TonCoin: tutto quello che devi sapere sulla crypto di Telegram

Di Davide Grammatica

The Open Network è una rete open source integrata a Telegram, nonché sviluppata dai suoi stessi fondatori. Conosciamolo meglio, inclusa la sua crypto TonCoin (TON)!

TonCoin: tutto quello che devi sapere sulla crypto di Telegram

TonCoin e The Open Network: introduzione

L’obiettivo di questo report è offrire una panoramica completa di The Open Network. Ci concentreremo sui traguardi che cerca di conseguire rispetto alle blockchain esistenti e quali sono i punti di forza e le debolezze.

Per fare ciò, inizieremo concentrandoci sulla parte più importante, ovvero tokenomics e distribuzione del token TON, così da capire chi detiene la maggior parte dei token e gli eventuali tempi di sblocco durante i prossimi anni.

Toccherà quindi ai dati on-chain di questo network rispetto ai suoi competitor, così da poter comparare l’utilizzo effettivo della rete e l’eventuale crescita o decrescita del numero degli utilizzatori durante l’anno.

Infine, per chiudere, sguardo alle partnership più interessanti con aziende esterne e interne al mondo delle criptovalute, sottolineando come ciò favorisca la mass adoption.

Attenzione anche agli aggiornamenti futuri o appena passati che hanno contraddistinto lo sviluppo della blockchain.

Cos’è The Open Network (TON)

The Open Network è una blockchain Layer-1 (come Ethereum, per intenderci), fondata in origine nel 2018 dai creatori di Telegram con il nome di GRAM.

Il progetto arrivò a uno stadio di sviluppo avanzato, pronto a entrare in scena.

La ICO raccolse ben 1,7 miliardi di dollari, prevalentemente da investitori russi. Sul più bello arrivò però la Securities and Exchange Commission (SEC), ritenendo che Telegram stesse vendendo una security senza le dovute autorizzazioni. La causa legale fu vinta dalla Commission, che bloccò tutto il progetto. I creatori di Telegram (i fratelli Durov) doverono inoltre pagare una multa e rimborsare gli investitori.

A quel punto, i fratelli Durov non ebbero altra scelta se non quella di abbandonare lo sviluppo diretto della blockchain, rendendo il suo codice sorgente open source. Questo ha dato modo a diverse community di ripartire dove loro avevano “fallito” e di continuare lo sviluppo attraverso una solida base di partenza. Sono nati, di conseguenza, due progetti diversi e principali.

Il primo è TON, che ha proseguito la “collaborazione” con Telegram sotto la guida di Anatoliy Makosov e Kirill Emelyanenko.

Mentre il secondo è Everscale (ex freeTON), un’altra blockchain Layer-1 e Proof-of-Stake (PoS) che però non ha mai avuto collegamenti o partnership di alcun tipo con Telegram (e quindi con una base di utenti inferiore).

TON ha poi cambiato il suo nome, diventando “The Open Network”, lasciando la sigla “TON” a indicare la sua coin nativa. Il tutto con il nuovo obiettivo di creare una rete aperta al mondo che possa sfruttare Telegram come interfaccia per le sue molteplici funzionalità.

Il network utilizza un algoritmo di consenso NPoS. Per evitare le problematiche avute in precedenza con la SEC, distribuisce i suoi token mediante l’utilizzo del PoW, così da essere riconosciuto come una commodity. Nel Giugno del 2020 fu minato il 98.55% dell’intera supply, ed esattamente due anni dopo si raggiunse il 100%.

Lo staking ufficiale, attraverso TON Nominator, richiede 10mila TON, mentre quello di terze parti come Ton Whales solo 50.

Sul sito non-ufficiale, Ton Whales rimane la possibilità di fare mining attraverso il cosiddetto Infinity TON Mining Pool, ossia il processo di mining secondo cui, tramite un software scaricabile dal sito ufficiale, un miner può minare Bitcoin ed Ethereum, con questi che vengono automaticamente convertiti in TON senza commissione. 

