Super Bowl e oltre: il marketing crypto
Di Gabriele Brambilla
Tra Super Bowl, Formula 1, UFC e arene, il mondo crypto ha investito (e continua a farlo) tantissimo denaro in marketing nel mondo dello sport
Introduzione al focus on di oggi
Questa domenica si terrà uno degli appuntamenti più attesi dagli americani (e non solo): il Super Bowl.
Che cosa c’entra la finalissima del football made in the USA con le criptovalute? Ci arriviamo a breve.
Il Super Bowl è un evento che richiama milioni e milioni di persone anche non appassionate di sport. È più che una partita: è un vero e proprio giorno di festa, un po’ come il Ringraziamento o il Natale.
Gli americani prendono come scusa il Super Bowl per ritrovarsi e organizzare serate all’insegna di amici, parenti, cibo e fiumi di birra light. I giorni che precedono la ricorrenza sono frenetici e i supermercati vengono presi d’assalto per fare scorta di tutto ciò che serve per mantenere intatta la tradizione. Per non parlare dei giorni dopo, dove il Super Bowl domina i discorsi anche tra chi non segue il football per tutto il resto dell’anno.
Il match di NFL per eccellenza non è solo lanci, contrasti e touchdown: è anche, e direi soprattutto, un evento mediatico in cui lo sport è solo la ciliegina sulla torta. Ad esempio, l’Half Time Show (lo spettacolo che si tiene nello stadio all’intervallo) è imperdibile anche per tantissime persone che non conoscono minimamente il football americano. Lo show ospita sempre star di caratura internazionale: dal duo Jennifer Lopez – Shakira ai Red Hot Chili Peppers, da Usher (quest’anno) all’epica combo Eminem, Snoop Dogg, Dr. Dre, 50 Cent, Mary J. Blige, Kendrick Lamar e Anderson .Paak del 2022.
Uniamo i puntini e facciamo un calcolo: il meglio del football + il top della musica mondiale + la capacità tipica degli americani di fare le cose in grande = opportunità di marketing gigantesche.
Il Super Bowl è una miniera d’oro per la NFL e le televisioni che si occupano della messa in onda. Secondo diverse fonti, uno spot tv della durata di 30 secondi costerà circa 7 milioni di dollari. E chi ha provato a seguire un match di football sa quante opportunità pubblicitarie ci sono: una miriade.
Tornando alle criptovalute, oggi ci dedicheremo al marketing del settore. Prenderemo come spunto proprio il SuperBowl, che è stato un luogo fertile per la promozione di exchange e altre realtà del nostro panorama.
Ci sposteremo poi su altri sport in cui le crypto si sono messe in mostra (e magari continuano a farlo), sbarcando anche a casa nostra, in Italia.
Infine, tireremo le somme e arriveremo a delle conclusioni. Quello di oggi è un focus on un po’ diverso dal consueto, ma che vuole comunque portare alla luce un lato del mondo crypto che magari non tutti seguono con attenzione, ma che riveste un ruolo fondamentale nel far conoscere al mondo le diverse proposte e l’intera industria.
Indice
Super Bowl: oltre lo sport
Domenica 11 gli occhi saranno puntati sul campo dell’Allegiant Stadium (vicino a Las Vegas, Nevada), dove i campioni in carica dei Kansas City Chiefs sfideranno i San Francisco 49ers.
Però, tra un lancio di Patrick Mahomes e la risposta della rivelazione Brock Purdy, nel mezzo ci sarà una pioggia di spot pubblicitari che, inconsapevolmente o meno, stimoleranno i telespettatori. Come sostiene anche la CNN: “for many, the Super Bowl is a three-hour showcase of ads with a football game shown occasionally during the breaks”.
Stando a quanto riportato da diverse testate giornalistiche e siti internet, quest’anno le criptovalute non dovrebbero essere molto presenti, anche se qualche sorpresa potrebbe arrivare. Dopotutto l’arrivo degli ETF spot bitcoin è cosa ancora freschissima e sembra strano che un fondo non vada a promuovere il suo prodotto nell’evento sportivo dell’anno (115 milioni di spettatori nel 2023 solo negli USA).
