Crypto, mercati ed economia: il punto

Di Gabriele Brambilla

Come si stanno muovendo i mercati? E soprattutto, perché? Domande fondamentali per ogni investitore attento: ripassiamo e facciamo il punto

Crypto, mercati ed economia: il punto

Introduzione al focus on di oggi

Il 2024 è un anno molto particolare per svariati motivi. Dalle tensioni geopolitiche agli appuntamenti alle urne elettorali, dalla lotta all’inflazione all’arrivo dell’ETF spot su bitcoin, non ci siamo annoiati e continueremo su questa strada.

Anche nei periodi più noiosi, i mercati reagiscono sempre a ciò che accade intorno. Un insieme così ampio di eventi e circostanze particolari può dar vita a risposte più rapide, significative e talvolta imprevedibili.

La lettura di questa settimana vuole scattare una fotografia della situazione attuale, che potrebbe non essere del tutto chiara data l’abbondanza di fatti a cui abbiamo assistito finora. Svolgeremo un’analisi orientata a farci capire la direzione presa da un determinato mercato, così da non farsi cogliere di sorpresa in futuro.

Dopo una rapida panoramica sulla situazione macroeconomica, prenderemo in considerazione le criptovalute, il mercato azionario, l’oro e le altre materie prime. Sarà un ripasso molto utile per impostare l’operatività.

Non ci resta che iniziare… buona lettura!

Questo focus on è stato pubblicato in esclusiva sulla nostra newsletter Whale Weekend del 10 maggio 2024. Iscriviti per non perdere articoli inediti, analisi, news della settimana e tanto altro ancora!

Un passo indietro

Prima di guardare mercati e asset, dobbiamo avere chiara la situazione che stiamo vivendo. Lo sappiamo: è un argomento che abbiamo affrontato già tantissime volte, ma è la base di tutte le considerazioni che andremo a fare; perciò, rapidamente, ripassiamo lo scenario.

Non torneremo indietro alla pandemia, perché ormai sappiamo bene come andò: per non far sprofondare le economie nel baratro, le banche centrali attuarono delle politiche monetarie espansive, così da stimolare al massimo produzione e consumi. E come sappiamo, riuscirono nel loro intento.

L’effetto collaterale di una manovra di questo tipo è l’inflazione: troppa offerta di moneta, senza una domanda che segue di pari passo, comporta per una serie di meccanismi l’aumento dei prezzi. Ma anche questo lo sappiamo bene e l’abbiamo vissuto in prima persona, vedendo lievitare il costo dei prodotti sugli scaffali dei supermercati, dei carburanti e dei servizi.

A questo scenario già complesso si è poi aggiunta la Guerra in Ucraina. Le tensioni portano sempre a sentimenti che mettono il freno ai mercati. Oltre a ciò, in questa particolare occasione si sommò anche la cavalcata del gas verso l’alto, dovuta al mix di sanzioni e ripicche tra Paesi occidentali e Russia. Quando le materie prime legate all’energia salgono, crescono anche i prezzi di produzione di beni e servizi, che si scaricano a loro volta sulle spalle del consumatore finale. Tradotto: l’inflazione galoppa ancor di più.

Per contrastare la salita frenetica dei prezzi si deve tagliare l’offerta monetaria, intervenendo sui tassi d’interesse. Funziona, ma l’effetto indesiderato è di non stimolare gli investimenti, cosa che colpisce poi i consumi, che a loro volta impattano sulle aziende, che investono ancor meno. Prende così il via un circolo negativo che si autoalimenta e danneggia anche i mercati.

A quanto detto finora aggiungiamo poi: banche in crisi (soprattutto nel 2023), Guerra in Medio Oriente e tensioni con altri Paesi come l’Iran, problematiche di approvvigionamento della catena produttiva, crisi in Yemen (con impatto sui trasporti marittimi internazionali) e chi più ne ha più ne metta.