La chain, oltre ad avere delle specifiche tecniche molto valide, possiede anche un estremo punto di vantaggio rispetto alle sue competitor: l’integrazione attraverso la popolare piattaforma di messaggistica istantanea Telegram.

"L'obiettivo di The Open Network è di creare una rete aperta al mondo che possa sfruttare Telegram come interfaccia per le sue molteplici funzionalità"

Come funziona The Open Network

La blockchain di TON utilizza un meccanismo chiamato “multi-blockchain”, che permette alla rete di funzionare attraverso tre chain principali e lavorare secondo degli scopi specifici.

La MasterChain è la catena principale. Essa svolge pochi compiti, ma lo fa davvero bene. Per fare un esempio (un po’ azzardato), potremmo immaginarla come la Relay Chain di Polkadot. La MasterChain coordina le altre chain e rappresenta la base da cui tutto il resto prende vita.

Le Workchain sono invece delle chain “di lavoro”, solitamente costruite sopra la MasterChain (quindi dei L1). Queste catene possono contenere a loro volta un gruppo di chain secondarie, con regole di consenso diverse fra loro.

Oltre a ciò, all’interno è possibile contenere diversi formati di indirizzi e transazioni, macchine virtuali per smart contract e token. Tutto ciò offre agli sviluppatori completa autonomia per poter creare la workchain che fa più al caso loro. Inoltre, nonostante tutto questo, sono comunque compatibili con la MasterChain e possono interagire fra di loro tramite un meccanismo chiamato Instant Hypercube Routing. Il numero di workchain che possono essere create e che possono lavorare contemporaneamente è 2^32.

Ci sono poi le Shardchain, necessarie per la scalabilità della rete e solitamente costruite sopra le Workchain. Tuttavia, il loro funzionamento è diverso da un classico Layer 2. Queste infatti possono essere viste come delle suddivisioni logiche di una workchain in sottoparti, chiamate shard. Il loro compito è quello di dividere il lavoro e “parallelizzarlo”. Grazie a questo sistema abbiamo un paradigma di sharding infinito, il che sembra rendere TON la chain più scalabile. Il numero di Shard Chain che possono essere create e che possono lavorare contemporaneamente, invece, è 2^60.

La chain si possono dividere in shard in modo dinamico se il carico di lavoro aumenta, per poi ritornare prive di shard quando diminuisce. Possiamo quindi definire le shardchain come un modello di organizzazione della rete più che un altra tipologia di chain o un layer aggiuntivo.

La rete implementa in questo senso uno sharding dinamico, che può aumentare o ridurre il numero di shardchain in funzione della necessità della rete, così da potersi espandere o contrarsi all’occorrenza.

Ton Payments rappresenta invece il vero Layer-2 di questa chain, anche se molto diverso rispetto a quelli visibili su Ethereum. Si tratta di “pagamenti” e il meccanismo ideato da TON è simile a Lighting Network di Bitcoin: una sorta di canale aperto tra due entità che consente di fare degli scambi molto rapidi senza appensantire la blockchain e lasciando le commissioni al minimo.

Dal punto di vista ancora più tecnico, TonChain potrebbe essere considerata l’unica blockchain “2D”, ovvero che non aggiunge i suoi blocchi solo “orizzontalmente”, ma anche “verticalmente” a seguito di eventuali correzioni dovuti a errori commessi nel passato, sostituento o aggiungendo un blocco sopra al precedente. Per consentire a tutte queste reti di poter dialogare tra loro utilizza quindi una soluzione, già citata, chiamata Instant Hypercube Routing.

Visto che sarebbe necessaria una quantità altissima di potenza di calcolo per collegare ogni shard a tutte le altre, la tecnologia basa il collegamento di uno shard a quelli adiacenti. Questo è un sistema di comunicazione che permette di passare dati attraverso la chain mediante l’utilizzo parallelo di due metodi diversi.

