcuna esposizione verso FTX, FTT e Alameda Research.
Dopo gli avvenimenti ben noti, BitMEX ha prontamente pubblicato uno snapshot aggiornato su riserve e debiti. Sul blog di BitMEX è possibile leggere l’articolo completo.
Stando alle dichiarazioni, l’intento è di fare in modo che riserve e debiti possano essere sempre visibili e aggiornati quotidianamente.
In aggiunta, anche questa piattaforma intraprenderà la via dell’Albero di Merkle, cosicché ogni utente potrà verificare la disponibilità dei suoi capitali in qualsiasi momento.
Bitget
Bitget dispone di un fondo di protezione di 200 milioni di dollari, creato per far fronte a incidenti o problemi.
Stando a The Block, l’azienda non ha esposizione né su Alameda né su FTX e FTT.
Tramite il proprio sito e il canale Twitter, Bitget ha dichiarato che renderà presto disponibile una Proof of Reserve basata sull’Albero di Merkle a dimostrazione delle riserve detenute.
Dato che continuiamo a menzionarlo, l’Albero di Merkle è una struttura che consente a ogni utente di monitorare i propri fondi depositati presso l’exchange. Non solo: con un audit fatto ad arte, il cliente può anche avere certezze sulla loro collocazione.
Più semplicemente: questo sistema consente di poter dire “ok, le mie crypto sono effettivamente lì, non le hanno utilizzate per fare qualche operazione più o meno azzardata”.
ByBit
ByBit segue a ruota i principali competitor.
Il Co-founder e CEO Ben Zhou ha dichiarato via Twitter che forniranno presto le prove della disponibilità di riserve, sottolineando come “…non siamo una banca e custodiremo solo i fondi degli utenti.”
Un articolo di Bloomberg approfondisce il tema e riporta altre dichiarazioni di Zhou, fra cui: “ByBit può garantire che tutti gli asset dei clienti sono depositati 1:1 in liquidità. Essi sono pienamente disponibili su richiesta e senza alcun ritardo…”.
Per il resto, sito e canali social di ByBit promuovono normalmente le attività dell’exchange e non tornano troppo sulla questione.
Deribit
Deribit cinguetta su Twitter che “Deribit non ha condizioni speciali per Alameda o posizioni grandi e rischiose”. Viene inoltre specificato che l’azienda non è in alcun modo esposta su FTX e Solana SOL.
In tempi brevi, l’exchange ha pubblicato lo snapshot delle proprie riserve, allegando gli indirizzi dei relativi wallet. Gli asset detenuti sono principalmente BTC ed ETH.
Anche Deribit sta lavorando su un sistema basato sull’Albero di Merkle per una migliore tracciatura dei fondi di ciascun cliente.
Nexo
Passiamo alle realtà di lending e vediamo la situazione di Nexo.
La famosa azienda si è mossa da subito, prelevando tutti i fondi (ETH) depositati su FTX:
Alameda Research aveva in corso un piccolo prestito con Nexo (< 0,5% degli asset di quest’ultima) completamente collateralizzato da altri asset digitali.
Il 6 novembre, il team di Nexo ha liquidato la posizione di Alameda, venduto gli asset collaterali e chiuso la pratica senza incassare alcuna perdita.
Nexo si rivolge ad Armanino per produrre audit quotidiani sullo stato delle proprie riserve. I fondi degli utenti sono sempre coperti al 100% (e oltre).
Per consultare i report basta accedere alla propria app Nexo, entrare nell’area personale e cliccare sul pulsante Real-Time Audit by Armanino LLP.
LEDN
Diversa la situazione di LEDN: è in atto un prestito proprio ad Alameda Research (cifre non note a causa del Non-disclosure Agreement).
In un tweet, la nota realtà di lending ha però fornito qualche delucidazione:
- L’operatività continua, compresi i prelievi.
- L’importo del prestito verso Alameda è stato ridotto e gli asset sono regolarmente “rientrati alla base”.
- Il prestito rientra nei limiti sostenibili da LEDN.
L’ultima attestazione delle riserve di LEDN risale al 30 giugno 2022. Al tempo la situazione era ottimale, con le riserve a coprire più del 100% delle passività.
Teoricamente, la prossima attestazione sarà emessa a dicembre; infatti, LEDN ne produce una ogni sei mesi.
Per gli audit, anche LEDN si rivolge ad Armanino LLP.
Nomi caldi da tenere d'occhio
Senza elaborare teorie, ecco giusto qualche nome che dei rapporti con Alameda e/o FTX ce li ha eccome:
- CoinShares, gruppo di investimento: esposti solo a FTX, ammontare ridotto nell’ultimo periodo. La cifra a oggi nota si aggirerebbe sui 27/28 milioni di dollari, di cui circa 26 in USD e USDC.
- Genesis, market maker: stando a un loro tweet, i capitali bloccati su FTX sarebbero pari a 175 milioni di dollari (non detengono però FTT). Questo numero non crea comunque grandi preoccupazioni, sempre secondo le dichiarazioni ufficiali.
- Amber Group: la compagnia sostiene di avere meno del 10% dei propri capitali bloccati su FTX. Nessuna relazione né con Alameda né con l’exchange.
Chiudendo, stiamo bene attenti in questo pazzo periodo.
Se siamo preoccupati, conserviamo tutte le nostre criptovalute su un hardware wallet e togliamoci ogni dubbio. Altrimenti analizziamo bene quali realtà CeFi o DeFi scegliere, tenendo in mente che i rischi possono solo essere ridotti e mai annullati.
Continua a seguirci per ulteriori aggiornamenti!
Aggiornamenti
AGGIORNAMENTO 11/11: BlockFi, famosa piattaforma di lending, ha sospeso i prelievi dei propri clienti data l’incertezza del momento. Questa decisione è maturata nell’arco di poche ore, dopo che era stato scritto sui canali ufficiale che l’operatività era assolutamente normale.
AGGIORNAMENTO 13/11: si vocifera che alcune exchange stiano facendo girare tra di loro dei fondi per scattare gli snapshot che provano la disponibilità di fondi. In attesa di notizie più dettagliate (non c’è infatti nulla di certo, anzi) invitiamo alla prudenza.
Sono tempi duri e dobbiamo essere forti, intelligenti e protettivi nei confronti delle nostre crypto.
AGGIORNAMENTO 15/11/2022: Kris Marszalek, CEO di Crypto.com, ha tenuto ieri una conferenza AMA in cui sono state fornite risposte a molte domande degli utenti. Ecco il link al canale YouTube di Crypto.com.
Nel frattempo, i prelievi su BlockFi continuano a restare bloccati. Confermata in un comunicato la forte esposizione su FTX e collegati:
“We do have significant exposure to FTX and associated corporate entities that encompasses obligations owed to us by Alameda, assets held at FTX.com, and undrawn amounts from our credit line with FTX.US”
AGGIORNAMENTO 22/11/2022: Mentre regna ancora il caos attorno alla vicenda FTX, l’exchange Gemini ha bloccato i prelievi degli utenti sui prodotti Earn.
Intanto, Grayscale ha diffuso uno statement che rassicura i propri investitori, senza però fornire alcun address per motivazioni di sicurezza.
AGGIORNAMENTO 28/11/2022: BlockFi ha ufficialmente dichiarato bancarotta.