Riassumere in così poche righe la complessità dello scenario odierno è impossibile: ci vorrebbe un libro intero e probabilmente non basterebbe neppure quello. Ciò che conta per comprendere il presente dei mercati è che siamo in un momento storico delicato e intricato, dove tanti fattori più o meno significativi si sommano.

Non è la prima volta nella storia dell’uomo in cui si vive una situazione simile, basti pensare agli Anni ’70. Tuttavia, ogni periodo ha le sue peculiarità e il presente non fa di certo eccezione.

Situazione macroeconomica

Andiamo dritti al punto sulla situazione macroeconomica partendo dagli Stati Uniti.

I tassi d’interesse sono cristallizzati dall’estate scorsa al 5,5% dopo una lunga serie di aumenti iniziata nella primavera del 2022. Certo, se la FED avesse potuto farlo, questa percentuale sarebbe cresciuta ulteriormente. Però, quando l’economia iniziò a dare dei segnali di cedimento (soprattutto lato bancario), Powell e colleghi furono costretti a fermarsi. Sottolineiamo comunque che il 5,5% non è poco (qui sotto il grafico di Investing.com).

tassi interesse USA

L’inflazione ha risposto nella maniera desiderata scendendo rapidamente. C’è però un “ma” da tenere in considerazione: è ormai un anno che il CPI aleggia tra il 3,1 e il 3,7% (ultimo dato di aprile al 3,5%). Se poi prendiamo il Core CPI (mostrato nel grafico poco sotto), privo quindi delle voci “cibo” ed “energia”, vediamo sì una discesa importante, ma piuttosto lenta di recente rispetto alle attese della Federal Reserve. Per esempio, a ottobre 2023 ci trovavamo al 4,1%, ad aprile al 3,8.

CPI Core

Nonostante l’aumento dei prezzi sia ancora lontano dagli obiettivi prefissati (ovvero il famoso 2%), la FED ha un po’ le mani legate. Le prospettive sul PIL sono migliorate ad aprile, ma restano comunque non molto positive. In questo senso, fondamentale l’appuntamento del 16 maggio, in cui verrà reso noto l’ultimo aggiornamento su questo indicatore.

L’economia americana ha comunque mostrato una certa resilienza, soprattutto nel mercato del lavoro. Tuttavia sappiamo che i problemi di fondo ci sono, tra cui spicca un debito pubblico sempre più insostenibile. Non mancano quindi gli elementi caldi da tenere d’occhio nei prossimi mesi.

Spostandoci in Europa, la situazione è un po’ differente, ma comunque non semplice.

Se pensiamo all’Eurozona, l’inflazione è decisamente più bassa. L’ultimo CPI ha restituito come dato il 2,4%, mentre il Core CPI è al 2,7% (il minimo da due anni a oggi).

I tassi d’interesse stabiliti dalla BCE sono fermi al 4,5% e la disoccupazione si attesta al 6,5%, più alta rispetto agli States.

Nota dolente il PIL, il cui grafico (vedi qui sotto) è ormai piattissimo (dato YoY di aprile allo 0,4%, in miglioramento).

GDP eu

Quanto ai singoli Paesi, i risultati del CPI vengono confermati, così come sono in linea anche i dati riguardo l’occupazione. Riguardo al PIL, la Germania è in territorio negativo; mentre l’Italia, seppur con i dati al ribasso, prosegue nella crescita.

Riepilogando: l’economia in generale ha le sue difficoltà. Anche in Paesi che non abbiamo menzionato, come la Cina, ci sono dei problemi che si ripercuotono con un effetto domino anche altrove.

I tempi degli aumenti ai tassi sono finiti, ma potrebbero presto salutarci anche quelli della stabilità, dando il via alla stagione dei tagli. Mercati, aziende e consumatori ne trarrebbero beneficio, ma dietro l’angolo potrebbero farsi trovare pronti vecchi spettri (l’inflazione) e nuove problematiche.

Per adesso, non sapendo cosa ci riserverà il futuro, spostiamoci sui mercati e capiamo come si stanno comportando. Iniziamo dalle criptovalute, asset class molto dinamica soprattutto in questa prima parte del 2024.