Il primo è il metodo lento: il messaggio viene inoltrato da shard a shard attraverso la rete fino a raggiungere la destinazione, con costo in termini di potenza di calcolo più basso e tempo di esecuzione più alto.

Il secondo è il metodo veloce: il messaggio viene ritrasmesso direttamente alla shard di destinazione senza passare dagli shard intermedi, con costo in termini energetici più alto e tempo di esecuzione più basso (massimo 5 secondi, ovvero il tempo di creazione di un nuovo blocco).

Il metodo lento è quello predefinito, mentre quello veloce è utilizzato dove si dimostra possibile effettuarlo.

Il meccanismo di funzionamento di Ton, essendo una blockchain “modulare”, è molto diverso dalle blockchain monolitiche tradizionali come Ethereum o Solana. Funziona in maniera diversa anche rispetto all’ecosistema di Cosmos, che è composto da delle blockchain indipendenti che comunicano tra loro utilizzando il protocollo IBC.

Il progetto che si avvicina più a TON dal punto di vista dell’architettura, con suddivisione del L-0 e del L-1 è Polkadot: le sue parachain che sono molto simili alle workchain di TON. E questo nonostante il loro numero sia molto ridotto rispetto al valore di workchain generabili (2^32).

Esistono poi diversi standard di token simili a quelli che vediamo ogni giorno su Ethereum:

  • Jettons: fungible token (standard TEP74)
  • NFT: Non-Fungible Token (standard TEP62)
  • Soul-Bound token: token/NFT non trasferibili (standard TEP85)
  • NFT Royalty: guadagno dovuto al brevetto di un opera (standard TEP66)

Due note sull’algoritmo di consenso e decentralizzazione.

I validatori complessivi, al momento della scrittura, sono 320. Mediante un meccanismo continuo di elezione, tra questi ne vengono nominati 100 che validano attivamente le transazioni.

Sono previsti i classici meccanismi che obbligano i validatori a comportarsi bene (slashing), garantendo un network sicuro per tutti i partecipanti.

Quanto vale un TonCoin? Le tokenomics

TON è il governance, fuel e stake token della rete “The Open Network”. Esso è utilizzabile quindi sia come gas fee all’interno della rete per effettuare delle transazioni, sia come token per partecipare alle votazioni. Si viene quindi remunerati in TON per bloccare i token in un nodo che farà poi da validatore della rete.

Uscirono molti dubbi riguardo all’effettiva tokenomics e distribuzione dei token TON nella community. Questi nacquero dopo una comunicazione della Ton Foundation, l’entità che segue il network sotto ogni aspetto. Nello specifico, si trattò di una proposal dove si chiedeva ai 204 wallet inattivi che avevano minato TONCoin durante la sua fase in PoW (e titolari di quasi il 20% della total Supply), di muovere i propri fondi entro il 21 febbraio 2023. Questo per dimostrare che i wallet non fossero inattivi, ma semplicemente fermi.

Da qui la proposal fu ridiscussa e i termini all’interno modificati, portandone alla luce una nuova e molto più incisiva. All’interno di questa veniva chiesto ai proprietari dei wallet citati precedentemente di attivarsi tramite una votazione, col rischio di rimanere con i propri fondi congelati per i 48 mesi successivi.

Questa proposta spezzò la community in due e tra le parti presero la parola due membri conosciuti, Tal e Vudi, autori anche di due articoli diversi a proposito della votazione.

Anche un membro della community italiana espresse la sua opinione verso la Ton Foundation, spiegando le motivazioni per cui la votazione non fosse necessaria e ridefinendo le motivazioni per cui tanti dati non fossero chiari.