In questa edizione dovrebbero quindi trovare spazio cibo (Uber Eats ha già “attaccato” con grandi nomi), bevande, prodotti tangibili come le automobili (BMW ha come testimonial Christopher Walken), ma anche aziende come Microsoft, Google e Apple.
Però, anche se dovesse effettivamente essere un’annata priva di squilli a tema crypto, i SuperBowl degli anni scorsi sono stati occasioni ghiotte per molti player del comparto. Ci riferiamo soprattutto a quello del 2022, quando il mercato non era ancora entrato nella fase critica ed eventi come il crollo di FTX erano ben lontani. Quel SB fu soprannominato Crypto Bowl, proprio per sottolineare l’abbondanza di spot a tema.
FTX fu uno degli attori principali, presentando un lungo video di circa 2 minuti e mezzo. Protagonista Larry David, celebre comico e autore che ha scritto sit-com come Seinfeld, parte del circolo di SNL (Saturday Night Live) da ormai cinquant’anni. Non il primo che passa per strada, per capirci.
Che dire: ora che sappiamo com’è andata a finire fa male, ma al suo tempo lo spot fu in grado di attrarre enorme attenzione mediatica. Lo ripetiamo: più di 100 milioni di persone incollate allo schermo solo negli States, senza contare le altre che hanno seguito il match dall’estero o guardato la registrazione.
Ma non ci fu solo FTX, anzi.
Coinbase optò per uno spot di un minuto offrendo un bonus da 15 dollari in BTC a tutti gli utenti che si sarebbero registrati scannerizzando il codice mostrato sullo schermo. Un successo enorme che mandò in crisi il sito del famoso exchange: le 20 milioni di visite in contemporanea crearono non pochi grattacapi a chi doveva occuparsi dei server. Geniale lo stile: un QR code che rimbalza in tutto lo schermo e cattura subito l’attenzione, nulla di più.
Crypto.com puntò su una star del basket NBA, anzi, LA star del basket NBA: LeBron James. Uno spot più semplice, in cui la CGI di soli due anni fa sembra niente se confrontata a quella odierna. Ottimo risultato in termini di visibilità. Oltretutto questo exchange ci ha abituati a iniziative di marketing molto spinte, ci torneremo ancora.
Infine, anche la piattaforma eToro ne approfittò per mettersi in mostra, anche se si tratta di una realtà in cui le criptovalute occupano solo una parte dell’offerta totale.
Dopo questo Super Bowl, in cui il pubblico fu bombardato dal tema blockchain, coin e token, il settore ha però mollato la presa. Già nel 2023 nulla da segnalare, ma non c’è da meravigliarsi: arrivavamo da un anno terribile, dove uno dei principali player (FTX) era finito KO (e con esso pure i suoi clienti).
Tireremo le conclusioni al termine, ma già una cosa piuttosto ovvia traspare: il marketing a tema crypto è più stagionale che in altri settori e segue l’andamento del mercato.
Prima di uscire dal mondo del football, vogliamo però precisare che le criptovalute non sono assenti dai campi di NFL. L’esempio più rilevante è la partnership tra Blockchain.com e i Dallas Cowboys, la squadra sportiva di maggior valore al mondo: 9 miliardi di dollari, nove!
Guardando un match nello stadio di casa, l’AT&T Stadium, si possono notare i display luminosi che separano gli anelli degli spalti sparare in continuazione le scritte “BLOCKCHAIN.COM”.
Ma il legame tra NFL e criptovalute va ben oltre. Pensiamo al gioco mobile NFL Rivals, in cui è possibile acquistare carte dei giocatori sotto forma di NFT, un po’ come fa Sorare.
Insomma: anche se dopo il 2022 non ci sono state comparsate rilevanti dal mondo crypto durante il SuperBowl, il legame tra football e il nostro settore c’è eccome.
Formula 1, NBA e UFC
Usciamo da Super Bowl e american football per entrare nelle altre realtà sportive che fungono da palcoscenico per exchange e progetti crypto.
Partiamo con il motorsport e il suo principale esponente: la Formula 1.
Crypto.com ha sponsorizzato la scuderia Aston Martin, creando anche una serie di NFT dedicati e disponibili sul marketplace dell’exchange.
