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5 progetti DeFi dal mondo Polkadot

Di Gabriele Brambilla

Conosciamo meglio alcuni dei progetti più interessanti e utilizzati al momento della scrittura nel panorama DeFi Polkadot

5 progetti DeFi dal mondo Polkadot

Alla scoperta della DeFi...

In un precedente articolo l’avevamo promesso e, come saprai, manteniamo sempre fede a ciò che annunciamo. Ecco quindi che ci apprestiamo a scoprire alcuni dei progetti di finanza decentralizzata più importanti e interessanti del panorama di Polkadot.

Nello specifico, oggi daremo spazio a cinque differenti piattaforme DeFi su questo ecosistema: Bifrost (liquid staking cross-chain), HydraDX (AMM innovativo), StellaSwap (DEX di Moonbeam), QuickSwap (sulla versione zkEVm di Astar) e Acala (stablecoin).

Scopriremo in poche righe le caratteristiche principali di ciascuno di questi nomi e capiremo quando possono fare al caso nostro.

C’è molto da scoprire, perciò iniziamo senza ulteriori indugi!

Bifrost

Cominciamo la carrellata parlando di un’importante piattaforma di liquid staking cross-chain: Bifrost.

Questo progetto, disponibile su diverse blockchain, vuole dare all’utente la possibilità di ottenere una rendita sicura e standardizzata, passando da un concetto fondamentale: utilizzare qualsiasi LST, ossia Liquid Staking Token, su qualsiasi chain. In poche parole: è possibile mettere in staking ETH o altri token mediante Bifrost, generando uno yield sicuro e di tutto rispetto.

Per raggiungere questo obiettivo, la piattaforma ha creato un vToken ottenibile convertendo il token PoS che si desidera mettere a rendita. Ad esempio, se volessimo mettere a rendita Ether, potremo tranquillamente farlo. Gli ETH saranno convertiti in vToken che ci faranno accumulare ricompense, con il vantaggio di eliminare le classiche barriere che le blockchain differenti hanno tra loro.

Ma c’è di più. Come spesso accade nel mondo di Polkadot, anche questo protocollo è supportato da un layer-1 dedicato, ossia una parachain che può interagire con tutte le altre dell’ecosistema. Grazie a questa caratteristica, le reward arrivano a destinazione ogni 24 ore, senza però i rischi delle realtà centralizzate.

Inoltre, se l’utente abbina i corretti importi, è potenzialmente possibile fare unstake degli asset in tempi brevissimi, superando così le solite tempistiche che fluttuano da alcuni giorni fino a diverse settimane. Una caratteristica non da poco, soprattutto nei casi in cui l’operatività tempestiva è tutto.

Bifrost mette quindi l’utente nelle condizioni di fare liquid staking senza confini, mediante un solo asset (il vToken). Un’idea ben sviluppata che ha richiamato capitali di tutto rispetto, in crescita soprattutto da inizio 2024.

Chiaramente è comunque necessaria un po’ di prudenza, che non deve mai mancare quando si ha a che fare con la DeFi. A parte questa considerazione, il progetto è molto valido e promettente.

Bifrost

HydraDX

Passiamo a uno dei progetti più importanti dell’ecosistema, ossia HydraDX. Vediamo che si tratta.

Tutti noi conosciamo bene la natura del classico DEX basato sui pool di liquidità. Sappiamo quindi che troveremo un certo numero di coppie di scambio e che, data l’assenza di un order book, interagiremo con delle “piscine virtuali” di liquidità, in cui sono stati depositati dei fondi per garantire la possibilità di scambiare le valute contenute. Ad esempio, un pool USDT-ETH conterrà (solitamente in rapporto di valore 1:1) USDT e Ether. Se volessi vendere ETH e ricevere USDT, andrei a depositare i primi e prelevare i secondi dal pool in questione, che si riequilibra mediante vari meccanismi.

I fornitori di liquidità (liquidity provider) sono l’elemento indispensabile per questa tipologia di DEX. Grazie a essi si ha a disposizione la liquidità senza cui non sarebbe possibile effettuare alcuno scambio. Per il servizio reso, una ricompensa variabile entrerà nelle loro tasche.

Il metodo appena visto è spesso poco sostenibile e può creare problemi. Ecco però che HydraDX arriva in nostro soccorso.