Attraverso questo messaggio tradotto in più lingue possiamo notare i reali problemi della rete e soprattutto della chiarezza delle informazioni. Ecco un breve riassunto:

  • Perchè i dati degli aggregatori come Coinmarketcap e Coingecko riguardo alla circulating e la total supply differiscono da quelli emersi nelle varie comunicazioni della TON Foundation e prendono i dati da fonti non ufficiali, come Ton.cx rispetto a fonti “parzialmente” ufficiali come tontech.io? [attualmente per questi aggregatori la Circulating supply di TON è di 1.2B, chiaramente falso]
  • Perchè il network status sul sito ufficiale ton.org non è stato aggiornato da 3 anni, e l’alternativa più recente TON Footstep è offline?
  • Perchè esistono più explorer in cui all’interno di essi i dati in riferimento alla circulating e total supply differiscono fra di loro?

La proposal, a ogni modo, alla fine passò; solo 33 dei 204 wallet si attivarono. Quindi, il 20% della total supply di TON fu bloccata per i seguenti 48 mesi (ricordiamoci, eravamo nel 2023, il blocco è ancora in vigore), riducendo così di molto la circulating supply.

Uscendo da questo discorso ed entrando nei dettagli dei numeri che abbiamo oggi a disposizione, TON è una delle coin più capitalizzate dell’intero mercato crypto, molto cresciuta nel tempo.

Secondo i principali portali di monitoraggio, CoinMarketCap e CoinGecko, la market cap supera i 20 miliardi di dollari, ma potrebbe variare anche di molto dal momento della scrittura.

Tutti i principali exchange, compresi Binance e Bybit, offrono la possibilità di comprare e vendere la coin.

Qui sotto puoi consultare il grafico in tempo reale TON/USDT, come sempre preso da TradingView, il miglior portale di analisi tecnica in circolazione.

Ecosistema e partnership

Le partnership del progetto non sono molte se comparate a quelle di Ethereum, Avalanche o Polygon. Tuttavia questo è normale, poiché il progetto non ha ancora sviluppato abbastanza applicazioni e progetti sulla sua rete per poter offrire dei veri e propri servizi per aziende esterne. Nonostante ciò, non mancano le realtà a puntare su TON:

  • Hub71+: un acceleratore di progetti digitali con sede ad Abu Dhabi che ha finanziato il progetto TON con 250M;
  • KuCoin e Huobi: due exchange che hanno investito 250milioni di dollari su TonCoin;
  • Certik e SlowMist: due società di auditing web3 diventate partner di TON, partecipando all’auditing della sua chain;
  • Bit.com: exchange partner di TON ;
  • Orbs Blockchain Infractructure: partner e bridge;
  • SafePal e Atomic Wallet: hardware e software wallet.

L’ecosistema consiste quindi in una serie di dApp, che divideremo per categorie:

WALLET

  • Ton Wallet: wallet estenzione browser con supporto di DNS;
  • Ton keeper: wallet mobile che supporta diverse funzionalità all’interno del network;
  • TonHub: Wallet mobile che permette anche la messa in staking.

Ma come abbiano visto, a far parlare di sé e soprattutto la funzionalità di portafoglio crypto presente su Telegram, vero game changer per TON!

BRIDGE

  • Ton Bridge: bridge ufficiale che consente i trasferimenti di TON da e verso rete BSC ed Ethereum;
  • Orbit Bridge: bridge non ufficiale che consente anche trasferimenti di altri token.

DEX

  • Megaton Finance: AMM che consente di fare instant swap (i token integrati sono generati da Orbit tramite wrapping, consentendo di fatto lo scambio);
  • Cryptobot: un bot installabile su Telegram che consente di scambiare crypto direttamente tramite l’applicazione di messaggistica. In più, consente di avere all’interno anche una funzione di scambio P2P.

DNS 

  • TonDns: marketplace ad auction per acquistare domini sulla rete;
  • Fragment: piattaforma gratuita che facilita la transazione di oggetti collezionabili tra utenti (creata dai fratelli Durov);
  • Numeri di telefono: possibilità di acquistare tramite Fragment dei numeri di telefono associabili al proprio wallet, che permettono di loggare su Telegram senza necessità di una SIM (no KYC).