Andamento delle criptovalute

Il nostro settore sta avendo un andamento molto interessante dall’inizio dell’anno. Due eventi in particolare hanno avuto il loro peso: l’approvazione dell’ETF spot bitcoin e l’halving della medesima blockchain.

L’ETF bitcoin è stata una delle vicende che abbiamo seguito con maggior attenzione nel corso del 2023. Oltre alla portata storica dell’arrivo di uno strumento tradizionale spot sulla criptovaluta numero 1, l’ETF diede infatti il via a una telenovela che coinvolse SEC e fondi di investimento riguardo il “via libera”.

Oggi, gli Exchange Traded Fund spot su BTC stanno permettendo a tantissimi investitori tradizionali di avvicinarsi al mondo crypto, senza doversi dotare di wallet o imparare a muoversi nella finanza decentralizzata. I numeri parlano chiaro: lo strumento sta avendo successo. A proposito: ricordati che su The Crypto Gateway Learn trovi tanti corsi gratuiti a tema criptovalute e investimento, oltre ai nostri fantastici workshop!

Poi abbiamo menzionato l’halving, ossia l’evento che ogni quattro anni dimezza il tasso di emissione di nuovi BTC. Il che ha ripercussioni non da poco sul mercato e su chi mantiene viva la blockchain stessa (i miner).

L’esaltazione dovuta a questi due fatti importanti ha spinto il prezzo di bitcoin verso l’alto. Pensate: dai 26/27 mila dollari di ottobre, a marzo ci siamo ritrovati ad alzare la tacchetta dell’All-Time High. Dopodiché abbiamo lasciato per strada diversi punti percentuali, tornando a mettere il 6 davanti al prezzo; una crescita comunque molto marcata in pochi mesi.

Grafico BTC/USDT by TradingView

Più o meno tutte le criptovalute hanno seguito BTC, tra cui la numero 2 Ether e la top altcoin del momento, Solana. Il clima di esaltazione è stato ulteriormente alimentato da airdrop sostanziosi come quelli di Celestia (autunno 2023) e Dymension (inverno 2024), entrambe base Cosmos, nonché dal ritorno in cattedra del fenomeno memecoin (soprattutto su Solana).

Vogliamo aggiungere altro? Mettiamoci le Runes di Bitcoin e siamo davvero a posto.

Con tutta questa abbondanza di eventi, innovazioni, hype e FoMO, è naturale che il mercato possa passare dalle scalate verticali alle cadute improvvise. Chi ha il callo ormai lo sa: si può aprire CoinGecko e vedere tutto in doppia cifra rossa, così come assistere a crescite da capogiro.

Come investitori in criptovalute, dobbiamo comprendere e accettare che la volatilità è di casa e, soprattutto in questo periodo storico, basta poco per innescarla. Ok halving ed ETF, ma dopotutto siamo immersi in un contesto difficile e incerto, come dicevamo nei paragrafi precedenti. Tutto ciò ha un impatto sui mercati, criptovalute incluse; non possiamo ignorare ciò che ci circonda, dobbiamo tenerne conto.

Nel complesso, possiamo etichettare come positivo il 2024 delle crypto, almeno fino a oggi. Se ripensiamo ai tempi più bui, ora abbiamo a disposizione tantissimi elementi per cui sorridere. Però, non dimentichiamoci che abbiamo a che fare con una asset class giovane, talvolta indisciplinata e molto sensibile. Le criptovalute sono teenager: sta a noi accettarne gli sbalzi ormonali.

Osservazioni sul futuro: è imprevedibile, certo, ma sappiamo anche che ci sono tutte le basi per continuare a crescere in maniera sostenibile e solida. Per il resto, giocheranno un ruolo cruciale i fattori esterni, esattamente come accade anche negli altri mercati.

Risposta del mercato azionario

Entriamo in territorio tradizionale e facciamo il punto della situazione sul mercato azionario. O meglio, sui mercati, perché daremo uno sguardo sia agli Stati Uniti che all’Europa.

