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Tether USDT: la stablecoin numero uno

Di Gabriele Brambilla

Conosciamo più a fondo Tether USDT, la regina delle criptovalute dal valore fisso: le stablecoin

Tether USDT: la stablecoin numero uno

Tether USDT: introduzione

In questo approfondimento parliamo della principale stablecoin per capitalizzazione, nonché terza criptovaluta in assoluto: Tether USDT.

L’adozione delle crypto è in continua crescita, ma affiancate a bitcoin, Ether & co. troviamo le criptovalute stabili, note come stablecoin. Si tratta di monete che, al contrario di una normale criptovaluta, non oscillano di valore in continuazione. Il loro obiettivo è invece quello di restare agganciate al valore di un altro asset, solitamente una valuta fiat come il dollaro americano.

Come dicevamo, USDT è la prima valuta di questo tipo per market cap, oltreché una delle più grandi realtà dell’intero settore.

Conosciamola meglio, approfondendo soprattutto il meccanismo che ne mantiene fisso il valore. Andiamo poi a mettere in evidenza le differenze con una collega stretta (USDC), per poi chiudere con una rapida parentesi su dove poter acquistare Tether.

Che cosa è Tether?

Innanzitutto, Tether è una società fondata oltre dieci anni fa da un gruppo di appassionati di valute digitali. Con il passare del tempo, le idee presero forma, spinte dal desiderio di creare qualcosa che andasse oltre il tradizionale sistema finanziario. Così, nel 2014 nacque Tether (la criptovaluta), conosciuta anche con il ticker USDT.

Arrivati a oggi, sappiamo tutti come sia andata a finire: USDT è una delle crypto più capitalizzate in assoluto, nonché quella che macina i maggiori volumi di trading (sì, superiori anche a quelli di BTC).

Descriviamo brevemente il funzionamento di questa coin.

Società, exchange o investitori privati possono effettuare la KYC di Tether, così da accreditarsi. In questo modo sarà possibile depositare valuta fiat, ottenendo in cambio una quantità di Tether pari (salvo le fee). Ad esempio, un versamento di un milione di dollari avrà come conseguenza la ricezione di un milione di Tether.

Gli USDT in questione sono “prodotti” per l’occasione; i dollari versati vengono invece conservati al sicuro.

A questo punto, gli USDT possono liberamente circolare. Se ad esempio li avesse richiesti un exchange, questi potranno finire tra i capitali che consentono agli utenti di fare trading. Oppure, una società potrebbe impiegarli per pagare prodotti o servizi eseguiti per suo conto da un’altra società. Destinazione e motivazioni del pagamento poco importano; ciò che conta è il fatto che gli USDT fungono da normale mezzo di scambio valore, ovviamente se accettati da entrambe le parti.

In qualsiasi momento è possibile vendere i Tether presso exchange centralizzati e non, purché supportino questa stablecoin (cosa pressoché certa). Inoltre, un’entità autorizzata potrà sempre andare direttamente alla fonte e chiedere alla società Tether di scambiare una certa cifra di USDT, ricevendo in cambio valuta fiat.

Quando ciò accade, Tether distrugge gli USDT, così da mantenere la giusta proporzione tra circolante e riserve.

Proprio sul tema delle riserve occorre fare una riflessione, perché esse sono alla base del mantenimento del valore stabile. Tether è stata criticata a più riprese per la mancanza di trasparenza su questo punto. Anzi, ci sono state varie cause, che hanno avuto come conseguenza anche delle condanne. Il motivo? Le riserve, che dovrebbero essere sempre 1:1, non lo sono sempre state.

Il punto di forza di una stablecoin di questo genere, completamente coperta, dovrebbe essere proprio questo: se ci sono 10.000 USDT in circolazione, ho la certezza che da qualche parte nei forzieri di Tether ci sono 10.000 dollari americani. In questo modo, a prescindere da ciò che può accadere sul mercato, il valore di USDT è sempre lo stesso. Se le riserve non sono sufficienti, quanto appena visto non è più valido e potrebbe causare grandi problemi in momenti di crisi.