SCAN

  • TONScan: scan minimale;
  • TON.cx: stile retrò;
  • TON Whales: scan offerto dalla Whales Club (forte community all’interno del progetto);
  • Tontech.io: versione più “ufficiale” riconosciuto dalla TON Foundation;
  • TonAPI: explorer dotato anche di API.

RoadMap e aggiornamenti più importanti

Concentrandosi su roadmap e aggiornamenti più importanti dell’ultimo periodo dalla TON Foundation, possiamo notare tanti piccoli pezzi disposti minuziosamente per creare un immagine grandiosa.

Abbiamo voluto dividere quindi la roadmap di Ton in due punti fondamentali, composti da altri sotto-gruppi. In questo modo avremo una visione più accurata e il giusto spazio alla grossa mole d’implementazioni sviluppate dai developer.

  • Sviluppo della Blockchain e altri Sviluppi
  • Proxy: mezzi di accesso a siti web
  • Storage: immagazzinamento e condivisione di dati ed informazioni
  • Payment: soluzioni di pagamento user friendly

Per quello che riguarda la roadmap sulla blockchain di Ton, è chiaro fin da subito che i principali sviluppi hanno a che fare con l’integrazione di altre coin quali BTC, ETH, BNB e MATIC. Con l’implementazione di nuove funzioni per la rete come l’aggiornamento della TVM e la possibilità d’integrazione con EVM. Oppure, ancora, come la possibilità di creare degli SC dotati di Lockup e vesting per lo sviluppo di applicazioni sulla sua chain.

Vediamo nel dettaglio, punto per punto, i vari sviluppi, partendo dal 2023:

Q1 2023

  • Token bridge: bridge che consentirà di trasferire altri token nativi BSC ed ETH anche su TON. (motivazione principale: portare stablecoin all’interno del network);
  • Tokenomics Optimization Voting: votazione importante per definire se i 171 wallet proprietari di quasi il 20% della supply saranno bloccati o meno;
  • Lockup and vesting tools: implementazione di SC che consentono di effetuare dei lockup o del vesting così da permetter a più DAO e dAPP di sviluppare sulla chain.

Q2 2023

  • Decentralized Encrypted Messaging: possibilità di trasmettere dei messaggi attraverso i wallet ;
  • Tokenomics Deflation Mechanism: proposta di burning di una parte delle gas fee pagate;
  • TVM Update: sviluppo della TON Virtual Machine ed integrazione con EVM.

TON roadmap

Q3 2023

  • Jetton Bridge: possibilità di trasferire i Jettons (fungible token) creati su chain TON verso altre chain;
  • ETH, BNB, BTC & MATIC Bridge: possibilità di trasferire i TON coin verso le chain citate.

Q4 2023

  • Collator and Validator Separation: separazione dei collator (colui che genera i blocchi successivi) e dei validator (colui che valida e firma i blocchi) per aumentare la scalabilità della rete.

La seconda parte della roadmap va a svincolarsi dallo sviluppo della blockchain, anche se molte di queste funzionalità saranno poi essenziali per la crescita. L’idea sembra quella di sviluppare una rete che vada prima a migliorare la parte legata al proxy, ossia al collegamento di TON ai suoi TON Sites (siti creati sulla sua blockchain), di DNS (che sono stati implementati nel Q2 2022), e alla loro possibilità di supportare i Ton Wallet così da dare un vero use-case alle monete che ci girano sopra.

Dopo di che, sembra che la Ton Foundation si muova come stanno facendo altri competitor come la BNBChain, Filecoin o Matic, creando la sua soluzione di storage decentralizzato sulla TON Chain.