Non è una novità: dalla pandemia, grazie anche agli stimoli macroeconomici, i titoli azionari negli Stati Uniti sono andati alle stelle. Guardiamo le principali piazze e indici, ossia Dow Jones, Nasdaq e S&P 500, dove la crescita è stata enorme:

  • Dow Jones
    • Minimi (marzo 2020): 19.173
    • Massimi (marzo 2024): 39.807
  • Nasdaq:
    • Minimi (marzo 2020): 6.879
    • Massimi (marzo 2024): 16.429
  • S&P 500:
    • Minimi (marzo 2020): 2.304
    • Massimi (marzo 2024): 5.254

S&P 500

Da un lato, stupisce come i mercati abbiano proseguito a crescere così tanto, nonostante dalla primavera 2022 i tassi d’interesse siano saliti fino a livelli mai visti da anni. Però, se andiamo a osservare i grafici, notiamo che il 2022 è stato un anno di perdite, segno che il mix macroeconomico e geopolitico colpì nel segno.

Oggi i mercati si stanno comportando bene. Dopotutto i massimi li abbiamo toccati un mese e mezzo fa circa e, dopo un momento di flessione ad aprile, siamo tornati a livelli vicini al top.

Ora però ci sono delle considerazioni importanti da fare. Siamo in area ATH e veniamo da un periodo di crescita di proporzioni enormi, mai sperimentato nella storia di questi mercati.

Considerando lo scenario macroeconomico, potrebbero esserci delle battute d’arresto, anche se tutto dipende dalla direzione che prenderanno i tassi d’interesse. Se la FED dovesse cominciare a tagliarli, gli investimenti potrebbero avere nuovi stimoli e l’azionario probabilmente salirebbe ancora. In caso contrario, ci sarebbe la possibilità di uno stop. Quel che è certo è che prima o poi il mercato dovrà pur tirare il fiato, è una legge naturale. Se così non fosse, ci sarebbe da preoccuparsi.

Spostiamoci nel nostro continente e prendiamo in considerazione le principali piazze (Parigi, Francoforte e Londra), aggiungendo al club anche la nostrana Milano.

Anche qui la parola d’ordine è crescita e, con le varie differenze del caso, possiamo dire che il comportamento sia stato piuttosto simile a quello delle realtà oltreoceano.

L’indice FTSE 100 di Londra è in All-Time High proprio al momento della scrittura (mercoledì 8 maggio); Piazza Affari è ai massimi dal 2008; il DAX è anch’esso in ATH e il CAC 40 di Parigi quasi. Insomma, una situazione florida, nulla da dire.

Le insidie che si nascondono sono le stesse che abbiamo chiamato in causa qualche riga sopra: dopo anni di crescita, potrebbe avviarsi una fase correttiva se il contesto macroeconomico e geopolitico dovesse restare uguale (o peggiorare). Se invece BCE e BoE (Bank of England) iniziassero a tagliare i tassi, la fase rialzista potrebbe vedere la propria vita allungata, con il rischio però di assistere a un ritorno della fiammata inflazionaria, cosa che francamente non possiamo permetterci.

In poche parole, il famoso detto è attuale: la coperta è sempre troppo corta.

Ma quindi, investire o no investire? Questo è il dilemma, ma la risposta è più semplice di ciò che si pensa.

Mettiamo da parte il trading, mondo particolare e che si basa su operatività che richiedono esperienza e capacità.

L’investimento a lungo termine è quello che tutela maggiormente il portafoglio, perché rende meno sensibili agli scossoni. Se tra un mese l’azionario perdesse il 10% per strada, a chi ha come orizzonte temporale 10, 15 o 30 anni poco importerebbe: le considerazioni alla base dell’investimento resterebbero comunque valide. Certo, poi può sempre accadere di tutto, ma si eliminano molti disturbi di fondo.

Al contrario, chi mira a investimenti più brevi, effettivamente potrebbe incappare in una situazione scomoda, ossia acquistare a prezzi altissimi per poi vederli scendere, magari rapidamente.