La piattaforma si basa infatti sull’Omnipool, ossia un AMM che unisce tutti gli asset disponibili in un solo pool. Esatto: niente più pool dallo scarso TVL, slippage fuori controllo e pericoli per provider e investitori, ma uno strumento efficiente e moderno, sviluppato per superare i tradizionali limiti. Di fatto, possiamo salutare la frammentazione della liquidità e dare il benvenuto a un approccio totalmente differente.

Chiunque può fornire liquidità sotto forma dell’asset desiderato. Dopodiché entra in scena l’Omnipool e Lerna (LRNA), l’hub token che rende possibile la “magia”. Quando viene aggiunta della liquidità, viene mintato un pari valore di LRNA, mantenendo il pool in perfetto equilibrio. Quando invece la liquidità esce avviene il processo inverso, ossia il burn di LRNA.

Oltre ai grandi vantaggi per gli utenti, HydraDX ha un ruolo di primo piano per quanto riguarda le treasury delle DAO e di altri progetti, che possono depositare gli asset via XCM (approfondiremo presto questo concetto, non temere).

Per dare un’idea dell’importanza di HydraDX, basti pensare che la piattaforma è utilizzata addirittura dalla Gov di Polkadot per retribuire i developer della Relay Chain.

Vogliamo poi mettere in evidenza la particolare attenzione lato sicurezza, che prevede numerosi audit, un programma bug bounty e vari meccanismi a tutela della liquidità depositata dagli utenti. I pericoli non sono mai a zero, ma l’insieme di questi interventi rende più sereni.

Infine, il pool unico permette di contenere l’impermanent loss, una delle spine nel fianco dei liquidity provider sin dagli albori della finanza decentralizzata.

HydraDX

StellaSwap

Facciamo le valigie e spostiamoci su Moonbeam, una delle più note parachain dell’ecosistema. Nello specifico, andiamo a conoscere StellaSwap, il DEX di riferimento.

Che cosa offre questo protocollo? I prodotti sono molti e soddisfano tutte le classiche esigenze di utenti e investitori del panorama crypto, ovvero:

  • Exchange, la base indispensabile; ben curato in ogni dettaglio, si tratta del classico DEX, da cui è però possibile effettuare anche scambi cross-chain (powered by Axelar e Squid Router) e acquistare crypto pagando con valuta fiat (servizio offerto da Transak).
  • Earn, che comprende sia lo yield farming che xSTELLA. Il protocollo propone diversi pool di liquidità, alcuni dei quali dagli APR altissimi per i liquidity provider (non scordiamoci però dei rischi). xSTELLA è invece una “cassaforte” in cui bloccare i propri token STELLA (ne parleremo a breve), ottenendo rendita e potere di voto nelle proposal della piattaforma.
  • IDO, per prendere al volo le opportunità in rampa di lancio su Moonbeam;
  • Bridge, così da spostare i propri asset da/verso Moonbeam. I trasferimenti possono essere sia nativi (quindi XCM) tra le parachain di Polkadot, sia standard, quindi tra blockchain differenti (mediante Portal Bridge by Wormhole).
  • Marketplace NFT stile OpenSea e Blur, la ciliegina sulla torta di una piattaforma super completa.

Dobbiamo assolutamente spendere due parole sul token STELLA. Questa è la crypto di StellaSwap, dotata di una supply massima di 500 milioni di esemplari. Al momento della scrittura, l’inflazione è pari a 35.000 pezzi al giorno (12,77 milioni annui). Sono previsiti burn e meccanismi deflazionari che ridurranno la supply.

L’allocazione rispetta le seguenti percentuali:

  • 70% riservato alle reward degli utenti;
  • 10% per lo sviluppo;
  • 10% indirizzato alla treasury;
  • 10% per la crescita dell’ecosistema.

Il caso d’uso principale di STELLA è quello di governance token e strettamente legato vi è il ruolo di xSTELLA.

Quest’ultimo è un token che si ottiene mettendo in staking STELLA. Grazie a esso si accede alla governance e si acquisisce capacità di voto. Inoltre, i possessori ottengono un’entrata continua, perché per ciascuno scambio sul DEX, lo 0,05% delle fee finisce proprio nelle loro tasche, in misura proporzionale agli xSTELLA posseduti. Infine, nessun tempo di sblocco né vincolo: gli xSTELLA possono essere riconvertiti in STELLA in qualsiasi momento.