A quanto scritto all’interno del sito ufficiale, questo consentirà di creare soluzioni come:

  • TON Torrents: file sharing
  • Dropbox-like Apps: Archiviazione file
  • TON Storage API (Application programming interfaces): possibilità di far comunicare le applicazioni fra loro

La parte destinata ai Payment sembra si stia concentrando invece sulla creazione di soluzioni che consentiranno il trasferimento e il pagamento tramite dei “channel”, dove sarà possibile eseguire delle transazioni tra due entità, in maniera rapida e soprattutto a “zero fees” (idea simile al Lightining Network di Bitcoin).


Diamo uno sguardo al 2024.

A far parlare è soprattutto la speculazione su una presunta collaborazione tra TON e Tether, ossia la società che emette e gestisce USDT, la stablecoin più capitalizzata in assoluto.

Pensiamoci bene: USDT integrata su TON, magari dando la possibilità agli utenti Telegram di scambiarsi somme in dollari direttamente mediante l’applicazione… una cosa gigantesca!

Si vocifera anche di un’integrazione con HashKey Exchange. Se ciò avvenisse, probabilmente l’utente Telegram, direttamente dall’app, sarebbe in grado di comprare e vendere crypto direttamente in valuta fiat. Ciò sarebbe una pietra miliare nello sviluppo di questo network e, più in generale, dell’intero comparto crypto.

Cosa sta facendo Telegram?

Dopo quanto abbiamo appena scritto, spendiamo due parole extra su Telegram.

Nonostante non sia più ufficialmente coinvolta, l’app di messaggistica ha iniziato a spingere parecchio negli ultimi tempi.

La base di utenti della nota piattaforma è decisamente ampia e tutto gioca a fare di TonCoin.

Uno dei passi fondamentali in questo senso è l’integrazione di un wallet Web3 direttamente sull’applicazione Telegram. Potenzialmente ciò potrebbe dare modo a chiunque di scambiare valuta in tempo reale.

Ma da quello che filtra, siamo solo all’inizio: Telegram sta lavorando intensamente alla transizione nel Web 3.0, con TON in posizione centrale.

Sicuramente è anche per questo motivo che il network è cresciuto così tanto: l’hype che possono generare i numeri dell’app di messaggistica è notevole. Tuttavia, se le cose dovessero essere fatte bene, tutto l’ecosistema TON compirebbe un grande passo in avanti.

Conclusioni

Andando a unire tutti i pezzi di puzzle che abbiamo reso noti durante l’analisi di questa blockchain, l’immagine finale è una soluzione di Web3 che ha delle basi solide. Il motivo sta dietro due elementi: la chain, sulla carta ultra-performante; l’integrazione di un’app di messaggistica tra le più famose al mondo.

TON ha già sviluppato (e sta sviluppando) diversi bot integrati su Telegram che consentono di acquistare/vendere crypto, scambiarsi coin in maniera P2P fuori e dentro la blockchain e acquistare domini e SIM utilizzabili per mantenere l’anonimato.

Oltre a ciò, i wallet di TON sono molto più simili a degli SC rispetto a dei classici wallet, consentendo di effettuare operazioni programmate. Ad esempio, vi è la possibilità di fare pagamenti ricorrenti, oppure di effettuare dei pagamenti a una determinata scadenza.

Mentre per quello che hanno intenzione di sviluppare, sembra che il progetto si stia muovendo su tanti settori diversi fra cui siti web, storage e payment.

Insomma, il progetto sembra ottimo e i suoi obiettivi sono ambiziosi, ma anche scelti minuziosamente per avere un quadro generate molto positivo.

Rimane comunque l’incognita dietro al perché la TON Foundation abbia congelato i wallet degli early miner, nonché il perchè il numero di token presenti all’interno della rete differisca tra di loro.

Come sempre invitiamo ad avere un approccio prudente agli investimenti, approfondendo i concetti accennati in questo report e valutando non solo i pro, ma soprattutto i contro di un investimento.

Per concludere, ecco un video aggiornato al 2024 su TON Coin, TON Blockchain e tutto ciò che orbita attorno al progetto.


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