Invitiamo quindi a svolgere una ricerca che va oltre il “cosa compro?” e domandarsi “perché compro?” e soprattutto “per quanto manterrò l’asset nel portafoglio?”. Se ad esempio la risposta è “compro per guadagnare una plusvalenza e rivendere tra un anno”, beh, dovresti avere chiaro che il rischio è molto elevato, soprattutto adesso.

Oro e materie prime

Spostiamoci sulle materie prime e diamo la precedenza a quella che sta facendo segnare ottime performance: l’oro.

Sappiamo che nei momenti di incertezza l’aureo metallo è da sempre la scelta migliore per gli investitori che vogliono tutelare i propri fondi mediante una riserva di valore.

L’oro è l’eccellenza di questa tipologia di asset: è scarso, ha dei casi d’uso ben definiti ed è desiderato. Non dobbiamo quindi stupirci se da alcuni anni sta registrando delle prestazioni così buone.

Lo scenario attuale è chiaramente incerto e vari fattori si sovrappongono, aggiungendo ulteriori ombre sul futuro. Gli investitori corrono al riparo e comprano oro nelle varie forme in cui i mercati lo rendono disponibile: fisico, mediante derivati o addirittura sfruttando i token che ne seguono il valore.

Attenzione ovviamente al rovescio della medaglia. Se dovessero arrivare segnali incoraggianti dalle economie e, si spera, le tensioni internazionali andassero a ridursi, è probabile che l’oro lascerebbe per strada un po’ di valore. Ciò è dovuto al fatto che gli investitori sarebbero spinti verso investimenti meno conservativi, a discapito del prezioso metallo.

Perciò, in questo momento è difficile capire come muoversi, ma una cosa è certa: l’oro è ai massimi e comprare a questi livelli è spesso una cattiva idea. Ma chi lo sa, magari ci sono ancora margini di crescita.

Spostiamoci sull’altro oro, quello nero, ossia il petrolio.

Questa materia prima è fondamentale per le economie, in quanto consente a merci e persone di spostarsi, nonché di produrre energia. Nel complesso, i due principali petroli (WTI e Brent) hanno oggi dei prezzi inferiori rispetto ai picchi della tarda primavera 2022, quando la Guerra in Ucraina e le sanzioni infiammarono non solo il campo di battaglia.

Da prezzi vicini ai 120 dollari al barile, oggi siamo in zona 80/85. La discesa del petrolio rispetto al 2022 ha consentito all’inflazione di ridimensionarsi, perché il costo dell’oro nero impatta non poco sulla produzione. Tuttavia, come abbiamo detto in precedenza, i dati Core (privi anche della voce “energia”) mostrano che l’inflazione è ancora tra noi, soprattutto se guardiamo agli Stati Uniti.

petrolio

Chiudiamo con il gas naturale (quotazioni del NYMEX).

La follia del 2022 è terminata da tempo e i prezzi sono tornati a livelli decisamente più umani. Anche in questo caso, la riduzione di questa voce ha dato il suo aiuto a riportare i prezzi generali più in basso. Se non dovessero presentarsi altre crisi internazionali, possiamo aspettarci che questa importante materia prima resti dove si trova ora.

gas naturale

Perché abbiamo voluto menzionare petrolio e gas? Come dicevamo, sono materie fondamentali per la produzione e, di conseguenza, per le economie.

Qualsiasi investimento si ha in mente (azioni tech, azioni blue chip, oro…), dobbiamo tenere sempre presente il contesto e l’andamento delle materie prime più importanti, soprattutto quelle energetiche.

Una spirale verso l’alto del petrolio, per esempio, può mandare in affanno la produzione e impattare direttamente sulle performance azionarie, condizionando indirettamente la probabile salita dell’oro. Insomma, tutto è collegato e prima di investire il quadro deve essere il più chiaro possibile.

Utilizza queste informazioni per studiare in autonomia e preparare/modificare il tuo piano: avrai maggiori probabilità di successo nel tempo.

Buoni investimenti!


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