Ci sono però anche altri nomi che hanno deciso di mettersi in mostra su delle monoposto da corsa. Un esempio è il network Fantom, presente sulle vetture AlphaTauri nel 2022 assieme a ICM.
Prima del fallimento, FTX era partner della scuderia Mercedes, mentre Red Bull Racing ha ancora un legame con Bybit e la chain SUI. In passato anche Tezos era sull’auto del campione del mondo Max Verstappen.
Tornando a Crypto.com, l’exchange sponsorizzò pure delle gare, come la prima edizione del GP di Miami.
Lista terminata? Assolutamente no, ma cambiamo sport per non annoiarci e fare qualche altro esempio.
Sempre restando nell’orbita dell’azienda di Kris Marszalek, lo stadio dei Los Angeles Lakers, Clippers (NBA) e Kings (Hockey NHL) è stato ribattezzato “Crypto.com Arena”, dallo storico “Staples Center” del passato. Tutto per la modica cifra di 700 milioni di dollari (diritti per 20 anni, visibilità garantita).
Fece la stessa cosa anche FTX con l’arena di Miami, ma la bancarotta ebbe l’ovvia conseguenza di una variazione di sponsor e nome.
Cambiamo ancora sport? Chi segue i combattimenti saprà che Crypto.com è il main sponsor dell’UFC, la principale lega di MMA al mondo. E pure qui il seguito è consistente.
Potremmo continuare portando parecchi altri casi, ma andremmo un po’ fuori rotta. Ciò che conta è il legame che si è creato tra sport e società in qualche modo operanti nel settore delle criptovalute. Una vera e propria simbiosi che porta fiumi di denaro nelle casse di leghe, team e giocatori, nonché una visibilità difficilmente ottenibile altrove a chi questi soldi decide di investirli.
Il calcio non sta di certo a guardare...
Come dice il titolo del paragrafo, il pallone non è uno spettatore del marketing crypto nell’universo sportivo. Al contrario, il calcio è una delle piazze più gettonate per svariate iniziative.
Abbiamo già menzionato Sorare, il gioco NFT che tocca calcio, basket NBA e baseball MLB. È però la versione football quella di maggior successo, dove le valutazioni di alcune carte rare raggiungono cifre stratosferiche. Oltre ad avere le licenze ufficiali di leghe come la Premier inglese, Sorare è partner di una vagonata (concedeteci il termine) di squadre.
Quanto alle maglie, c’è l’imbarazzo della scelta. Pensiamo alle maniche di squadre come la Juventus e il Milan, che mostrano/hanno mostrato rispettivamente i nomi Bitget e BitMEX. Oppure, abbassando il livello di serietà, la memecoin Floki Inu è finita sulle divise di gara di Napoli, Bayer 04 Leverkusen e Cádiz.
Guardiamo anche all’Inter con Socios.com e DigitalBits (che non ha pagato milioni e milioni di euro, ricordiamolo), al simbolo di Dogecoin sulla manica della maglia della inglese Watford e a tanti, forse troppi, altri esempi sparsi per l’Europa.
Crypto.com ha fatto addirittura di più diventando sponsor ufficiale del VAR (Video Assistant Referee) della Serie A di calcio. Ogniqualvolta l’arbitro ricorre alla moviola in campo e lo spettatore vede sullo schermo le immagini dalla sala VAR, la scritta “Crypto.com” è ben presente.
Il calcio è lo sport più seguito al mondo. È quindi normale che le realtà a tema crypto vogliano mettersi in mostra e promuoversi sfruttandone leghe e team.
"Il calcio è una vetrina di lusso per i progetti crypto"
Il marketing crypto
Il marketing di exchange e realtà crypto va oltre lo sport, ma il seguito di questi eventi è un’occasione troppo ghiotta per aziende che fino a poco tempo fa erano sconosciute ai più.
La promozione di queste realtà ha quindi sfruttato ampiamente lo sport, perché in grado di massimizzare la visibilità e, di conseguenza, le conversioni. Ma il gioco nel gioco non è così facile, perché gli attori crypto devono fare i conti con due problemi non di poco conto:
- L’altissima competizione settoriale;
- La diffidenza verso le criptovalute.