Il messaggio è però arrivato a destinazione. Dal 2023, Tether ha iniziato a muoversi verso la trasparenza, cosa su cui in precedenza era deficitaria. Adesso è possibile visionare le riserve quasi in tempo reale, direttamente sul sito della società. Un importante cambiamento che permette a tutti di stare più tranquilli.

Che cosa è Tether?

A cosa serve Tether?

USDT ha differenti applicazioni, ma possiamo riassumerle così: i casi d’uso di una normale valuta sono gli stessi di Tether. Vediamo qualche esempio.

Innanzitutto, è possibile scambiare la coin tra privati, nonché impiegarla per effettuare acquisti se l’esercente offre questa possibilità. Un effetto collaterale delle normali criptovalute è la volatilità, che rende molti venditori restii ad accettarle. Bene, una crypto stabile come questa elimina il problema.

Anche le società possono ricorrere a USDT per effettuare acquisti e vendite rapidi e dai costi ridotti. Inoltre, Tether è indicata anche per conservare valore al di fuori delle tradizionali banche (basta seguire le norme di base sulla sicurezza, se non le conosci segui il nostro corso gratuito su The Crypto Gateway Learn).

Entrando più a fondo nel nostro settore, USDT è onnipresente nelle coppie di scambio su svariati exchange. Ciò vale non solo per il mercato spot, ma anche per i derivati come i perpetual.

Passando al mondo DeFi, Tether è molto utilizzata nei pool di liquidità crypto/stablecoin, oltre alle principali avversarie USDC e DAI di MakerDAO. Attenzione però all’impermanent loss.

Insomma: possiamo vedere USDT esattamente come una normale valuta, perché di fatto è la rappresentazione del dollaro su blockchain. Non facciamo però confusione con le CBCD, le Central Bank Digital Coin: Tether USDT è rilasciata da una società privata e non da una banca centrale o un’entità statale.

Valore di un USDT

Essendo una stablecoin, il valore di Tether USDT dovrebbe essere sempre pari al dollaro. In effetti, salvo qualche raro evento accaduto nel e prima del 2017, questa moneta ha sempre mantenuto la retta via, registrando delle variazioni irrisorie dal dollaro americano.

Dal grafico USDT/USD di TradingView (fonte dei dati Coinbase), possiamo notare come gli scostamenti dal peg siano di pochi millesimi di dollaro (se non addirittura meno).

USDT vs USDC

Mettiamo a confronto i due nomi più caldi tra queste particolari criptovalute.

USD Coin, nota anche come USDC, è in verità piuttosto somigliante a USDT. Anch’essa è centralizzata (c’è dietro una società), peggata al dollaro e collateralizzata da riserve 1:1.

La grande differenza sta nella trasparenza. Infatti, Circle, la società che emette USDC, ha sempre messo al centro la condivisione di tutte le informazioni. Non a caso è una realtà perfettamente regolamentata, che rispetta le prescrizioni di legge e della SEC, per giunta con sede negli Stati Uniti. Addirittura il codice è trasparente in quanto open source.

Per questo motivo, USDC è sempre stata vista come un’alternativa preferibile da chi volesse avere maggiori certezze sullo stato delle riserve. Tuttavia, consideriamo due punti:

  • Anche Tether ora punta alla trasparenza e possiamo vedere in tempo reale i fondi;
  • Centre è comunque una società e ha il pieno controllo di USD Coin. Ciò significa che può ad esempio censurare transazioni e wallet, un aspetto che va contro i principi all’origine del mondo blockchain.

Anche USDC è presente su quasi tutti gli exchange, siano essi centralizzati e non.

USDT vs USDC

Dove comprare Tether?

C’è davvero l’imbarazzo della scelta e un elenco delle opzioni sarebbe davvero lungo e noioso. Però, per non lasciare nulla al caso, ecco qualche alternativa con i relativi approfondimenti:

Exchange centralizzati: Bybit, Bitget, Binance, OKX;

Altri CEX e CeFi: Nexo, Crypto.com, Kraken;

Exchange decentralizzati: Uniswap, PancakeSwap, Raydium;

Swap su wallet: Rabby, MetaMask anche in versione MetaMask Mobile.


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