StellaSwap

QuickSwap su Astar zkEVM

Da Moonbeam ad Astar in un battito di ciglia: sulla struttura zkEVM è in arrivo QuickSwap, uno degli exchange decentralizzati più famosi della DeFi.

Dai, chi non lo conosce? QuickSwap è da anni il punto di riferimento per l’ambiente Polygon. In ottica di crescere e spostarsi anche su altri supporti, ecco che il DEX del dragone è ora disponibile anche su Astar zkEVM, layer-2 di Ethereum da tenere sotto attenta osservazione.

Astar QuickSwap

Con questa mossa, QuickSwap espande ulteriormente il suo raggio d’azione e Astar Network accresce la propria offerta.

Astar è una struttura molto utilizzata in Giappone (ma anche altrove) e l’arrivo di QuickSwap rappresenta un ulteriore tassello verso l’adozione di massa del Web3.

Astar zkEVM è un layer-2 scalabile e decentralizzato che apre le porte allo scambio di informazioni e asset tra molte blockchain come Polkadot, Cosmos, Polygon ed Ethereum.

Il progetto Astar è in continua crescita su tutti i fronti: TVL, utenti e dApp.

La messa live di QuickSwap sulla rete dovrebbe portare maggior liquidità e, al tempo stesso, assicurare alta velocità e bassi costi di transazione. Non scordiamo poi che la narrativa di DragonFi 2.0, creata dal DEX, continua ad avanzare, mantenendo una posizione di superiorità nel progetto Polygon 2.0.

Insomma, grande movimento sia per il protocollo DeFi che per le strutture.

Acala

Ogni ecosistema blockchain che mira a svilupparsi appieno deve offrire agli utenti un insieme di servizi che possiamo definire “di base”. Ad esempio, è fondamentale che ci sia almeno un buon DEX, un valido marketplace NFT e una piattaforma per il liquid staking. Così come è di estrema importanza che esista un progetto stablecoin di qualità.

Le stablecoin, tradotto letteralmente in valute stabili, sono delle crypto il cui valore è ancorato a un altro asset. I meccanismi che regolano questa caratteristica variano e implicano diversi pro e contro. L’esempio più capitalizzato di questa categoria e Tether USD.

Nel panorama di questo layer-0, Acala è un progetto piuttosto significativo, che dà vita a una blockchain e stablecoin decentralizzata, nonché cross-chain.

La stablecoin in questione si chiama Acala Dollar (aUSD) e, come avrai intuito, è ancorata (pegged) al dollaro americano. Ad assicurare che il peg resti fisso c’è una riserva mista composta da DOT, ACA e altre crypto come bitcoin ed Ethereum. Se DOT e ACA sono asset nativi dell’ecosistema, BTC ed ETH sono invece di tipo cross-chain. Così facendo si diversificano le riserve, riducendo i rischi.

Il punto di forza di Acala Dollar sta nel fatto che qualsiasi chain connessa a Polkadot possa integrarlo in modo trustless. Gli sviluppatori di piattaforme e ambienti hanno quindi la libertà di inserire aUSD nel proprio progetto, espandendone da subito la portata.

Oltre alla stablecoin, Acala propone anche DEX e liquid staking.

Nell’ormai lontana estate 2022, la stablecoin perse il peg a seguito di una vulnerabilità riscontrata su Honzon Protocol, con conseguente perdita di oltre 3 miliardi di dollari (recuperati pressoché per intero). Da allora molte cose sono cambiate e gli audit esterni, già a suo tempo ben presenti, si sono fatti decisamente più scrupolosi e attenti.

Acala

Conclusioni

Abbiamo scoperto qualche nome del panorama DeFi di Polkadot, che va comunque tenuto monitorato dati i progetti interessanti che potrebbero esordire in futuro.

Per adesso, hai comunque tutto ciò che ti serve per iniziare a muoverti nell’ecosistema, ricordando come sempre di farlo con prudenza, data la natura da sempre sperimentale e pionieristica della finanza decentralizzata.

Buoni investimenti!


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