Sul primo punto, come si può superare la massa di avversari e mettersi realmente in luce? Gli exchange crypto, coloro che investono di più nel marketing, spingono tanto su iniziative di impatto e grandi nomi. Tutto ciò richiede pianificazione e studio, ma soprattutto una quantità di denaro enorme. Non siamo comunque in territori sconosciuti: brand di tutt’altri settori applicano da sempre le stesse dinamiche.
Crypto.com è l’esempio perfetto. Al reparto marketing finiscono somme da capogiro, con l’obiettivo di far spiccare l’exchange. Missione riuscita? Beh, direi proprio di sì: partito dopo i principali concorrenti, questo nome è riuscito a recuperare terreno e ritagliarsi un posto da protagonista.
Il marketing sportivo è l’unica scelta disponibile per il panorama crypto? Certo che no. Tuttavia, i numeri parlano chiaro: lo sport è uno dei palcoscenici migliori per un’azienda, a prescindere dal settore di appartenenza. Se poi gli spot e le altre iniziative fanno leva sul lato avventuroso dell’investimento stesso (e anche qui Crypto.com insegna) c’è poco da fare: lo sport è davvero il miglior luogo dove promuoversi.
Con il passare degli anni, probabilmente le campagne proseguiranno. Al contempo, i vari attori troveranno sempre più equilibrio e tanti ci lasceranno, o verranno ridimensionati. Arriveranno anche nomi nuovi che dovranno per forza di cose spingere per recuperare e indovinate un po’? Siamo certi che i palcoscenici sportivi saranno la scelta numero uno.
Quanto alla diffidenza, è sempre minore. Le persone che si interessano alle criptovalute sono in costante crescita e il trend non può essere fermato.
La blockchain in generale è qualcosa di troppo grande e rivoluzionario, di cui finalmente si sta comprendendo la portata anche tra i non addetti ai lavori e gli appassionati. Coin e token, una delle tante applicazioni, guadagnano di conseguenza altrettanta popolarità.
A mancare è ancora la cultura di base, perché sono troppi gli individui che vedono la criptovaluta, sia essa BTC, ETH o un’altcoin alla LINK, come un metodo per arricchirsi alla svelta. Non ci stancheremo mai di dire che non è così e occorre tanto studio per approcciarsi in modo salutare al nostro comparto. Non dimenticare: i nostri corsi crypto sono sempre disponibili per aiutarti in questo viaggio.
Oggi abbiamo gli ETF spot bitcoin, che forse verranno presto affiancati da quelli Ethereum. Grandi nomi degli investimenti offrono questi prodotti e alcuni li hanno inseriti in parte dei propri ETF (come Fidelity con i Conservative).
Circuiti di pagamento tradizionali e banche guardano alle criptovalute e alla tecnologia che è alla base. Realtà come Polygon, per fare un nome, stanno siglando una marea di partnership, come raccontiamo di frequente nelle news che pubblichiamo.
I token non fungibili sono sempre meno collezioni assurde e più strumenti utili per questioni legate a tracciabilità, autenticità e unicità di prodotti anche fisici. I metaversi come The Sandbox e Decentraland si stanno ancora sviluppando, ma ormai sono diventati un argomento di conversazione normale.
La rivoluzione è già qui, la stiamo vivendo. Il marketing di exchange e progetti crypto ha avuto il suo ruolo e continua ad averlo; dopotutto, se non avessimo i Lebron James, le macchine di F1 o il giocatore di turno a fare da testimonial, magari durante il SuperBowl, non ci sarebbe stata la visibilità necessaria per scalare la montagna.
Conclusioni
È arrivato il momento di salutarci, sperando che tu abbia apprezzato questo approfondimento un po’ diverso rispetto alla normalità.
Non ti resta che fare una cosa, anzi due:
- Condividere la newsletter con i tuoi amici tramite il referral che trovi nella mail; ne bastano due per ricevere la guida agli airdrop appena aggiornata!
- Goderti il Super Bowl e cercare eventuali spot a sfondo blockchain e crypto. Chissà, magari qualche realtà di asset management si farà vedere…
Buon fine settimana!